Finirà che sospenderò i miei interventi, facendo eccezione laddove scorgessi qualche spiraglio di sereno colloquio. Con tanti cari saluti a quello che dovrebbe essere il sano spirito del forum.
Quando si trattano certi argomenti, da appassionati o cultori, lo scambio di dati e pareri motivati è fondamentale tanto quanto i risentimenti sono fuori luogo. In altro argomento, JK6 ha affermato che la Pieper brevettò quel sistema detto ‘monobloc’ che sapevo ideato dalla FALC di Como, azienda poi rilevata in blocco dalla Beretta. Forse si tratta di brevetti analoghi ma rimane il fatto che da quel momento la Beretta cominciò ad accoppiare i tubi col manicotto detto. Ecco come non so tutto, come apprendo tacendo, se si vuol riconoscermelo.
Nirossi, non sono qui per dar lezioni e non ne impartisco se non adeguatamente retribuito. Mi sono solo preso la briga di riportare notiziole colte pazientemente da varie fonti, per puntualizzare, per informare anche te. Quello di ridimensionare le pretese di raffinatezza e nobiltà d’un fucile è compito ingrato che nessuno s’accolla di volentieri; però, considero gesto leale e doveroso dare a Cesare ciò che gli compete. Se non avessi fatto il guastafeste, ora saresti molto più contento ma anche ignaro di non avere fra le mani l’araba fenice. Chi t’ha mai scritto che le incisioni del tuo Pieper sono fatte a macchina? ‘Machine made’ è il fucile nel suo insieme essenziale. Ciononostante, perdonami se ti sembra che mi erga a docente, nella seconda metà del 1800 gli americani avevano trovato il modo di replicare un’incisione con la massima fedeltà e precisione; a macchina. E, gli inglesi, non rimasero a guardare. Orbene, è davvero così fastidiosa, sconvolgente, inutile o cosa, questa che stimo una ghiotta informazione??? Darebbe tanto fastidio apprendere, già, apprendere, che anche in Val Trompia molte incisioni sono state eseguite con appositi punzoni? E, visto che ti dichiari intenditore di incisioni, perché non elargisci a noi utenti qualche scampolo del tuo sapere?
Quella Bernardelli ‘112’, ingentilita da semplici inglesine, dotata di bigrillo, legni anonimi ma non verniciati come casse da morto o, peggio, lucidissimi, magari con calcio all’inglese: quasi certamente ha le stesse identiche batterie A&D dei ‘S. Uberto’ e della ‘Roma 2000’. Se ti dicessi che la ‘112’ e la Pieper hanno il pregio di non essere sgraziate, né cafone, né appariscenti, immagino che le mie quotazioni salirebbero. Prova a smentirmi.