Ok. Tu hai le tue argomentazioni derivanti da un ventennio di esperienza, io sono nato in mezzo a gente che aveva intorno ogni tipo di gallinaceo e volatile, nato da chiocce omogenee, eterogenee ( galline bantam, tacchini, ecc... ), incubatrici, ecc... Bene, le cose che ho potuto notare in questi cinquanta e passa anni sono state riportate fedelmente nel mio post precedente, il quale voglio integrare riportando l'esempio di un piccolo allevamento in quel di Montefiascone ( VT ) - ormai non più attivo - condotto in modalità "famigliare" da due simpatici vecchietti che ogni anno rifornivano la nostra associazione di soggetti da riproduzione; finché abbiamo potuto attingere da questo contesto amatoriale, i risultati erano straordinari: percentuali di femmine alla cova in habitat naturale altissime. Finita quell'epoca, si son create delle circostanze riprovevoli e monopolistiche nel raggio di cento chilometri, per cui il "materiale" è ora fornito in maniera quasi esclusiva da un allevamento "intensivo", con risultati sempre più deludenti. L'unica eccezionale circostanza in cui si ebbe qualche risultato, fu quando si riuscirono ad ottenere soggetti di cattura provenienti dall'estero, ma poi - complici pressioni politiche sui vertici venatori - si ritornò poco dopo dal "solito" approvvigionatore e ci si trovò da capo a dodici. Furono in seguito fatti tentativi con voliere "sponsorizzate" dall' ATC di riferimento, con fornitura primaverile di soggetti giovani da liberare mesi dopo opportuno periodo di "adattamento"; anche in questo caso le delusioni non furono poche. Quanto sopra argomentato per ribadire -da un mio personalissimo punto di vista - l'assoluta necessità di soggetti riproduttori che non abbiano MAI visto una rete o subìto costrizioni di spazio, se si vuole avere un territorio con presenza di selvatici veri. Le altre soluzioni sono per me equivalenti ad alchimie del tutto stravaganti e controproducenti.
Se poi mi si obietta che le ZRC son piene di soggetti vecchi e di ridotta fertilità, rispondo che il vero problema, il punto chiave è proprio questo: anche un perfetto ignorante in genetica intuirebbe che il "sangue va ricambiato con necessaria frequenza", ma ignorare e bypassare questo punto fa parte della mala politica, disinteressata alle reali problematiche venatorie e molto più attratta dalle "connections" con fornitori di prodotti belli e pronti e dall'alto ed ingiustificabile costo.
Quando in altro post citavo l'esempio dell' ATC SI 19 di qualche anno fa, stavo parlando di magnifici territori pieni di ZRC pullulanti di fagiani in perfetta salute ed oggetto di ripetuti turn over, che andavano a ripopolare il territorio libero con soggetti talmente perfetti per la riproduzione che poi, dall'apertura fino al trentun dicembre, ti ritrovavi moltiplicati, con un capitale di nuovi nati che erano gioia di cani e cacciatori. E la densità era tale che nelle giornate più fortunate, pur cacciando in solitaria, non era raro far quota in capo ad un paio d'ore, spesso anche meno. Ecco: per me quello è l'esempio da seguire. Tutto il resto, sulla base delle mie esperienze pregresse, è soltanto uno spreco enorme di risorse pubbliche che scontenta lo stanzialista più esigente.
Concludo questo mio intervento scusandomi con gli amici del forum della prolissità dello stesso e ribadendo che quanto sopra scritto rappresenta - come sempre - solo e soltanto una mia opinione, peraltro scaturita da decenni di frequentazione di contesti agresti e di chi li abitava. Un caro saluto a tutti.