Sottoscrivo in toto quanto affermato in questo ed altri post. Oggi, per avere successo a caccia, devi un po' essere come un agente della CIA: devi cioè disporre di quotidiane informazioni. Sul territorio, sulle colture in atto, sugli spostamenti di eventuali contingenti selvatici con questo o quel vento. Devi inoltre seguire attentamente il meteo, non tanto della tua zona, quanto di quelle di provenienza di migratori ( nord-est europeo all'epoca del passo) e dei rilievi più vicini durante le gelate invernali. Si dovrà poi "leggere" il terreno per vedere se e quanti tuoi colleghi son passati di lì i giorni precedenti ( un po' come fanno i tracciatori cinghialai ), se e quanti bossoli son stati lasciati lungo fossi e macchioni ( qualche noncurante c'è ancora). Nelle giornate di silenzio venatorio, poi, testare zone di sicuro interesse per verificare la presenza o frutti appetiti dai selvatici, oppure esplorarne di nuove che " per istinto" ritieni buone, e così via... I tempi dell'"armiamoci e andiamo" son finiti da un pezzo, le sortite "al buio" o magari in posti buoni "vent'anni fa" e mai più toccati, son destinati quasi sempre a generare delusioni e perdite di tempo. Requisito fondamentale per poter praticare tutto ciò, come già sottolineato, è la disponibilità di tempo libero, senza il quale è meglio rimanere sotto le coperte oppure affidarsi ad un amico... 007 venatorio ed unirsi a lui. Altro aspetto basilare che non bisogna dimenticare è poi secondo me quello di far "riposare" un territorio ( ovviamente NON frequentato dalle orde barbariche), specie se in una particolare giornata hai colà conseguito un buon carniere ed hai notato la presenza di altri selvatici: questi ultimi, se lasciati in pace per qualche giorno, non mancheranno di attirare in zona altri consimili, con il risultato che " quel tuo riservino " non ti sarà mai avaro di soddisfazioni. Un saluto a tutti.