Ciao a tutti.
Chiuso il capitolo riguardante la forza viva iniziamo a parlare delle PRESSIONI.
Il Granelli da questa definizione: “La pressione è il rapporto fra la forza esercitata uniformemente su una superficie e l’area della superficie stessa”.
La pressione in una cartuccia, come noto, viene generata dall’espansione dei gas di combustione della polvere. Il suo valore cresce fino a quando - sotto la spinta dei gas che aumentano di volume - la borra inizia a muoversi, comprime i pallini che a loro volta fanno pressione sull’orlatura che aprendosi fa fuoriuscire la carica del piombo e da libero sfogo ai gas. Il picco massimo di pressione come si può intuire si raggiungere nell‘attimo prima che l’orlatura si apre.
La pressione di una cartuccia a pallini viene rilevata con uno strumento chiamato canna manometrica.
Chiedo scusa se a volte esprimo concetti elementari che molti conoscono meglio di me, ma essendo un forum pubblico penso sempre che ci sia qualche neofita che ci legge - e che dunque tutto scontato non è.
La canna manometrica oltre a misurare il picco pressorio massimo ci fornisce anche altri dati utilissimi quali la velocità, il tempo di canna, il ritardo di accensione e, soprattutto, la curva pressoria.
La velocità la conosciamo è la famosa V0 di cui abbiamo parlato abbondantemente.
Il tempo di canna come ci dice il nome è il tempo che la carica impiega a percorrere la canna nella sua lunghezza. Il Granelli da grande importanza a questo valore perché è un sicuro indice dell’andamento combustivo della polvere. Il suo valore oscilla fra i 2 o i 3 millisecondi. Se si esce da questi parametri evidentemente la polvere non ha svolto perfettamente il suo lavoro.
Il ritardo di accensione è un fenomeno che si presenta con un innesco difettoso e, per non alterare il processo combustivo il suo valore non deve superare gli 0,25 millisecondi.
Ma a mio parere il dato determinante del processo combustivo è la curva pressoria.
Chi non l’ha mai vista se la vada a vedere sul web, ponendo attenzione al diverso andamento pressorio di una polvere vivace e di una progressiva, così comprenderà sicuramente meglio le mie osservazioni.
Come si osserverà dal grafico la polvere vivace avrà un picco repentino fino al punto massimo (Pmax) e una discesa più rapida rispetto ad una polvere progressiva.
Al contrario la polvere progressiva avrà un andamento pressorio “più blando” impiegherà più tempo a raggiungere il picco massimo e anche la curva di discesa sarà più dolce - e dunque nel percorso di canna – e di conseguenza all’uscita di essa – i gas che generano la pressione usciranno con maggior forza rispetto alla polvere più vivace.
L’uscita di questi gas a detta di alcuni potrebbe interferire sulla massa dei pallini disperdendoli. In realtà le immagini al rallentatore pubblicate in un video di Gianni (Centro67) dimostrano che questo fenomeno anche se fosse esistito in passato con i moderni caricamenti non esiste più in quanto i gas in uscita si trovano posizionati SEMPRE dietro i pallini.
Già 40 anni fa il Granelli scriveva: La pressione di bocca di una carica aumenta con le polveri progressive e con le canne corte e se supera i valori medi di 40 o 50 kg/cm2, essa PUO’ produrre uno scompiglio della carica dei pallini ad opera del soffio di bocca. Il fenomeno, temibile con borraggio tradizionale, NON SI VERIFICA se i pallini sono protetti da contenitore. (pag. 227, ultimo paragrafo).
E con questo spero di aver fatto verità una volta per tutte su alcuni falsi preconcetti.
Torniamo alle pressioni.
Quando e perché usare una polvere vivace o progressiva?
Una polvere vivace come dice il nome, brucia più velocemente dell’altra e raggiunge più velocemente il massimo picco pressorio. La sua caratteristica la rende perfetta per le basse grammature di piombo che sfruttano al meglio questa sua peculiarità. Per far capire bene il concetto tenterò di spiegarlo dicendo perché queste polveri NON sono adatte a cariche maggiori di piombo.
Se mettiamo ipoteticamente 40 grammi di pallini dentro una cartuccia con polvere vivace adatta per 28 grammi succederà che l’anomalo peso di pallini farà un “effetto tappo” sui gas che si stanno espandendo velocissimi verso il picco massimo.
Tanto per dare una idea di quanto sia repentina la crescita della pressione vi dico che il picco massimo si raggiunge in circa mezzo millisecondo (0,5 millisecondi).
Se i gas per effetto del maggior carico estrattivo non trovano libero sfogo al momento giusto la pressione che sta schizzando verso l’alto continuerà a crescere raggiungendo valori non prevedibili, ma così elevati da poter causare, in taluni casi, anche lo SCOPPIO DELLA CANNA.
Più la polvere è vivace meno è il carico estrattivo necessario a far bruciare correttamente la polvere.
Al contrario una polvere lenta avrà bisogno di un maggior carico estrattivo cioè più piombo e/o orlatura più serrata - per far si che il maggior “peso” impedisca all’orlatura di cedere prima che la polvere abbia svolto il suo lavoro raggiungendo il valore pressorio voluto.
Infatti se carichiamo una cartuccia con polvere progressiva e una bassa dose di piombo il minor carico estrattivo farà si che l’orlatura si apra troppo presto.
La polvere - che a causa della prematura uscita dei pallini non è bruciata in camera di scoppio - non solo non svolgerà bene il suo lavoro imprimendo alla carica una velocità “fiacca” - ma continuando a bruciare in canna, creerà pressioni anomale proprio dove le pareti dell’acciaio sono più sottili, con effetti anche in questo caso imprevedibili ed ASSAI RISCHIOSI per il tiratore. In questi casi si potrebbe vedere il fenomeno del “fuoco lungo” ovvero una lingua di fuoco fuori dalla canna generata dalla polvere che ancora sta bruciando, mentre nella canna resteranno numerosi residui incombusti.
Da qui si capisce che il buon funzionamento della cartuccia e la nostra sicurezza dipendono dal PERFETTO EQUILIBRIO fra la potenza dell’innesco, la dose di polvere, la rigidità della borra, il peso del piombo e l’altezza della chiusura.
Voglio porre l’accento sull’importanza del carico d’estrazione, cioè su tutto ciò che gravita sopra la polvere e ne regola di fatto il processo combustivo. L’altezza del bossolo - un contenitore più o meno duro o più o meno schiacciato - il peso e la dimensione dei pallini che influiscono sull’intasamento - ed una chiusura più o meno serrata - sono fattori fondamentali e spesso sottostimati nel caricamento domestico. Eppure secondo me, sono responsabili di tante gioie e delle immancabili delusioni delle nostre cartucce.
Ovviamente anche l’innesco, influenza non poco questo processo.
Non mi dilungherò nella spiegazione di come interagiscono fra loro i vari componenti, sia per questione di tempo, (l’argomento è lungo e articolato), sia perché, essendo argomento fondamentale ed assai interessante, (almeno per me), spero diventi oggetto di confronto costruttivo da parte di tutti alla fine di questi scritti.
Mi limiterò ad aggiungere che sorprendentemente la v0 non dipende, (come io ho per tanto tempo immaginato), dalla pressione massima.
Più pressione = maggior velocità non è la formula giusta.
La v0 è il prodotto della MEDIA DEL LAVORO svolto dalla pressione sulla carica dei pallini per tutta la lunghezza della canna.
Per spiegare bene questo concetto citerò un esempio usato in un altro forum.
Se prendiamo una mazza e diamo un colpo forte istantaneo ad un carrello, questi, per la spinta ricevuta, percorrerà alcuni metri.
La stessa distanza però potremmo fargliela percorrere anche se - anziché scaricare tutta insieme l’energia - iniziamo a spingerlo per un certo tempo e poi lo lasciamo.
Alla fine il lavoro svolto è lo stesso, (il carrello percorrerà gli stessi metri), ma nel secondo caso abbiamo applicato una PRESSIONE PIU’ BASSA anche se per un TEMPO PIU' LUNGO.
Teniamo bene a mente questo concetto perché ci servirà non poco per cercare qualche intelligente soluzione per diminuire il picco pressorio che, come vedremo immediatamente dopo, è assai deleterio sulla bontà della rosata.
Chiaramente chi ha la canna manometrica e l’esperienza per farlo, osservando la curva pressoria può tentare di accelerare o ritardare il picco pressorio (cioè il tempo di spinta sul carrello dell’esempio appena citato).
Verificando i dati mano mano che li modifica, il caricatore potrà sfruttare al meglio un determinato lotto di polvere o creare cariche particolari. Potendo VERIFICARE A PRIORI il processo combustivo, la velocità e il tempo di canna, può farlo in assoluta sicurezza. Ma questi tentativi sono riservati esclusivamente a operatori del settore dotati di adeguati strumenti di verifica, non certo ad un ricaricatore amatoriale.
Nessuno si azzardi a fare esperimenti “fai da te” sparando cartucce improvvisate senza prima averle verificate in canna manometrica: stiamo maneggiando esplosivi e LA VITA E’UNA.