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La migrazione prenuziale 2024 dell’avifauna è in pieno svolgimento. A noi cacciatori piace chiamarla “ripasso”, termine gergale tradizionale che però, occorre precisarlo, si riferisce solo alla parte della migrazione visibile a noi umani. È infatti noto come molte specie, i Turdidi ad esempio, migrino particolarmente nelle ore notturne, oppure altre transitino ad altezze tali da non essere avvistabili a occhio nudo, come fanno molti Anatidi. Pertanto, le quote di migratori che osserviamo di primo mattino, nelle ore diurne e prima del crepuscolo, a tiro del nostro sguardo, sono quelle che definiamo di “ripasso” (e passo nell’autunno), non esaustive dell’intero fenomeno migratorio. In questo periodo, alcune specie, sia per le grandi dimensioni, che per la “rumorosità” e proprio perché ci sorvolano nelle ore di luce, sono particolarmente appariscenti, vedasi ad esempio la Gru (Grus grus), che ormai da alcuni anni è tornata in forze a solcare i nostri cieli nei mesi autunnali e in quelli primaverili. Sui social, i filmati e le fotografie del ripasso delle Gru si sprecano. Si tratterebbe, a ben guardare, di una forma di citizen science, ovvero di quella forma più recente di osservazioni della fauna selvatica che si avvale della collaborazione della gente comune, ovvero di persone che, dotate di un minimo di conoscenze di base – in questo caso, la capacità di discernere tra una specie di uccelli e l’altra – e trovandosi sul territorio, raccolgono appunto video e immagini, che poi diffondono e che possono contribuire alle indagini e ricerche sulla fauna selvatica svolte dagli addetti ai lavori. Si tratta di una fonte potenzialmente rilevante di osservazioni che, in qualche modo, supplisce al numero e alla dislocazione dei ricercatori, inevitabilmente molto più ridotti. Le Gru sono senza dubbio bellissime, di elevato valore simbolico ed evocativo: però, a pensarci bene, non sono certo le sole a compiere viaggi epici. Tutti i piccoli Passeriformi migratori, ad esempio, ne compiono di altrettanto importanti, solo che sono molto più piccoli, volano a bassa o bassissima quota e, magari, lo fanno di notte. Il pettirosso o lo scricciolo e tanti altri, ci rivelano che stanno passando perché ci appaiono oggi nei cespugli dove non c’erano ieri. Una bella sorpresa e un moto di stupore ogni qualvolta pensiamo a come riescano pochi grammi di piume a percorrere certe distanze e a superare certi ostacoli. È poi indubitabile che l’ammirare nel cielo i grandiosi branchi di colombacci piuttosto che le V disegnate dalle gru, certamente regali emozioni più intense e significative. Insomma, gli uccelli ripassano e stanno ripassando in relativa abbondanza. Restiamo in attesa delle prime segnalazioni di marzaiole a mare – che nella primavera 2023 furono molto frequenti e rilevanti soprattutto sul lato tirrenico della Penisola, con una messe di video amatoriali in circolazione – e intanto godiamoci il meraviglioso spettacolo, a naso, cellulari e videocamere all’insù. Palumbus

Fonte:anuu.org