TORTORA NO, MA LE NOSTRE ISTITUZIONI GUARDINO ANCHE OLTRE, DIVENTI NORMALITÀ LA CACCIA IN DEROGA
Da pochi giorni, inutile negarlo, sappiamo che la comunità europea ha chiesto ai paesi membri di non aprire la caccia alla tortora, anche dopo l’approvazione del piano faunistico avvenuto in Italia. Naturalmente molti si sono risentiti di ciò, però, quello che dobbiamo far sapere a tutti i cacciatori che, inutile negarlo, vedranno anche quest’anno molto probabilmente l’impossibilità di cacciare la tortora. Purtroppo la nostra Nazione o meglio alcune regioni, tra le quali il Lazio, è dietro anni luce da tutta Europa. Specialmente sulla caccia in deroga, i quali cacciatori laziali non si sono mai visti riconoscere la possibilità di poter esercitare l’attività venatoria in deroga ad esempio al piccione o allo storno, come appunto succede quasi in tutta la comunità europea. Le cacce in deroga, sono sempre più praticate, tranne in alcune zone della nostra Nazione facciamocela qualche domanda e chiediamo ai nostri rappresentati delle associazioni venatorie di pressare per far aprire i primi di settembre la caccia in deroga alle due specie che fino ad ora non abbiamo potuto predare e presenti in grandi quantità sui nostri territori. Forse questo ragionamento non piacerà a molti, ma potrà dimostrare che in cospicui casi prevale l’ideologia progressista che ben sappiamo del “contro a prescindere” di una determinata area politica e non l’obiettivita che tutti noi dovremmo avere. La Regione che include la capitale italiana, è molto arretrata su determinati ragionamenti per preconcetto e per partito preso, ma i sindacati venatori se veramente hanno intenzione di difenderci siano avanguardia sarebbe ora.
Vittorio Venditti
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