SE MAOMETTO NON VA ALLA MONTAGNA…

di Antonio Buono*
….la montagna va da Maometto, o viceversa, fate voi!
Parlo di cacciatori, di tessere assicurative, di dirigenti venatori che di venatorio hanno ben altro, di tanti di noi che continuano a foraggiare gli orticelli di codesta indescrivibile gente che con la passione per la caccia non ha nulla a che vedere.
E pensare che di “orto” ne basterebbe uno solo e sarebbe più che sufficiente, ma niente, non c’è niente da fare, si direbbe che i cacciatori abbiano le radici sotto i piedi.
Eppure, quella montagna c’è già, basterebbe avere il coraggio di strapparle quelle radici di cui sopra e, fare come Maometto, avendo l’audacia di andare verso quella vetta capace di unire tutti sotto una sola bandiera.
Sulla falsariga di una “signora” lungo una famosa strada, noi cacciatori “siamo caduti talmente in basso” che dovremmo cominciare a chiederci se chi espleta le nostre pratiche venatorie e ci fa la “tessera”, (ciliegina sulla “grande torta”) abbia qualcosa a che vedere con la caccia, o meglio se quel tal dirigente del circolo periferico che con i soldi delle assicurazioni “sostiene” se stesso, quello regionale e poi nazionale, (come se non bastasse il contributo statale ed il 5x mille) sappia cos’è la caccia, se a caccia ci è mai andato e, perché no? Se abbia mai avuto il porto d’armi.
Poiché, se tutti questi parametri non tornano, sarebbe il caso che noi cacciatori ci chiedessimo cosa abbiamo ancora a che fare con questa gente che ci “ama” tanto… no, non si può andare oltre con questa sottospecie di masochismo!
Questa moltitudine di gente non ha mai fatto nulla per difendere la nostra passione, non solo perché non è mai stata in grado, ma soprattutto perché in “comunella” con il nemico.
Difatti, come da documentazione inerente e sermoni in chiaro sui vari social, è con enorme entusiasmo che alcune tra le principali associazioni venatorie “riconosciute” sono state addirittura capaci di sottoscrivere con chi è contro la caccia, le ragioni per le quali gli uccelli hanno gli stessi diritti degli uomini.
E’ a dir poco aberrante e viene da chiedersi come è possibile rallegrarsi se nel contempo i nostri nemici esultano, quegli stessi nemici con i quali i nostri eminenti rappresentanti hanno addirittura condiviso l’ormai fin troppo famoso “Key Concepts”.
La domanda sorge spontanea: ma ci vogliamo rendere conto che ci si è buttati la “zappa sui piedi”?
Le minacce ai vari assessorati sono già partite, ci aspettano al varco prossimamente con i ricorsi al TAR (già predisposti e… già vinti)…tanto a pagare gli avvocati ci pensa sempre il 5 per mille!
Tra riduzioni di specie cacciabili, aperture posticipate, chiusure anticipate, ne vedremo delle belle e non mancheranno i dovuti applausi alle tante associazioni venatorie per la loro “disponibilità”!
Assurdo! Come è potuto accadere tutto questo… siamo alla frutta.
E ancora una volta, desidero rinnovare il mio pensiero in merito all’urgenza di dare il nostro contributo, quello di chi vive in diretta i disastri ambientali in essere.
E’ necessario cambiare strada, c’è da salvare il salvabile.
La caccia non è affatto una priorità, c’è un ambiente sempre più distrutto da mani scellerate ed incapaci, eventi climatici catastrofici fanno sempre più paura.
La caccia è tutt’altra cosa, c’è in gioco ben altro, il tempo sta per scadere…non solo per i cacciatori!
*Cacciatore a Vita
Coordinatore MSE Ischia
Portavoce Nazionale MSE
Promotore Accel Ischia