PASSO DEI TORDI, NULLA DI PIÙ MAGICO

Sin da piccolino sentivo i racconti di mio nonno materno con frasi in dialetto del tipo “sta matina en Passat gli turd”, lì ancora non capivo il significato di quelle parole ma presto avrei imparato a comprendere ogni minima cosa su ciò. Da subito quindi, dalle prime volte che calcavo i boschi mi innamorai di questo tipo di caccia, formato da tanta astuzia e prodigazione, ricordo le gabbie con i tordi da richiamo di mio zio e il lavoro dietro quegli spettacolari canterini, ricordo il modo in cui e dove venivano poste le gabbie insomma tutte quelle cose che da bambino ti fanno sognare per l’avvenire.
Pian piano che passavano gli anni quindi, mi sono avvicinato sempre di più a questo esercizio venatorio scoprendo posti e capendo le varie sfaccettature di questa caccia mai semplici e mai banali. Ma c’è un momento bello ed emozionate nel praticare “il passo dei tordi”, la mattina, quando ancora è notte ed in mezzo ad un cielo stellato, tra grande e piccolo carro odi infiniti zip e ti imbatti in qualche stella cadente nel bel mezzo di un cielo fantastico, in quel momento pensi a tutto, a come sarà la tua vita con la tua ragazza, ai tuoi figli un domani immergendoti in un incrocio di immaginazioni future e ricordi passati, creando un’atmosfera magica, che questa si, solo un ragazzo ventenne che ama la caccia può capire. Per questo esorto sempre più giovani a “visitare” il nostro mondo.

Vittorio Venditti