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di Antonio BUONO*
Se ancora oggi c’è in giro tanta gente che ha le idee poco chiare nei confronti della caccia, a mio parere, la colpa è da addebitare ai programmi strappalacrime della serie Bamby, laddove si riesce solo ad insegnare quanto sia da odiare il cacciatore.
Dico sempre che per essere “contrari”, magari per avere una “visione migliore”, un pensiero diverso che possa consentire di poter contestare una passione altrui, debba essere fondamentale averne scienza e conoscenza.
In realtà certa gente di cui sopra, spesso laureata in “divanologia”, dovendo usare certi “percorsi” per meri profitti personali e politici, non ha alcun interesse ad avere le idee chiare.
Del resto, la maggior parte di questi “specialisti”, sa districarsi molto bene in quello che per evidenti ragioni speculative , viene evidenziato come un dedalo fatto di meschinità e malvagità, quando poi in realtà è chiaro si tratti di un mondo in cui “vivono” passioni, tradizioni, memorie!
Se da tanti anni, questi “tecnici professionisti”, capaci untori di virus patogeni, sono difatti riusciti ad entrare in modo impudico nelle emozioni del cacciatore, giusto per confondere le idee e creare confusione e rimorsi, il tutto non può che tradursi in una sola parola: PERFIDIA!
Di riflesso, quasi come a dover difendere se stesso dai continui attacchi per non perire, il cacciatore negli ultimi anni si è visto “costretto ad istruirsi” per comprendere meglio, ha quindi dovuto imparare a “leggere tra le righe” di scritti ambigui e ben pianificati, atti sempre a perseguire la stessa meta: distorcere la figura del cacciatore per poterla usare come un cavallo mediatico nei confronti dell’opinione pubblica per squallidi fini politici.
La peculiarità di questa eccellente operazione di marketing, la si ritrova tutt’oggi nei vantaggi socio-politici ed economici dei tanti esperti “venditori di chiacchiere”, perennemente seduti su “comodissime poltrone”.
“Stranamente” però, negli ultimi anni i conti non tornano.
In tanti cominciano a chiedersi se davvero la colpa della deriva Ambientale sia da addebitare alle “nefandezze” ed alla scelleratezza del cacciatore, oppure all’imbecillità di chi nel tempo ha giocato male le sue carte.
Se la terra è contaminata da fitofarmaci, se le falde acquifere sono avvelenate, se il mare è pieno di plastiche, se i fiumi sono inquinati da discariche di liquidi cancerogeni, se i boschi stanno morendo in preda ai parassiti, se l’aria che respiriamo è malsana, se la pioggia non è altro che acqua acida, se le api, le lucciole, i pipistrelli , le rondini ed i tanti uccelli insettivori sono scomparsi…di chi è la colpa? del cacciatore?
E pensare che con tante gravissime problematiche ambientali, c’è chi ha ritenuto di particolare urgenza un quesito referendario sulla caccia… quanta demenza, quanta tristezza!
Noi cacciatori diciamo basta, siamo stanchi di essere sfruttati da gente PERFIDA e senza scrupoli.
E’ giunta l’ora di scoprire le carte in tavola.
Il cacciatore ha “già dato”, non è affatto disposto a fare da capro espiatorio.
Se la natura ci sta presentando il “conto”, è impensabile che a pagare continui ad essere chi da anni denuncia orrori e scempi ambientali.
Certe gravissime tematiche andrebbero osservate con maggior coscienza e consapevolezza, oramai l’intero pianta è quasi in coma irreversibile.
Che a pagare il conto siano tutti coloro i quali della presunzione, dell’arroganza, della cattiveria e della PERFIDIA, ne hanno fatto da sempre il proprio stile vita.
*Cacciatore a vita
Portavoce Nazionale Movimento politico Scelta Etica
Coordinatore MSE Ischia

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