DALLA TOSCANA CON DECISIONE VERSO LA CASA COMUNE DEI CACCIATORI ITALIANI.
Sono da tempo in corso, a livello nazionale, la discussione ed il confronto tra le Associazioni Venatorie su
possibili ed auspicabili processi di unificazione delle organizzazioni dei cacciatori italiani.
In Toscana il confronto tra Federcaccia ed Arci Caccia sui modi, le forme e i tempi di un percorso unitario, rivolto
all’intero mondo venatorio, è oggi ad un punto di svolta.
La comune visione di una caccia sostenibile, guidata da scienza e conoscenza, basata sulla gestione faunistica e
ambientale, costituisce il cemento e il lievito cui è affidato questo processo.
Arcicaccia e Federcaccia Toscana, nel momento in cui si accingono ad intraprendere passi concreti ed importanti
in questa direzione, fanno appello ai gruppi dirigenti nazionali, perché si rompano gli indugi, si superino le
perplessità, si arrivi rapidamente all’apertura di un processo costituente, promosso congiuntamente, che si
rivolga a tutti i cacciatori ed alle loro espressioni organizzate.
Per dare un futuro certo e solido alla nostra passione è necessario liberarsi oggi delle divisioni del passato. E’
questa la via obbligata per rafforzare nella società e nel senso comune il valore della caccia, restituirle per intero
il prestigio che merita, il ruolo che le spetta nella società.
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Grandi sfide stanno davanti alla caccia: modificazioni sociali, culturali, ambientali, economiche, nell’uso del
territorio, sollecitano risposte tempestive ed incisive ma, soprattutto, sostenute dalla forza, dalla credibilità e
dalla affidabilità che solo un soggetto unitario, capace di parlare con una sola voce, è in grado di esprimere.
Le nuove tematiche che investono il territorio, sia quello a caccia programmata sia quello delle aree protette,
chiedono risposte egualmente nuove e aprono nel contempo grandi opportunità.
Per affrontare al meglio questo quadro di riferimento, per contribuire sempre più efficacemente alla gestione
faunistica ed ambientale, per salvaguardare, sviluppare e valorizzare un patrimonio prezioso per la caccia e
l’intera comunità, l’azione di un nuovo soggetto, forte e credibile, in grado di dispiegare al meglio le sue
conoscenze e capacità, è indispensabile ed insostituibile.
La frammentazione del mondo dell’associazionismo venatorio, la molteplicità delle sigle, la condizione di
concorrenzialità che le caratterizza non consentono infatti oggi di dedicare ogni risorsa ed energia al
conseguimento delle scelte di interesse comune della caccia. E’ giunto il tempo di una svolta decisa, di cui i
gruppi dirigenti delle due Associazioni, assieme alle migliaia di attivisti sul territorio, intendono farsi carico.
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In questo contesto la “casa comune” dei cacciatori rappresenta una scelta necessaria e non procrastinabile,
indispensabile per mettere in campo, nel rapporto con le Istituzioni, con la politica e verso l’intera società, il
“valore aggiunto” di un fronte compatto: non solo una somma di sigle, ma un soggetto unico rappresentante dei
cacciatori.
L’Appello, rivolto a tutti i cacciatori e a tutte le Associazioni venatorie, è che il passato e le storie di ciascuno
cessino adesso di essere un ostacolo al compiersi di questo cammino. Solo così la nostra storia può diventare
una forza potente, sostanza ed energia, radice e pensiero positivo del progetto comune, patrimonio e bagaglio
prezioso da portare in dote alla costruzione di una casa comune dei cacciatori.
E’ tempo di unire le forze sulla base di un comune progetto, latore dei valori propri della caccia, per affermarne
la modernità nel fondare il suo esercizio sulle basi scientifiche frutto della ricerca e sulla gestione, per
sconfiggere così pregiudizi e facili demagogie.
Uniti, per riaffermarne il ruolo sociale dei cacciatori, per raccontare compiutamente il contributo finanziario e
gestionale che mettono a disposizione degli interessi collettivi. Per ricordare come scienza e conoscenza siano i
soli criteri da seguire nel dotarsi di regole condivise. Uniti per accrescere la capacità di proposta, di gestione, di
iniziativa politica e culturale, per conquistare un ruolo sempre più importante e centrale nel governo del
territorio.
Unire le forze, infine, è la risposta dovuta alla sempre più forte domanda di unità che proviene dai cacciatori,
desiderosi di vedere sempre più compiutamente ed efficacemente rappresentate e tutelate le proprie esigenze.
Questo è ciò che da oggi andiamo a proporre in Toscana e in ambito nazionale: un percorso concreto verso
l’unità, con la convinzione che sia possibile dare più voce, più forza e più dignità alla nostra passione e al nostro
comune programma
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Federcaccia e Arcicaccia Toscana, le due Associazioni che organizzano la parte largamente maggioritaria dei
cacciatori della nostra regione, consapevoli delle responsabilità che ciò comporta, intendono avviare un
processo costituente, aperto ed inclusivo verso ogni altra organizzazione, con l’obiettivo immediato di una
CONFEDERAZIONE PER L’ASSOCIAZIONE DEI CACCIATORI TOSCANI per giungere poi a dar vita ad un’unica
Associazione dei cacciatori toscani. Un cammino che intende essere di stimolo allo sviluppo di un analogo
processo anche sul piano nazionale, per realizzare nell’arco di un breve periodo l’unità del mondo venatorio.
La Toscana ha saputo esprimere una legislazione venatoria avanzata ed esperienze di gestione faunistica ed
ambientale che, pur condizionate dai limiti spesso imposti da un quadro normativo nazionale inadeguato, hanno
rappresentato un punto di riferimento alto nel panorama nazionale.
Risultati importanti favoriti e resi possibili dalle estese convergenze fra le due Associazioni venatorie più
rappresentative, nelle scelte politiche, programmatiche, gestionali:
- nel confronto con le Istituzioni regionali e provinciali sui provvedimenti legislativi e per il governo del territorio
ai fini faunistici, venatori ed ambientali (legge regionale 3/94 ed i conseguenti regolamenti ed atti di
pianificazione regionali; piani faunistico venatori provinciali; legge e deliberazioni sul calendario venatorio)
- nelle richieste e proposte di adeguamento delle leggi nazionali (armonizzazione delle leggi 394/91 e 157/92 per
una gestione faunistica unitaria del territorio finalizzata alla conservazione in un quadro di sostenibilità per
l’ambiente, la biodiversità, le attività antropiche; ridefinizione del ruolo e delle funzioni di Ispra, perché svolga effettivamente compiti di ricerca e di supporto tecnico scientifico per lo stato e le regioni; riconoscimento di
competenze piene alle regioni nelle scelte di gestione della fauna e di regolamentazione della caccia)
- nelle richieste e proposte di armonizzazione complessiva del corpo normativo regionale per accrescere
l’integrazione fra le varie leggi che intervengono nel governo del territorio (l.r.1/2005 Norme per il governo del
territorio; legge forestale ; legge sul benessere animale)
- nella sottolineatura della centralità della gestione e dell’esigenza di estenderne e qualificarne la pratica su tutto
il territorio, coerentemente con le destinazioni differenziate fissate dalla programmazione ma secondo una
logica unitaria
- nell’approccio alla questione dei tempi e delle specie di caccia, per realizzare una condizione nella quale le
scelte siano fondate esclusivamente sui risultati della gestione, sugli obbiettivi della conservazione e del
mantenimento degli equilibri ottimali, su dati di conoscenza effettivi e scientificamente indiscutibili sullo status
delle popolazioni superando così incertezze e polemiche pregiudiziali e strumentali che riguardano in particolare
la selvaggina migratoria
- nella ricerca e costruzione di un nuovo moderno rapporto fra mondo agricolo e mondo venatorio, fondato
sull’obbiettivo comune di ripristinare e mantenere gli equilibri faunistici su tutto il territorio, comprese le aree
protette, in particolare per le specie ungulate che, con presenze e densità fuori controllo, compromettono il
prioritario rilievo delle attività di produzione agricola; sull’interesse comune all’integrazione fra attività agricola e
venatoria per la produzione di ambiente e fauna; sulla rivendicazione che lo stato e le istituzioni pubbliche nel
loro complesso destinino le risorse provenienti dalle tasse versate dai cacciatori, come previsto dalla legge,
all’ambiente, al comparto rurale per il suo ruolo nella gestione ambientale, alla gestione faunistica
- nella quotidiana esperienza di gestione degli Ambiti Territoriali di Caccia.
Dati di fatto che testimoniano come la scelta di accelerare sulla via dell’unità non fondi su basi astratte, ma sulla
esperienza concreta di convergenze fondamentali sui programmi, sugli obbiettivi, sulle finalità; un viatico per
l’avvio immediato di un percorso regionale.
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Questo piattaforma, sottoscritta da Federcaccia ed Arcicaccia, viene adesso proposta alla discussione delle
rispettive strutture territoriali: un confronto ampio e articolato ma, soprattutto, “ a porte aperte” perché la
CONFEDERAZIONE PER L’ASSOCIAZIONE DEI CACCIATORI TOSCANI nasce aperta a tutti i cacciatori e ad ogni altra
organizzazione venatoria che voglia aderirvi. Una realtà nuova, autorevole, dotata di un proprio Statuto, alla
quale trasferire progressivamente quote rilevanti di sovranità, a cominciare dalle rappresentanze in tutti i livelli
istituzionali.
La Confederazione dei Cacciatori Toscani come prima tappa di un percorso che si pone esplicitamente
l’obbiettivo di raggiungere, nel più breve tempo possibile, il traguardo della Casa comune dei cacciatori Toscani e
Italiani.
Si apre una fase nuova, non priva di difficoltà ma anche ricca di stimoli ed opportunità, al cui esito positivo serve
il contributo fattivo di idee e di impegno di ciascuno: una mobilitazione ampia e convinta per la quale la
Federcaccia e l’Arcicaccia della Toscana intendono spendersi senza remore, con piena fiducia che la via
imboccata è quella giusta.
Federcaccia Toscana Arci Caccia Toscana
Firenze, 5 novembre 2013