Re: Radio Migratoria Centro 2017/2018
E' vero gufo...siamo sempre sul filo del rasoio...
Però bisogna anche dire le cose come stanno.....vi siete accorti che da un paio di anni non ci son più ricorsi contro i calendari venatori regionali???
Tutte le Regioni che hanno la volontà politica di farlo possono LIBERAMENTE legiferare come 10 anni fà...anzi meglio in quanto Febbraio 10 fà non c'era.
Nemmeno Galletti... con i suoi ignobili decreti... e un Governo certo non filo-venatorio hanno saputo restringere come avrebbero voluto.
Segno che qualcuno si è dato da fare..nella politica e nel lavoro sul campo....
Quindi non vediamo sempre tutto nero....e cerchiamo di sostenere chi negli anni si è dato da fare....nella politica e nel lavoro sul campo.
Ozannagh, i Poteri Superiori possano infondere anche in me l'ottimismo che ti appartiene e che ti invidio ...
E' pur vero che apparentemente sembra che le cose si siano stabilizzate, ultimamente, per noi poveri bistrattati eredi di una passione atavica, nata con l'uomo.
Com'è altrettanto vero che le avvocature di qualche associazione abbiano veramente lavorato in modo egregio, col supporto di dati scientifici inoppugnabili, così da rendere inattaccabili gli ultimi calendari venatori.
Però ... però non ho usato quell'avverbio, "apparentemente", così a caso ... Mi spiego citando due esempi:
1) è sbagliato dire che i cacciatori laziali siano dei privilegiati perché possono cacciare il colombaccio fino al dieci febbraio, e che questa sia una gran conquista. In realtà nulla è regalato, perché comunque la stessa specie è insidiabile in questa regione non prima del 1° ottobre, vale a dire un mese dopo le regioni limitrofe, che possono cacciarlo fin dalla preapertura. Quindi nessuna conquista o concessione, ma soltanto un pareggiar di conti. A questo proposito girano voci insistenti secondo le quali prossimamente, per una questione di omogeneità dei calendari, anche il Lazio uniformerà la caccia a questa specie secondo le norme delle Regioni limitrofe.
2) Altra novità presente dall'anno scorso, non certo a favore dei cacciatori, ma cervellotica, incomprensibile e punitiva è quella dell'annotazione obbligatoria di ogni capo di selvaggina migratoria dopo l'abbattimento. Non è forse questa un'altra picconata alla logica delle umane cose, e che, se applicata in modo sistematico, vedrebbe decine e decine di nembrotte in difficoltà oggettive nell'ottemperare, specie in condizioni particolari quali quelle ad esempio, di uno spollo o di un rientro ai tordi?
Vedi, caro moderatore, essendo un essere senziente ed incline alla riflessione, non ho potuto fare a meno di notare, fin dal lontano 1983 - anno del mio esordio - un progressivo, incessante, scientifico saccheggio dei diritti del cacciatore, dal numero di specie cacciabili, ai periodi di di caccia, a macroscopiche porzioni di territorio libero, con il satanico corollario di inaudito inasprimento delle pene per gli illeciti, aumenti vertiginosi delle tasse di concessione e l'aumento esponenziale - sia in termini numerici che di visibilità -delle associazioni animaliste. Ultimo, ma non per importanza, il fatto che negli ultimi anni si registra un rapporto di 1: 10 tra i nuovi possessori di licenza e chi la lascia per sempre ( almeno per la provincia di Viterbo). Non a caso, in Italia, siam passati dai quasi due milioni degli anni 80' agli appena 570.000 ( secondo Federcaccia 410.000 !!! ) del 2017, con età media superiore ai 65 anni.
Quindi, caro Ozannagh, qui il problema non è veder tutto nero o bianco secondo come uno si sveglia la mattina, ma saper giudicare con razionalità i dati attuali e la realtà che ci circonda.
Poi, se uno è ottimista sul futuro della caccia, Dio lo benedica . Io, per ora, non ho elementi sufficienti per esserlo.
Un salutone.