Domenica ritorno ai " monti Ruffi ". Da quando hanno chiuso tutte le strade alle vetture, andare a caccia sulle pendici di quei monti che mi regalarono tante gioie è impresa da scalatore, non certo da chi oggi, alla cieca è alimentato da speranze d'incontro proficuo con i pennuti tordi, ma tant'è che prendo la decisione stimolato dall'amico Simone che desidera farmi compagnia.
Arriviamo a Cerreto Laziale alle 6 e parcheggiata la macchina ci avviamo prima sul sentiero carrozzabile tutti sassi per poi arrampicarci lassù dove osano, o meglio osavano i tordi. La montagna è una sorta di riserva tra divieti di transito e difficoltà reali nel cacciare, riuscendo a trovare piazzole in piano nascoste tra ginestre ed olivastri. mentre saliamo, incredibilmente 3 luci davanti a noi si arrampicano piazzandosi a mezza costa. Stupito, vedo positivamente la cosa. A buio fitto 3 colleghi che sfidano le leggi della fisica salendo è segno che qualche uccello si sarebbe visto, oppure sò pazzi come noi ... ma a quell'ora, con l'ipotetico spollo ancora distante ..... forse la scelta di Cerreto è giusta. Dopo 2867 passi in salita decido di fermarmi prima della scalata. Dalle luci dei colleghi, capisco che sono profondi conoscitori della zona. Aspetto lo spollo in basso con bella visuale per controllare presenza e movimento dei tordi. Ma dallo spollo e per 45 minuti vedremo solo 2 beccacce e 3 tordi. Cavolo non ci siamo. Invito Simone a spostarci. Durante la passeggiata ... sempre in salita, ma sul sentiero carrabile ..... elenco all'amico i tanti ricordi dei miei primi 20 anni di caccia tutti passati su quella montagnia con i miei maestri e con i cani. Qui ci presi una pernice ... indicando un spacco tra rovi e sassi, qui una lepre, la sotto feci 20 tordi, sopra, una mattina freddissima tante cesene e sasselli. Durante quei 3300 passi che ci seperavano dall'altro versante m'è venuto il coccolone ricordando la selvaggina di una volta, ma sino anche ad un pugno di anni fà. Neanche un merlo s'invola al nostro passaggio. Arrivati dove mi ero prefissato di sostare nella speranza di un seppur piccolo tracheggio, contiamo da lì e per più di un'ora una ventina di tordi, tutti ammacchiati che facevano piccoli voletti. Simone riesce a tirarne 3 io solamente ad uno come un missile che si gettava verso valle. Niente si ritorna.. Alla macchina Simone conta sull'applicazione del suo Smart 10870 passi. Non so quanti km di montagna abbiamo fatto, ma di cero è che siamo saliti comunque in altitudine di circa 300 mt.
Al ritorno, passo sulla piana, anche lì piena di ricordi venatori ed oggi di abusivismo edilizio, forse condonato, ma la presenza di infinite case a livello di rustico, baracche, pseudo ville e pseudo capannoni mi mette una tristezza infinita, rallegrata solo da una ricca e salutare colazione.
Rimango basito del nulla cosmico visto sulla montagna, ci avrò cacciato mille volte là sopra ... per 20 anni solo lì da novembre a febbraio e poi a gennaio 3 volte a settimana, per altri 15 almeno 10 uscite le facevo e mai, dico mai, neanche nella peggiore delle giornate trascorse in passato mi capitò di tirare ad un solo tordo. Che pena.
Va bè, ultimi scampoli di stagione solo anatre ... sulla montagna ci tornerò in primavera a respirare aria buona. [2]