CACCIA ED ETICA

Pochi giorni fa ho letto con piacere un post di Giorgio Lugaresi su Instagram, che consiglio di andare a leggere, dove faceva un ragionamento bello e buono, interrogandosi sullo svolgimento della vera caccia. Lugaresi affermava con spiegazioni peculiari e supercondivisibili, che non si può chiamare caccia quella esercitata con una facilità alquanto alta, come afferma nel post, “raggiungere l’altana a pochi metri dalla macchina”, accompagnato da una guardia magari per istruirlo sul come posizionarsi e come sparare, peggio se ancor vicino ad una mangiatoia posizionata lì vicino e senza che il cacciatore sappia nulla delle abitudini del selvatico. Insomma la domanda legittima di Lugaresi è, possiamo veramente chiamarla caccia?
Purtroppo su ciò ci sono opinioni diverse, la mia per quanto possa valere si avvicina di molto a quella del signor Lugaresi, per noi la caccia è studiare le esigenze della selvaggina i suoi spostamenti e le sue particolari abitudini, insomma sudare prima di arrivare ad abbatterla. Tutto ciò senza naturalmente giudicare nessuno, ma per capire anche come vogliamo instradare la caccia del futuro e per me sarà sempre quella sociale, e non soltanto un passatempo magari per noia soltanto per persone ricche e altolocate.

La caccia è e deve rimanere per chi ama la natura e ama la sua passione.

Vittorio Venditti