Per quel che mi riguarda, ribadisco quanto già espresso qualche post fa, e non parlo di valichi appenninici o zone di affilo "codificate". Mi riferisco alle zone dell'entroterra laziale, le quali spessissimo hanno riservato più soddisfazioni a novembre che ad ottobre. Ricordo durante il mio decennio ad acquatici - quando si mettevano in acqua stampi e richiami alle due di notte - centinaia di zirli e sibili "roscioleschi" riempivano il buio dalla settimana di Ognissanti fino alla Madonna dell'otto dicembre. Esaurita la "faccenda" al lago, si andava poi con gli amici in collina e gli oliveti erano sempre pieni di tordi. Lo stesso accade più o meno ancora oggi: se ad ottobre c'è stata carestia di pennuti, dalle mie parti non si preoccupa nessuno: novembre, dicembre e gennaio "ederato" non tradiscono mai. Se poi a fine anno si abbatte sull'est Europa un'importante morsa di gelo, le cui propaggini si estendono fin qua, allora ci sarà da divertirsi vieppiù con i sasselli che, essendo migratori meteorici - come le cesene - non mancheranno di rimpinguare i carnieri dei nembrotte più esperti. L'importante è pensare sempre positivo, rifiutando il piagnucoloso status di "sconfitti in partenza".[2]