A mio parere, il rischio del no-toxic globale a caccia lo si potrà correre tra moltissimi anni, ma i rischi invece potrebbero essere ben più "vicini" se si passasse all'uso obbligatorio in uno spazio ben identificato e più ampio, anziché x sola zona valliva o con acqua.
Un esempio (ipotetico) normativo, "in tutte le zone umide ZPS (o Pre-Parco, o Rete Natura 2000) e nelle zone con acque, sia lentiche che lotiche e fino a ..... metri dalle rive esterne è obbligatorio l'uso del No Toxic".

Comunque speriamo NON passi nemmeno l'ipotesi oltre a quello e quanto già applicato oggi.
 
Sto pensando a qualche maniera per ovviare questa enorme cretinata, mi ricarico le cartucce ma con l'acciaio non ci proverei nemmeno, poi tranne l'automatico del 20 non ho altre armi giiiate le altre sono tutte camerate 70 mm con canne normali e strozzature fisse.. L'unica speranza che ho è che questa fatidica data del 2017 slitti, del resto in Italia succede spesso. Questo dell'acciaio obbligatorio potrebbe essere il colpo di grazia per la caccia qui da noi.

Condivido completamente la tua analisi. Io ho cominciato a ricaricare l'acciaio dal 2012 e sto cercando di arrivare a ottimizzare il tutto.
 
Non ci avevo fatto caso che alla siarm vendevano pallini in acciaio del 9....
come mox71 sforzandomi, in rete non avevo trovato pallini inferiore al 6
ora non ci resta che studiare...naturalmente a piombo vietato....
grazie Sergio

Da Siarm trovi anche quelli in rame, più indicati per la carica di cartucce con piombo grosso, ma più costosi.
 
io me la aspettavo gia... è una battaglia dopo l altra.... dapprima le zone umide....pian piano tutto il resto... troppo spesso dimentichamo che chi ci fa restrizioni parte dal presupposto che la caccia non dovrebbe proprio esistere!!!!
 
Il piombo è presente in natura sulla crosta terrestre per un quantitativo pari in media a 13 gr x tonnellata. Voler risolvere il problema eliminandolo dalle munizioni, è quanto meno ridicolo!
 
Questi stanno a pensare al piombo, e poi lasciano morire la gente per le sigarette.....ma il piombo sicuramente fa' male, le sigarette no altrimenti sarebbero proibite.:D
E poi... con le sigarette ci si guadagna, con i cacciatori no, e allora meglio togliere di mezzo il piombo e accontentare gli ambientalisti..

io che vado a caccia e fumo sono il piu' grande inquinatore del mondo ahahhhahah.dai che scherzo.ciaoooooo.meglio ridere
 
Io sono veramente impaurito dal fatto che non si potrà più sparare il piombo, ma credo anche che in quel momento ci sarà una maggiore ricerca alla ricerca de i leghe alternative (oltre all'acciaio) che abbiano una buona resa...
Da quello che so io, ci sono già; solo che i costi sono troppo elevati .
Siamo nella patria degli armaioli, mi auguro che questi si diano da fare per abbassare i costi di questi materiali e renderci ancora possibile andare a caccia. Se invece l'alternativa rimanesse soltanto l'acciaio, saranno dolori! I piccoli calibri scompariranno [cry.gif]
 
Anche se condivido le valutazioni su certa gentaccia che predica bene e razzola male nella disonestà intellettuale, sulla banalità dei luoghi comuni degli anticaccia che poi mangiano carne e pesce, sulla ingiustizia di cui si sta discutendo, ecc. ecc., temo che ..... sia inutile e che se non sarà il 2017 sarà ben poco dopo ..... seguendo progressivamente le orme americane.
La difesa giuridica potrebbe passare dall'utilizzo dei soli No Toxic nelle sole zone Rete Natura 2000 o ZPS/SIC nella caccia a tutte le specie, senza allargare il perimetro di utilizzo indiscriminatamente a tutto il territorio nazionale e "decretare" la fine di gloriose armi, calibri, Cacciatori che svolgono la propria azione lontana dal mondo acqueo.

La domanda cui però nessuno mi risponde - politicamente - è questa, AAVV comprese:
"ammesso e NON concesso che si debba/voglia seguire l'impostazione americana, xché mai però quelle norme di maggiore libertà venatoria di cui gli hunters statunitensi usufruiscono invece (x orari, x specie cacciabili, x periodi, x numero di cacciatori in un appostamento, ecc.) NON sono oggetto di proposta di ampliamento e revisione normativa favorevole ai Cacciatori italiani ??
Solo le limitazioni dobbiamo puntualmente prenderci/subire ??
 
La storia del piombo è arcinota. Cavallo di battaglia delle nostre odiate nemiche, sarà la nuova leva per farci abbandonare l'idea della caccia, come a suo tempo la 157 ha dato il là alla parcomania ed il dimezzamento dei seguaci di Diana. L'abbandono del piombo, sarà la fine della caccia alla piccola migratoria. Dopo aver preso legnate con la storia dei richiami vedrete come battaglieranno per farci essere i primi ad abbandonare l'utilizzo del piombo ovunque.
 
è molto più facile che venga ingerito dall'uomo quando mangia selvaggina .... comunque il problema del pb si sta ponendo anche come inquinamento ambientale .... uno studio fatto in veneto ( su dati della federcaccia ) certifica che negli ultimi 30 anni di attività venatoria sia stato riversato sul terreno un quantitativo medio pari a 36 kg/ettaro. Ovvio che il peso del metallo ne impedisce agevolmente il trasporto ( esempio in caso di piogge copiose ), ma è pur vero che alla fine c'è il rischio che venga ingerito e l'unico acido che riesce a dissolverlo facendolo diventare velenoso, è quello contenuto negli organismi viventi che consente la digestione. Se non ci poniamo ora il problema che il rischio è 0 non dobbiamo essere ipocriti da impedire che venga posto alle future generazioni .... magari quando il male possa diventare irreversibile .... In Italia siamo maestri a far scappare i buoi ( vedi scempio del territorio e catastrofi giornaliere ). Se il piombo è causa del saturnismo è giustamente programmabile anche un suo bando oltre le zone umide .... semmai andrebbe provato quello che è più evidente e cioè la sua non tossicità se ingerito !!

cREDO non ci sia uno e dico uno che sia morto per tumore da ingestione di piombo o contaminazione dovuto alla caccia,dico uno!

Sul saturnismo anche li ci sarebbe da parlare
 
Purtroppo penso che il fatto che i maggiori produttori di tungsteno siano i cinesi, mi fa supporre che abbiano pagato gli animalisti per spingere alla rapida abolizione totale del piombo per i loro sporchi interessi. Non mi meraviglierei se si venisse a sapere che pagano gli animalisti italiani per deindustrializzare l'italia con la scusa dell'inquinamento.
 
Eliminare il piombo di fatto significherà la rottamazione di tantissime vecchie glorie. Una perdita enorme dal punto di vista artistico e meccanico, che non ci possiamo permettere.
 
Francamente, dopo averla analizzata a fondo, non la vedo così triste. Ieri ho fatto un giro e non si vedeva un tordo volare.

Se la possibilità di sopravvivenza aumenta e magari anche la possibilità di non uscire a vuoto, va a finire che il ferro è un toccasana per la caccia.

Per gli animali di pregio rimangono sempre le leghe "care" ma efficaci.

Peccato per i fucili di un tempo.


Quindi, io che vorrei regalarmi un cal. 20 per Natale... desisto?
E che cavolo, paro paro ora che mi ero deciso...
 
La norvegia torna all’uso del piombo nelle munizioni da caccia

La norvegia torna all’uso del piombo nelle munizioni da caccia

CNCN: “Dieci anni di divieto hanno evidenziato che la scelta era sbagliata, ora ci aspettiamo un ripensamento generale”

munizioni-cartucce-piombo.jpg

MANCANO LE PROVE SCIENTIFICHE CONCRETE PER PUNTARE SOLO SU ALTRI MATERIALI, CHE INVECE HANNO DIMOSTRATO DI ESSERE MENO EFFICACI DEL PIOMBO PRODUCENDO UN AUMENTO DELLE SOFFERENZE DEGLI ANIMALI E RISCHI PER GLI UOMINI.

“La decisione di ritornare all’uso del piombo nelle munizioni da caccia presa il 3 febbraio dalla Norvegia apre un capitolo nuovo sulla questione. – dichiara l’avvocato Giovanni Ghini, presidente del CNCN (Comitato Nazionale Caccia e Natura) - Dopo tante polemiche e decisioni prese in contesti del tutto teorici, come successo ultimamente a Quito, dieci anni di utilizzo di materiali alternativi al piombo hanno reso evidente quanto questa strada sia pericolosa e, sostanzialmente, sbagliata. A dirlo è un paese considerato all’avanguardia come qualità della vita e attenzione all’ambiente come la Norvegia, che dopo aver fatto da precursore con il divieto dell’uso del piombo si spera ora, per gli stessi motivi, faccia da punto di riferimento per il ripensamento dell’intera vicenda. Se sono stati bravi, per alcuni, a introdurre il divieto nel 2005 devono essere considerate altrettanto valide le conclusioni alle quali sono arrivati dopo un decennio di sperimentazione. Pensare quindi a un divieto da adottare in Italia, come vorrebbero alcuni al solo scopo in realtà di combattere con armi non lecite l’attività venatoria, - conclude Ghini – a questo punto sembra francamente una forma di autolesionismo inutile che possiamo risparmiarci, anche al fine di tutelare un comparto economicamente solido”.

La decisione della Norvegia è arrivata il 3 febbraio, quando il Parlamento con 79 voti a favore e 16 contro ha reintrodotto l’uso dei pallini di piombo per la caccia al di fuori delle zone umide. Il divieto dell’utilizzo di questo materiale era stato varato nel 2005, provocando la reazione delle associazioni venatorie norvegesi che hanno lavorato duramente in questi anni per denunciare la mancanza di prove tangibili in favore di tale limitazione, oltre a sostenere che l’uso di munizioni alternative poneva seri rischi per la salute sia degli animali che degli esseri umani. Come sappiamo anche da vicende più o meno vicine la questione è spesso soggetta a decisioni prese sulla base di interessi politici e messaggi dal contenuto emotivo rivolti all’opinione pubblica, più che in conseguenza di un confronto tecnico e scientifico.

Per questo il mondo venatorio norvegese e il Norway’s Weapons Council, hanno lavorato duramente per chiarire come il piombo rappresenti il materiale più adatto per le munizioni da caccia. È stato dimostrato quindi prima di tutto che le munizioni alternative non sono più eco-compatibili e più efficienti del piombo, oltre al fatto che spesso provocano inutili sofferenze per gli animali e rischi per i cacciatori. Infine è risultata evidente la necessità di ulteriori studi e approfondimenti sui cosiddetti materiali alternativi.

A questo punto il governo norvegese inserirà la decisione presa dal Parlamento all’interno di un regolamento di prossima emanazione, dando così ai propri cittadini cacciatori la possibilità di tornare ad utilizzare munizioni a base di piombo al di fuori delle zone umide già a partire dalla stagione venatoria in corso. La decisione norvegese apre prevedibilmente ad un ripensamento anche in altri Paesi nei quali sono in vigore delle limitazioni ingiustificate dell’utilizzo di piombo nelle munizioni.

“Il CNCN plaude alla scelta del Parlamento norvegese – conclude l’avvocato Ghini – che si è attenuto ai fatti ed agli studi scientifici. Lavoreremo con forza affinché l’esempio di civiltà e di scienza adottato dal Paese scandinavo sia seguito anche in Italia”.
 
CNCN: “Dieci anni di divieto hanno evidenziato che la scelta era sbagliata, ora ci aspettiamo un ripensamento generale”

MANCANO LE PROVE SCIENTIFICHE CONCRETE PER PUNTARE SOLO SU ALTRI MATERIALI, CHE INVECE HANNO DIMOSTRATO DI ESSERE MENO EFFICACI DEL PIOMBO PRODUCENDO UN AUMENTO DELLE SOFFERENZE DEGLI ANIMALI E RISCHI PER GLI UOMINI.

“La decisione di ritornare all’uso del piombo nelle munizioni da caccia presa il 3 febbraio dalla Norvegia apre un capitolo nuovo sulla questione. – dichiara l’avvocato Giovanni Ghini, presidente del CNCN (Comitato Nazionale Caccia e Natura) - Dopo tante polemiche e decisioni prese in contesti del tutto teorici, come successo ultimamente a Quito, dieci anni di utilizzo di materiali alternativi al piombo hanno reso evidente quanto questa strada sia pericolosa e, sostanzialmente, sbagliata. A dirlo è un paese considerato all’avanguardia come qualità della vita e attenzione all’ambiente come la Norvegia, che dopo aver fatto da precursore con il divieto dell’uso del piombo si spera ora, per gli stessi motivi, faccia da punto di riferimento per il ripensamento dell’intera vicenda. Se sono stati bravi, per alcuni, a introdurre il divieto nel 2005 devono essere considerate altrettanto valide le conclusioni alle quali sono arrivati dopo un decennio di sperimentazione. Pensare quindi a un divieto da adottare in Italia, come vorrebbero alcuni al solo scopo in realtà di combattere con armi non lecite l’attività venatoria, - conclude Ghini – a questo punto sembra francamente una forma di autolesionismo inutile che possiamo risparmiarci, anche al fine di tutelare un comparto economicamente solido”.

La decisione della Norvegia è arrivata il 3 febbraio, quando il Parlamento con 79 voti a favore e 16 contro ha reintrodotto l’uso dei pallini di piombo per la caccia al di fuori delle zone umide. Il divieto dell’utilizzo di questo materiale era stato varato nel 2005, provocando la reazione delle associazioni venatorie norvegesi che hanno lavorato duramente in questi anni per denunciare la mancanza di prove tangibili in favore di tale limitazione, oltre a sostenere che l’uso di munizioni alternative poneva seri rischi per la salute sia degli animali che degli esseri umani. Come sappiamo anche da vicende più o meno vicine la questione è spesso soggetta a decisioni prese sulla base di interessi politici e messaggi dal contenuto emotivo rivolti all’opinione pubblica, più che in conseguenza di un confronto tecnico e scientifico.

Per questo il mondo venatorio norvegese e il Norway’s Weapons Council, hanno lavorato duramente per chiarire come il piombo rappresenti il materiale più adatto per le munizioni da caccia. È stato dimostrato quindi prima di tutto che le munizioni alternative non sono più eco-compatibili e più efficienti del piombo, oltre al fatto che spesso provocano inutili sofferenze per gli animali e rischi per i cacciatori. Infine è risultata evidente la necessità di ulteriori studi e approfondimenti sui cosiddetti materiali alternativi.

A questo punto il governo norvegese inserirà la decisione presa dal Parlamento all’interno di un regolamento di prossima emanazione, dando così ai propri cittadini cacciatori la possibilità di tornare ad utilizzare munizioni a base di piombo al di fuori delle zone umide già a partire dalla stagione venatoria in corso. La decisione norvegese apre prevedibilmente ad un ripensamento anche in altri Paesi nei quali sono in vigore delle limitazioni ingiustificate dell’utilizzo di piombo nelle munizioni.

“Il CNCN plaude alla scelta del Parlamento norvegese – conclude l’avvocato Ghini – che si è attenuto ai fatti ed agli studi scientifici. Lavoreremo con forza affinché l’esempio di civiltà e di scienza adottato dal Paese scandinavo sia seguito anche in Italia”.
Una buona notizia. Peccato che il nostro paese non si chiama Norvegia. il nostro paese prende spunti dalle altre nazioni solo quando ciò fa comodo a loro.vedremo un po...
 
L'alternativa al piombo e il piombo, bisogna bandire i nazi-animalisti come Galletti e non il piombo.

Come ho letto sarebbe da pazzi sparare acciaio alle beccacce nel folto del bosco, si rischia che con i rimbalzi ci si trovi di fronte a San Pietro in compagnia del cane e della beccaccia.
 
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