La baLListica terminale della munizione spezzata la definirei come la Superc@zzola apologetica della bottadeculo.

alias: se e quando cascano, fatte i c@zzi tua e continua a sparare, perchè non lo saprai mai perchè è cascato, manco dopo spennato.

Fatte i c@zzi tua.
Esatto.
Fatte i c@zzi tua.
Dietro questa battuta c'è in realtà molto di quanto è uscito in queste lunghe discussioni.
Il peccato originale di chi basa le proprie "teorie" sull'esperienza personale è voler applicare il metodo induttivo ad esse, giungendo a conclusioni assolute.
Purtroppo il metodo induttivo, a volte, ha dei limiti notevoli e incappa in gaffes clamorose, come ci insegna il tacchino di Russell.
Nessuno di noi può mettere in dubbio le esperienze degli altri, è sensato aspettarsi che siano esperienze reali, ma bisogna rassegnarsi che queste esperienze, questi c@zzi tua, valgono per quello che sono e non sono quasi mai adatti a formulare regole generali.
L'esperienza, l'osservazione, sono parte della scienza, ma non possono mai venire prima delle leggi scientifiche; servono, caso mai, a confermarle a posteriori.
 
il punto era che nonostante tutte le pippe mentali che mi sono fatte, sancivo di non avere gli strumenti per rispondere cosa sia meglio o peggio, canne, camere, etc Sono solo le mie/altrui osservazioni isolate...che valgono poco di per sé e da cui posso dedurre poco.

Indagare a livelli "pro"...diventa estremamente complesso e necessita di strumenti e competenze.
Poi mi si è offeso uno degli esperti che invece proprio lungi da me offendere o altro... quindi lascio perdere.
Le mie idee personali rispetto a tiri kilometrici, pallettoni sulle allodole e canne da pesca le ho esternate abbondantemente.

Ma la sensazione rimane che ci sono troppe variabili frustranti non controllabili da profani e estrema casualità delle osservazioni non sistematiche...alla luce delle quali, comunque, nella realtà dei fatti teoria e pratica concordano: il tiro utile reale e "costante" è comunque 35/40m. canne da 66 o 76, 36 o 56g.
 
era ovviamente una battuta. È di una complessità unica. e penso che ci siano alcune variabili incontrollabili e confondenti.
Esattamente come in medicina. A volte i pazienti guariscono. a volte no. E non sai perché. Vedasi il plaquenil e la azitromicina nel covid.

suvvia. Sono qui per imparare da voi che ne sapete più di me. Un po' di ironia non era volta a sminuire nessuno.


Ok Franky, non siamo qui per farci la guerra. Comprendo che la tua è stata una battuta diciamo così "non troppo ponderata", Per quel che mi riguarda ci metto una pietra sopra e la storia finisce qui.

Però te lo dico davvero in amicizia, tu sei qui per imparare come tutti noi, se puoi astieniti da battute eclatanti e fuorvianti, intervieni su quello che davvero sai - e dove non sai, piuttosto che esprimere pensieri sconnessi, ascolta e medita.
Poi se ritieni di avere qualcosa di importante da dire intervieni e scrivila. Abbiamo bisogno del contributo di tutti.... anche del tuo.

un saluto

Maurizio
 
Purtroppo i tordi sono stati scarsi e localizzati in pochi angoli. Le mie zone, S.Severina, Scandale, Rocca di Neto..ne hanno visti pochi dopo il passo. E fra ZPS, giorni limitati, cinghialari, volontari...è stata una grossa noia. Però il resto della selvaggina se n'è vista
 
Questa discussione teoricamente è sensata.
Nella realtà spesso la variabile la fa la cartuccia, che in casa si può tentare di parametrizzare secondo quanto esposto da Maurizio.
In fondo chi acquista le cartucce non saprà mai o quasi mai, magari perchè disinteressato, a capire cosa c'è dentro e le variabili che potrebbe utilizzare per renderle migliori per l'abbinamento al proprio fucile.
Questo lo può fare chi ricarica, ma deve avere un ottimo bagaglio di conoscenze per capire e modificare queste variabili e per farlo deve avere anche un minimo di attrezzatura di controllo. ..... come potrebbe essere un microscopio o altri accessori per un medico.
La diagnosi ti fa avvicinare al risultato finale.
 
Ciao a tutti.
Chiuso il capitolo riguardante la forza viva iniziamo a parlare delle PRESSIONI.

Il Granelli da questa definizione: “La pressione è il rapporto fra la forza esercitata uniformemente su una superficie e l’area della superficie stessa”.

La pressione in una cartuccia, come noto, viene generata dall’espansione dei gas di combustione della polvere. Il suo valore cresce fino a quando - sotto la spinta dei gas che aumentano di volume - la borra inizia a muoversi, comprime i pallini che a loro volta fanno pressione sull’orlatura che aprendosi fa fuoriuscire la carica del piombo e da libero sfogo ai gas. Il picco massimo di pressione come si può intuire si raggiungere nell‘attimo prima che l’orlatura si apre.

La pressione di una cartuccia a pallini viene rilevata con uno strumento chiamato canna manometrica.

Chiedo scusa se a volte esprimo concetti elementari che molti conoscono meglio di me, ma essendo un forum pubblico penso sempre che ci sia qualche neofita che ci legge - e che dunque tutto scontato non è.

La canna manometrica oltre a misurare il picco pressorio massimo ci fornisce anche altri dati utilissimi quali la velocità, il tempo di canna, il ritardo di accensione e, soprattutto, la curva pressoria.

La velocità la conosciamo è la famosa V0 di cui abbiamo parlato abbondantemente.

Il tempo di canna come ci dice il nome è il tempo che la carica impiega a percorrere la canna nella sua lunghezza. Il Granelli da grande importanza a questo valore perché è un sicuro indice dell’andamento combustivo della polvere. Il suo valore oscilla fra i 2 o i 3 millisecondi. Se si esce da questi parametri evidentemente la polvere non ha svolto perfettamente il suo lavoro.

Il ritardo di accensione è un fenomeno che si presenta con un innesco difettoso e, per non alterare il processo combustivo il suo valore non deve superare gli 0,25 millisecondi.

Ma a mio parere il dato determinante del processo combustivo è la curva pressoria.
Chi non l’ha mai vista se la vada a vedere sul web, ponendo attenzione al diverso andamento pressorio di una polvere vivace e di una progressiva, così comprenderà sicuramente meglio le mie osservazioni.

Come si osserverà dal grafico la polvere vivace avrà un picco repentino fino al punto massimo (Pmax) e una discesa più rapida rispetto ad una polvere progressiva.

Al contrario la polvere progressiva avrà un andamento pressorio “più blando” impiegherà più tempo a raggiungere il picco massimo e anche la curva di discesa sarà più dolce - e dunque nel percorso di canna – e di conseguenza all’uscita di essa – i gas che generano la pressione usciranno con maggior forza rispetto alla polvere più vivace.

L’uscita di questi gas a detta di alcuni potrebbe interferire sulla massa dei pallini disperdendoli. In realtà le immagini al rallentatore pubblicate in un video di Gianni (Centro67) dimostrano che questo fenomeno anche se fosse esistito in passato con i moderni caricamenti non esiste più in quanto i gas in uscita si trovano posizionati SEMPRE dietro i pallini.
Già 40 anni fa il Granelli scriveva: La pressione di bocca di una carica aumenta con le polveri progressive e con le canne corte e se supera i valori medi di 40 o 50 kg/cm2, essa PUO’ produrre uno scompiglio della carica dei pallini ad opera del soffio di bocca. Il fenomeno, temibile con borraggio tradizionale, NON SI VERIFICA se i pallini sono protetti da contenitore. (pag. 227, ultimo paragrafo).
E con questo spero di aver fatto verità una volta per tutte su alcuni falsi preconcetti.


Torniamo alle pressioni.
Quando e perché usare una polvere vivace o progressiva?

Una polvere vivace come dice il nome, brucia più velocemente dell’altra e raggiunge più velocemente il massimo picco pressorio. La sua caratteristica la rende perfetta per le basse grammature di piombo che sfruttano al meglio questa sua peculiarità. Per far capire bene il concetto tenterò di spiegarlo dicendo perché queste polveri NON sono adatte a cariche maggiori di piombo.

Se mettiamo ipoteticamente 40 grammi di pallini dentro una cartuccia con polvere vivace adatta per 28 grammi succederà che l’anomalo peso di pallini farà un “effetto tappo” sui gas che si stanno espandendo velocissimi verso il picco massimo.
Tanto per dare una idea di quanto sia repentina la crescita della pressione vi dico che il picco massimo si raggiunge in circa mezzo millisecondo (0,5 millisecondi).
Se i gas per effetto del maggior carico estrattivo non trovano libero sfogo al momento giusto la pressione che sta schizzando verso l’alto continuerà a crescere raggiungendo valori non prevedibili, ma così elevati da poter causare, in taluni casi, anche lo SCOPPIO DELLA CANNA.


Più la polvere è vivace meno è il carico estrattivo necessario a far bruciare correttamente la polvere.

Al contrario una polvere lenta avrà bisogno di un maggior carico estrattivo cioè più piombo e/o orlatura più serrata - per far si che il maggior “peso” impedisca all’orlatura di cedere prima che la polvere abbia svolto il suo lavoro raggiungendo il valore pressorio voluto.

Infatti se carichiamo una cartuccia con polvere progressiva e una bassa dose di piombo il minor carico estrattivo farà si che l’orlatura si apra troppo presto.
La polvere - che a causa della prematura uscita dei pallini non è bruciata in camera di scoppio - non solo non svolgerà bene il suo lavoro imprimendo alla carica una velocità “fiacca” - ma continuando a bruciare in canna, creerà pressioni anomale proprio dove le pareti dell’acciaio sono più sottili, con effetti anche in questo caso imprevedibili ed ASSAI RISCHIOSI per il tiratore. In questi casi si potrebbe vedere il fenomeno del “fuoco lungo” ovvero una lingua di fuoco fuori dalla canna generata dalla polvere che ancora sta bruciando, mentre nella canna resteranno numerosi residui incombusti.


Da qui si capisce che il buon funzionamento della cartuccia e la nostra sicurezza dipendono dal PERFETTO EQUILIBRIO fra la potenza dell’innesco, la dose di polvere, la rigidità della borra, il peso del piombo e l’altezza della chiusura.

Voglio porre l’accento sull’importanza del carico d’estrazione, cioè su tutto ciò che gravita sopra la polvere e ne regola di fatto il processo combustivo. L’altezza del bossolo - un contenitore più o meno duro o più o meno schiacciato - il peso e la dimensione dei pallini che influiscono sull’intasamento - ed una chiusura più o meno serrata - sono fattori fondamentali e spesso sottostimati nel caricamento domestico. Eppure secondo me, sono responsabili di tante gioie e delle immancabili delusioni delle nostre cartucce.
Ovviamente anche l’innesco, influenza non poco questo processo.


Non mi dilungherò nella spiegazione di come interagiscono fra loro i vari componenti, sia per questione di tempo, (l’argomento è lungo e articolato), sia perché, essendo argomento fondamentale ed assai interessante, (almeno per me), spero diventi oggetto di confronto costruttivo da parte di tutti alla fine di questi scritti.

Mi limiterò ad aggiungere che sorprendentemente la v0 non dipende, (come io ho per tanto tempo immaginato), dalla pressione massima.
Più pressione = maggior velocità non è la formula giusta.


La v0 è il prodotto della MEDIA DEL LAVORO svolto dalla pressione sulla carica dei pallini per tutta la lunghezza della canna.

Per spiegare bene questo concetto citerò un esempio usato in un altro forum.
Se prendiamo una mazza e diamo un colpo forte istantaneo ad un carrello, questi, per la spinta ricevuta, percorrerà alcuni metri.
La stessa distanza però potremmo fargliela percorrere anche se - anziché scaricare tutta insieme l’energia - iniziamo a spingerlo per un certo tempo e poi lo lasciamo.
Alla fine il lavoro svolto è lo stesso, (il carrello percorrerà gli stessi metri), ma nel secondo caso abbiamo applicato una PRESSIONE PIU’ BASSA anche se per un TEMPO PIU' LUNGO.


Teniamo bene a mente questo concetto perché ci servirà non poco per cercare qualche intelligente soluzione per diminuire il picco pressorio che, come vedremo immediatamente dopo, è assai deleterio sulla bontà della rosata.

Chiaramente chi ha la canna manometrica e l’esperienza per farlo, osservando la curva pressoria può tentare di accelerare o ritardare il picco pressorio (cioè il tempo di spinta sul carrello dell’esempio appena citato).
Verificando i dati mano mano che li modifica, il caricatore potrà sfruttare al meglio un determinato lotto di polvere o creare cariche particolari. Potendo VERIFICARE A PRIORI il processo combustivo, la velocità e il tempo di canna, può farlo in assoluta sicurezza. Ma questi tentativi sono riservati esclusivamente a operatori del settore dotati di adeguati strumenti di verifica, non certo ad un ricaricatore amatoriale.


Nessuno si azzardi a fare esperimenti “fai da te” sparando cartucce improvvisate senza prima averle verificate in canna manometrica: stiamo maneggiando esplosivi e LA VITA E’UNA.
 
EFFETTI NEGATIVI DELLA PRESSIONE

L’aumento della pressione - così determinante per la velocità dei pallini - crea purtroppo sulla colonna del piombo degli effetti fisici tutt’altro che positivi.

Per far capire l’entità del fenomeno riporterò quanto scrive il Granelli.
“Se vogliamo fare qualche interessante considerazione su problemi di balistica interna, consideriamo che in circa 5 decimillesimi di secondo la polvere ha sviluppato la sua pressione massima. Supponiamo che essa sia del valore di 500 Kg/cm2. (500 bar). Poiché la superficie della sezione dell’anima della canna di un fucile calibro 12 misura circa 2,63 cm2,sulla colonna del borraggio, e quindi indirettamente sui pallini, viene esercitata in quell’istante una pressione di 1,315 tonnellate (500kg x 2,63 cm2 = 1315 kg). Durante il percorso di canna, il cui tempo si aggira sui 3 millesimi di secondo, la carica dei pallini è inoltre sottoposta ad una accellerazione spaventosa passando dallo stato di quiete alla velocità media di 1440 km orari superando largamente la velocità del suono.”


Faccio notare che i calcoli sono stati effettuati prendendo in considerazione la pressione minima di un calibro 12 che è di circa 500 bar. Se facciamo il raffronto con il massimo della pressione che è di 1000 bar si comprende come sulla massa del piombo si scarichi una ”botta” da 2 tonnellate e mezzo: non proprio bruscolini.

Prosegue la sua relazione sottolineando come SEMPRE (ovviamente) si verifichi una deformazione per schiacciamento di ALCUNI STRATI di pallini a partire dalla base della borra a salire. I pallini risentiranno anche del forte attrito nella canna in particolar modo quelli esterni - anche in considerazione che la temperatura aumenta di pari passo con la pressione. Più la pressione sale - e dunque più la temperatura aumenta - più il piombo si ammorbidirà favorendo la deformazione dei pallini e la loro parziale fusione – a partire dai più piccoli.

Come è comprensibile, il pallino deformato subirà maggiormente l’effetto antagonista dell’aria e comincerà rapidamente a perdere velocità e a cambiare traiettoria. Tutti questi pallini saranno completamente inutili o nelle migliori delle ipotesi scarsamente utili ai fini dell’abbattimento.

Non è dato sapere quale sia la percentuale di pallini che si deforma e vanno persi. Del resto le variabili sono molte. La durezza del pallino: che aumenta con l’aumentare della percentuale di antimonio nella lega o con la nichelatura – la dimensione del pallino: più è piccolo maggiori sono le possibilità che si deformi e/o che si fonda con altri – l’elasticità del borraggio e la sua compressione che cedendo più o meno gradualmente sotto la spinta dei gas avrà un effetto ammortizzante sulla colonna del piombo… e probabilmente altre variabili che ora non mi vengono in mente e che voi mi aiuterete a scoprire.

La qualità del piombo, spesso da molti non considerata, ha in realtà un ruolo molto importante ai fini venatori, perché quanto più è sferico e duro tanto meno subirà gli effetti negativi della pressione.

Duole constatare che la qualità del piombo oggi disponibile sul mercato è sensibilmente inferiore rispetto ai tempi della mia gioventù quando il mitico Montevecchio era il re incontrastato dei pallini da caccia.

Di certo la quantità di pallini all’interno di una carica - che per effetto della pressione perderanno la loro efficacia balistica - è un fenomeno tutt’altro che irrilevante sebbene spesso non considerato.
L’obbiettivo da raggiungere è quello di trovare i giusti accorgimenti per abbassare il più possibile le pressioni mantenendo il più possibile alta la v0 e la compattezza della rosata: non proprio un gioco da ragazzi.

Interessantissimo quello che scrive il giudice Edoardo Mori nella sua “Enciclopedia delle armi” (earmi.it).
"La velocità iniziale dei pallini ai fini degli studi di balistica viene CONVENZIONALMENTE assunta come pari a 360 ms, anche in considerazione del fatto, che qualche decina di metri al secondo in più o in meno alla bocca, diventano pochi metri al secondo alle distanze venatorie e del fatto che questa risulta essere la VELOCITA’ OTTIMALE sotto molti punti di vista. Una velocità superiore richiede NOTEVOLE AUMENTO DELLE PRESSIONI con un PEGGIORAMENTO DELLA ROSATA non accompagnato da ALCUN VANTAGGIO ALLA MAGGIOR DISTANZA raggiungibile. Una velocità inferiore aumenta di molto la bontà della rosata, ma diminuisce troppo la penetrazione del pallino.”


Dunque Edoardo Mori, (chi non lo conosce vada a vedersi il suo curriculum sul web), addirittura pone come “VELOCITA’ OTTIMALE i 360 ms.” affermando addirittura che questa è la velocita “convenzionale” negli studi di balistica e, per l’attività che ha svolto in ambito forense, c’è da crederlo sulla parola.

Non solo, ma pur non specificando il valore, lui dichiara che una velocita superiore richiede un “notevole aumento delle pressioni”. Ed ora che abbiamo in parte capito quali sono gli effetti deleteri sui pallini - comprendiamo meglio anche il Granelli, che dai suoi calcoli ritiene i 380ms la V0 ottimale.

Questo spiega anche perché molti di noi, con opportune verifiche strumentali, hanno riscontrato che alcune cartucce letali sulla lunga distanza (in particolare le americane), possiedono V0 simili a quelle riportate sopra.

Anche se come sostengono il Mori e il Granelli - le v0 ottimali sono 360/380 ms - è evidente che velocità maggiori saranno SEMPRE preferibili in termini di energia viva.
Ma per esperimenti che sicuramente loro hanno fatto, la maggior velocità comporterà un “notevole aumento di pressione” - con tutte le conseguenze che ora conosciamo.
La v0 superiore scaricherà sicuramente sul bersaglio più energia viva ma la rosata risulterà meno guarnita e dunque quel poco di velocità terminale in più potrebbe non compensare in termini di abbattimento la rosata più compatta e meno veloce.


Prima di concludere ricordo a tutti che il processo combustivo risente sensibilmente delle variazioni di temperatura, umidità ed altitudine

La V0 delle cartucce è ovviamente sempre riferita alle condizioni meteo in cui viene impiegata.

Una cartuccia che con il caldo di agosto ci ha dato v0 di 400-420m/s - è certo, (come vedremo prossimamente), che con il freddo e l’umidità di dicembre ci darà velocità ben più basse - e la cartuccia, che in agosto ci spaccava la spalla con rosate mediocri, cambiando il clima, diventerà improvvisamente molto efficace.
Questo spiegherebbe anche la notevole diversità di v0 fra più cartucce similari.


Ci sono ancora due o tre fenomeni interessanti di cui parlare prima di chiudere il cerchio.

Vi chiedo di aver pazienza, ma più ricerche faccio più cose scopro - e l’argomento diventa, almeno per me, oltremodo interessante: perché prima di sfatare i vostri miti sfata i miei - e prima di sorprendere voi con concetti nuovi sorprende me.

Come sempre aspetto i vostri commenti e le vostre aggiunte e/o correzioni.

Per chi vuole, ci ritroviamo qui fra qualche giorno, per ulteriori considerazioni.

Un saluto

Maurizio
 
Pienamente d'accordo con te Tullio. Infatti negli scritti che seguiranno anche io porrò l'accento su quanto da te evidenziato
Tuttavia una "infarinatura" generale sui principali fenomeni balistici può rendere più razionale la scelta sulle cartucce che compra, anche a chi non ricarica.
 
Saluti a tutti! Grazie Maurizio! per l'esposizione chiara, ben articolata e ben spiegata. L'argomento è interessante e per chi non possiede la letteratura specifica, leggere le sue chiarificazioni è molto utile. Mi permetto di dire che questo capitolo sulle pressioni potrebbe essere staccato dal precedente e andare a costituire un capitolo a se. Insomma un "Thread Specifico". Grazie per il suo apporto. Buona Giornata.
 
Ciao Bigrillo, grazie per l'apprezzamento: gratificante e incoraggiante.
Se ci sono argomenti che non ti sono chiari, o hai qualcosa da aggiungere, sei il benvenuto.
 
Ciao a tutti.
Chiuso il capitolo riguardante la forza viva iniziamo a parlare delle PRESSIONI.

Il Granelli da questa definizione: “La pressione è il rapporto fra la forza esercitata uniformemente su una superficie e l’area della superficie stessa”.

La pressione in una cartuccia, come noto, viene generata dall’espansione dei gas di combustione della polvere. Il suo valore cresce fino a quando - sotto la spinta dei gas che aumentano di volume - la borra inizia a muoversi, comprime i pallini che a loro volta fanno pressione sull’orlatura che aprendosi fa fuoriuscire la carica del piombo e da libero sfogo ai gas. Il picco massimo di pressione come si può intuire si raggiungere nell‘attimo prima che l’orlatura si apre.

La pressione di una cartuccia a pallini viene rilevata con uno strumento chiamato canna manometrica.

Chiedo scusa se a volte esprimo concetti elementari che molti conoscono meglio di me, ma essendo un forum pubblico penso sempre che ci sia qualche neofita che ci legge - e che dunque tutto scontato non è.

La canna manometrica oltre a misurare il picco pressorio massimo ci fornisce anche altri dati utilissimi quali la velocità, il tempo di canna, il ritardo di accensione e, soprattutto, la curva pressoria.

La velocità la conosciamo è la famosa V0 di cui abbiamo parlato abbondantemente.

Il tempo di canna come ci dice il nome è il tempo che la carica impiega a percorrere la canna nella sua lunghezza. Il Granelli da grande importanza a questo valore perché è un sicuro indice dell’andamento combustivo della polvere. Il suo valore oscilla fra i 2 o i 3 millisecondi. Se si esce da questi parametri evidentemente la polvere non ha svolto perfettamente il suo lavoro.

Il ritardo di accensione è un fenomeno che si presenta con un innesco difettoso e, per non alterare il processo combustivo il suo valore non deve superare gli 0,25 millisecondi.

Ma a mio parere il dato determinante del processo combustivo è la curva pressoria.
Chi non l’ha mai vista se la vada a vedere sul web, ponendo attenzione al diverso andamento pressorio di una polvere vivace e di una progressiva, così comprenderà sicuramente meglio le mie osservazioni.

Come si osserverà dal grafico la polvere vivace avrà un picco repentino fino al punto massimo (Pmax) e una discesa più rapida rispetto ad una polvere progressiva.

Al contrario la polvere progressiva avrà un andamento pressorio “più blando” impiegherà più tempo a raggiungere il picco massimo e anche la curva di discesa sarà più dolce - e dunque nel percorso di canna – e di conseguenza all’uscita di essa – i gas che generano la pressione usciranno con maggior forza rispetto alla polvere più vivace.

L’uscita di questi gas a detta di alcuni potrebbe interferire sulla massa dei pallini disperdendoli. In realtà le immagini al rallentatore pubblicate in un video di Gianni (Centro67) dimostrano che questo fenomeno anche se fosse esistito in passato con i moderni caricamenti non esiste più in quanto i gas in uscita si trovano posizionati SEMPRE dietro i pallini.
Già 40 anni fa il Granelli scriveva: La pressione di bocca di una carica aumenta con le polveri progressive e con le canne corte e se supera i valori medi di 40 o 50 kg/cm2, essa PUO’ produrre uno scompiglio della carica dei pallini ad opera del soffio di bocca. Il fenomeno, temibile con borraggio tradizionale, NON SI VERIFICA se i pallini sono protetti da contenitore. (pag. 227, ultimo paragrafo).
E con questo spero di aver fatto verità una volta per tutte su alcuni falsi preconcetti.


Torniamo alle pressioni.
Quando e perché usare una polvere vivace o progressiva?

Una polvere vivace come dice il nome, brucia più velocemente dell’altra e raggiunge più velocemente il massimo picco pressorio. La sua caratteristica la rende perfetta per le basse grammature di piombo che sfruttano al meglio questa sua peculiarità. Per far capire bene il concetto tenterò di spiegarlo dicendo perché queste polveri NON sono adatte a cariche maggiori di piombo.

Se mettiamo ipoteticamente 40 grammi di pallini dentro una cartuccia con polvere vivace adatta per 28 grammi succederà che l’anomalo peso di pallini farà un “effetto tappo” sui gas che si stanno espandendo velocissimi verso il picco massimo.
Tanto per dare una idea di quanto sia repentina la crescita della pressione vi dico che il picco massimo si raggiunge in circa mezzo millisecondo (0,5 millisecondi).
Se i gas per effetto del maggior carico estrattivo non trovano libero sfogo al momento giusto la pressione che sta schizzando verso l’alto continuerà a crescere raggiungendo valori non prevedibili, ma così elevati da poter causare, in taluni casi, anche lo SCOPPIO DELLA CANNA.


Più la polvere è vivace meno è il carico estrattivo necessario a far bruciare correttamente la polvere.

Al contrario una polvere lenta avrà bisogno di un maggior carico estrattivo cioè più piombo e/o orlatura più serrata - per far si che il maggior “peso” impedisca all’orlatura di cedere prima che la polvere abbia svolto il suo lavoro raggiungendo il valore pressorio voluto.

Infatti se carichiamo una cartuccia con polvere progressiva e una bassa dose di piombo il minor carico estrattivo farà si che l’orlatura si apra troppo presto.
La polvere - che a causa della prematura uscita dei pallini non è bruciata in camera di scoppio - non solo non svolgerà bene il suo lavoro imprimendo alla carica una velocità “fiacca” - ma continuando a bruciare in canna, creerà pressioni anomale proprio dove le pareti dell’acciaio sono più sottili, con effetti anche in questo caso imprevedibili ed ASSAI RISCHIOSI per il tiratore. In questi casi si potrebbe vedere il fenomeno del “fuoco lungo” ovvero una lingua di fuoco fuori dalla canna generata dalla polvere che ancora sta bruciando, mentre nella canna resteranno numerosi residui incombusti.


Da qui si capisce che il buon funzionamento della cartuccia e la nostra sicurezza dipendono dal PERFETTO EQUILIBRIO fra la potenza dell’innesco, la dose di polvere, la rigidità della borra, il peso del piombo e l’altezza della chiusura.

Voglio porre l’accento sull’importanza del carico d’estrazione, cioè su tutto ciò che gravita sopra la polvere e ne regola di fatto il processo combustivo. L’altezza del bossolo - un contenitore più o meno duro o più o meno schiacciato - il peso e la dimensione dei pallini che influiscono sull’intasamento - ed una chiusura più o meno serrata - sono fattori fondamentali e spesso sottostimati nel caricamento domestico. Eppure secondo me, sono responsabili di tante gioie e delle immancabili delusioni delle nostre cartucce.
Ovviamente anche l’innesco, influenza non poco questo processo.


Non mi dilungherò nella spiegazione di come interagiscono fra loro i vari componenti, sia per questione di tempo, (l’argomento è lungo e articolato), sia perché, essendo argomento fondamentale ed assai interessante, (almeno per me), spero diventi oggetto di confronto costruttivo da parte di tutti alla fine di questi scritti.

Mi limiterò ad aggiungere che sorprendentemente la v0 non dipende, (come io ho per tanto tempo immaginato), dalla pressione massima.
Più pressione = maggior velocità non è la formula giusta.


La v0 è il prodotto della MEDIA DEL LAVORO svolto dalla pressione sulla carica dei pallini per tutta la lunghezza della canna.

Per spiegare bene questo concetto citerò un esempio usato in un altro forum.
Se prendiamo una mazza e diamo un colpo forte istantaneo ad un carrello, questi, per la spinta ricevuta, percorrerà alcuni metri.
La stessa distanza però potremmo fargliela percorrere anche se - anziché scaricare tutta insieme l’energia - iniziamo a spingerlo per un certo tempo e poi lo lasciamo.
Alla fine il lavoro svolto è lo stesso, (il carrello percorrerà gli stessi metri), ma nel secondo caso abbiamo applicato una PRESSIONE PIU’ BASSA anche se per un TEMPO PIU' LUNGO.


Teniamo bene a mente questo concetto perché ci servirà non poco per cercare qualche intelligente soluzione per diminuire il picco pressorio che, come vedremo immediatamente dopo, è assai deleterio sulla bontà della rosata.

Chiaramente chi ha la canna manometrica e l’esperienza per farlo, osservando la curva pressoria può tentare di accelerare o ritardare il picco pressorio (cioè il tempo di spinta sul carrello dell’esempio appena citato).
Verificando i dati mano mano che li modifica, il caricatore potrà sfruttare al meglio un determinato lotto di polvere o creare cariche particolari. Potendo VERIFICARE A PRIORI il processo combustivo, la velocità e il tempo di canna, può farlo in assoluta sicurezza. Ma questi tentativi sono riservati esclusivamente a operatori del settore dotati di adeguati strumenti di verifica, non certo ad un ricaricatore amatoriale.


Nessuno si azzardi a fare esperimenti “fai da te” sparando cartucce improvvisate senza prima averle verificate in canna manometrica: stiamo maneggiando esplosivi e LA VITA E’UNA.

Pensavo si continuasse con la balistica terminale ma forse l’argomento era venuto fuori troppo presto, sono d accordo nel procedere partendo da ciò che “poi” determinerà quella che tu chiami “energia viva” , cioè tutti i fenomeni legati all elemento fondamentale : la cartuccia.

Confutare ciò che hai scritto non ha alcun senso , si tratta di elementi scientifici comprovati, trarrò invece alcune mie conclusioni da ricaricatore:

1) le polveri semiprogressive assicurano cartucce equilibrate
2) alte velocità iniziali abbinate a pallino piccolo inficiano il vantaggio che si vorrebbe ottenere, d altronde con pallino grande alte velocità iniziali comportano l’innalzamento pericoloso della pressione, “in medio stat virtus”
3) tutti i componenti influiscono sulla resa della cartuccia, dall innesco alla tipologia e peso della polvere e del piombo alla tipologia della borra contenitore : forma, elasticità/rigidità, materiale con cui è fatta.
4) la canna manometrica è standard : 70* 18,3? se le cose sono cambiate non lo so, se sono rimaste le stesse bisogna tener conto che la cartuccia sarà influenzata da anime e strozzature diverse.

Maurizio anche io ho scritto delle ovvietà per molti , sono d’accordo che le ovvietà spesso vengono dimenticate.🙋‍♂️
 
Pensavo si continuasse con la balistica terminale ma forse l’argomento era venuto fuori troppo presto, sono d accordo nel procedere partendo da ciò che “poi” determinerà quella che tu chiami “energia viva” , cioè tutti i fenomeni legati all elemento fondamentale : la cartuccia.

Confutare ciò che hai scritto non ha alcun senso , si tratta di elementi scientifici comprovati, trarrò invece alcune mie conclusioni da ricaricatore:

1) le polveri semiprogressive assicurano cartucce equilibrate
2) alte velocità iniziali abbinate a pallino piccolo inficiano il vantaggio che si vorrebbe ottenere, d altronde con pallino grande alte velocità iniziali comportano l’innalzamento pericoloso della pressione, “in medio stat virtus”
3) tutti i componenti influiscono sulla resa della cartuccia, dall innesco alla tipologia e peso della polvere e del piombo alla tipologia della borra contenitore : forma, elasticità/rigidità, materiale con cui è fatta.
4) la canna manometrica è standard : 70* 18,3? se le cose sono cambiate non lo so, se sono rimaste le stesse bisogna tener conto che la cartuccia sarà influenzata da anime e strozzature diverse.

Maurizio anche io ho scritto delle ovvietà per molti , sono d’accordo che le ovvietà spesso vengono dimenticate.🙋‍♂️


Ciao Martino sono entrato nel merito delle pressioni perché da esse dipendono le velocità e gran parte delle dispersioni per effetto della deformazione da schiacciamento e dunque, seppur in maniera indiretta, hanno un peso importantissimo in balistica terminale.
Conoscere come si genera il fenomeno esplosivo può spronare qualcuno a condividere o un'idea geniale o un'esperienza maturata nel tempo utile a tutti e tu sei il primo a farlo.
Ti chiedo qualche chiarimento.

1) che significa che le polveri semiprogresuve assicurano cartucce equilibrate? Equilibrate nel senso che risentono meno delle condizioni atmosferiche? In cosa sono equilibrate? Per semi progressiva intendi una polvere x34 e/o x36?

2) Quale è dunque secondo te la v0 ideale, o il range ideale di v0?

3) ok. Hai sentore che ci sia una combinazione vincente? Es.: Polvere semi progressiva, innesco forte, borra morbida e non compressa e orlatura leggera?

4) Sergiom - uno degli amici che scrive su questo forum - 4 anni fa affermava: "La canna manometrica è un tubo di acciaio 38NCD4, lungo 70 cm e del diametro di 3 cm, con strozzatura full o cilindrica. La camera di scoppio può essere da 65 a 76 mm, il peso in media è di 5 kg. Ad essa sono applicati dei sensori per il rilevamento dei dati balistici. Foratura, lunghezza dei raccordi non mi risulta siano specificati."

un saluto

Maurizio
 
Ciao Martino sono entrato nel merito delle pressioni perché da esse dipendono le velocità e gran parte delle dispersioni per effetto della deformazione da schiacciamento e dunque, seppur in maniera indiretta, hanno un peso importantissimo in balistica terminale.
Conoscere come si genera il fenomeno esplosivo può spronare qualcuno a condividere o un'idea geniale o un'esperienza maturata nel tempo utile a tutti e tu sei il primo a farlo.
Ti chiedo qualche chiarimento.

1) che significa che le polveri semiprogresuve assicurano cartucce equilibrate? Equilibrate nel senso che risentono meno delle condizioni atmosferiche? In cosa sono equilibrate? Per semi progressiva intendi una polvere x34 e/o x36?

2) Quale è dunque secondo te la v0 ideale, o il range ideale di v0?

3) ok. Hai sentore che ci sia una combinazione vincente? Es.: Polvere semi progressiva, innesco forte, borra morbida e non compressa e orlatura leggera?

4) Sergiom - uno degli amici che scrive su questo forum - 4 anni fa affermava: "La canna manometrica è un tubo di acciaio 38NCD4, lungo 70 cm e del diametro di 3 cm, con strozzatura full o cilindrica. La camera di scoppio può essere da 65 a 76 mm, il peso in media è di 5 kg. Ad essa sono applicati dei sensori per il rilevamento dei dati balistici. Foratura, lunghezza dei raccordi non mi risulta siano specificati."

un saluto

Maurizio

Ciao Maurizio, non vorrei dire una fesseria, però mi sembra che attualmente le prove in canna manometrica vengono fatte con canna cilindrica.
grazie per le nozioni che ci riporti.
Saluti

Luca
 
Finalmente fatti, dati ottenuti scientificamente, citazioni da persone autorevoli non selezionate e modificate ad usum delphini--non "si', pero' con la canna che ho faccio tiri di 50-60 metri alle allodole," o "quel tipo di canna non vale niente perche' gli uccelli cadono vivi", e tutte le altre cazzate e cagate pazzesche che certi ci hanno propinato in questa ed altre sezioni del forum come se fossero dogma i cui detrattori meritano di essere scomunicati, esiliati, bruciati al rogo... Una boccata d'aria fresca, non di gas intestinali con i quali siamo stati bombardati finora, per la quale dobbiamo tutti a Maurizio un colossale G R A Z I E !!!!!!!!!!!!!
 
Maurizio rispondo volentieri sempre restando nell ambito delle mie esperienze di ricaricatore , in una sola occasione ho potuto bancare una mi aricarica e ne parlerò .

1) intendo polveri tipo Mbx36 come la chiamano oggi, personalmente preferivo la precedente , per intenderci prima che diversificassero x32 e x36; la caratteristica della polvere semiprogressiva secondo me riesce meglio a bilanciare e sfruttare i fenomeni che si verificano dall accensione in poi , le pressioni sono contenute e il “lancio” della carica non viene esasperato e questa gradualità va a beneficio della conservazione della sfericità dei pallini e compattezza di rosata.
2) come dicevo prima una sola volta sono riuscito a bancare una cartuccia, diversi anni fa, qui non hai grande disponibilità e devi confidare nella gentilezza dell armiere ricaricatore, la cartuccia con polvere s4 in dose 1,50x30 pb10, 615, borra z2m, finita 58, sviluppò poco più di 500bar in media con velocità di 390 sempre in media, risulto così efficace ed equilibrata che l’armiere la copiò di sana pianta con nostra grande soddisfazione(era una creazione mia ed un amico). Quindi se devo basarmi su questa esperienza, rispondo che la velocità ideale per me è questa.
3) Non ho il sentore ma la deduzione: la stessa cartuccia sopra descritta caricata cambiando soltanto la borra con gualandi super g era un’altra cosa , la pressione saliva e anche la velocità ma diminuiva la costanza al variare delle condizioni meteo. Non c è contraddizione tra la mia preferenza per le semiprogressive e il fatto che stia descrivendo il comportamento di un polvere vivace, semplicemente ti sto parlando di una cartuccia di cui posseggo i dati certi e non solo le sensazioni. La combinazione vincente sta nell equilibrio Maurizio: una sufficiente velocità che assicuri ai pallini di conservare quell’energia vitale alla distanza ragionevole di abbattimento, con pressioni contenute. Sempre IMHO
4) Quindi sono rimasti quelli che conoscevo io , quanto meno chi bancò lo fece in 70* credo 18,3.

Interessante sarebbe discutere del fatto che passando al cal 20 e avendo la possibilità di usare strozzatori mobili non ho sentito più la necessità di ricaricare come invece facevo con il cal 12 almeno per la piccola migratoria, mentre sia con il 12 che il 20 non ho mai sentito la necessità di ricaricare cartucce per i grandi migratori. Attualmente uso una sola cartuccia per la piccola migratoria, qualsiasi siano le condizioni atmosferiche, semplicemente cambiando la strozzatura se mi accorgo che c è bisogno di “stringere” o di “allargare” , per gli altri migratori una buona cartuccia da 28/32 va comunque bene e se non cade è colpa mia.

p.s: la cartuccia da piccola selvaggina caricata dall armiere locale é la stessa da almeno 20 anni nonostante sia stata caricata nel corso degli anni con almeno 6/7 polveri differenti e anche miscelate, immagino che disponendo della manometrica e avendo i dati di equilibrio della carica gli risulti facile replicarla anche se i componenti sono diversi.
🙋‍♂️
 
L’uscita di questi gas a detta di alcuni potrebbe interferire sulla massa dei pallini disperdendoli. In realtà le immagini al rallentatore pubblicate in un video di Gianni (Centro67) dimostrano che questo fenomeno anche se fosse esistito in passato con i moderni caricamenti non esiste più in quanto i gas in uscita si trovano posizionati SEMPRE dietro i pallini.
Già 40 anni fa il Granelli scriveva: La pressione di bocca di una carica aumenta con le polveri progressive e con le canne corte e se supera i valori medi di 40 o 50 kg/cm2, essa PUO’ produrre uno scompiglio della carica dei pallini ad opera del soffio di bocca. Il fenomeno, temibile con borraggio tradizionale, NON SI VERIFICA se i pallini sono protetti da contenitore.
[/QUOTE]

E te lo confermo che l'uscita di questi gas potrebbero interferire sulla massa di pallini , poiche non in tutti i casi i petali del contenitore riescono a proteggere l'intera colonna dei pallini, basti pensare che gia nelle cariche da 32g una piccola porzione rimane scoperta. Per scongiurare tali effetti, oggi sembra stiano andando molto di moda gli strozzatori con sfiati antiimpennamento, che ovviamente trovano un impiego piu giustificato nelle canne corte .
Per il resto che dire, hai postato roba intressantissima che io lessi gia una trentina di anni fa, e ti dico sinceramente che l'ho riletta volentieri. Granelli e' Granelli
Ora per quanto riguarda le velocità dei pallini ti riporto un passo scritto dal maestro;
Alcuni decenni or sono,la velocità iniziale dei pallini ritenuta ottimale era 380m/s, un valore che oggi risulta sufficiente per normali impieghi venatori.Attualmente la maggior parte delle cartucce a pallini di produzione industriale raggiunge valori di V/0 molto superiori, oscillanti da 400 a 420m/s, in alcune munizioni da tiro a carica ridotta con punte esasperate che sfiorano i 450m/s.
E' stato infatti dimostrato che, agli effetti dell'efficacia balistica terminale , la velocità residua non e' mai in eccesso. Il celebre fenomeno della passata che i selvatici spesso effettuano, non deriva dalla velocità in eccesso dei pallini.
 
Ciao Luca, benvenuto. Sono contento che partecipi al dibattito.
Si anche io sapevo che la canna manometrica era cilindrica. Ma non avendo certezze piuttosto che scrivere fesserie ho cercato informazioni. Ho trovato l'intervento di Sergiom e siccome mi è sembrato logico ed autorevole lo ho pubblicato citando la fonte.
 
Giovanni grazie, grazie davvero per i tuoi complimenti, sempre graditi. Su una cosa in particolare debbo darti ragione: che sto portando avanti questi interventi con là masima imparzialità e obiettività e, se scrivo qualche castroneria, e può succedere, è sicuramente in buona fede.
 
un pallino significa...una scommessa. Un tiro che non si doveva fare perchè la rosata pure se energica sarebbe stata troppo diradata...e torniamo sempre al solito punto.
C'è un limite di abbattimento "pulito" dato dalla probabilità dei pallini di colpire in numero sufficiente e la dimensione/energia di ciascuno.
E siamo sempre, appunto, attorno a quei 35-40.

E scusate ma l'8 non è il pallino per il tordo. come non lo è il 2-3 per i colombacci al valico.
Queste sono scommesse. Non è la caccia che voglio fare

Peccato che abbiamo idee differenti, io continuo a mettere un solo pallino (come si fa sui cinghiali) tu continua con la storiella delle 5 ferite... :cool:
 
Complimenti Maurizio, davvero una spiegazione interessante e utile. Per il soffio di bocca posso dire
dalla mia esperienza che gli strozzatori ported fanno la differenza, di sicuro non fanno "miracoli" però
in base alla lunghezza della canna migliorano del 15/20% la rosata.
 
Per far capire l’entità del fenomeno riporterò quanto scrive il Granelli.
“Se vogliamo fare qualche interessante considerazione su problemi di balistica interna, consideriamo che in circa 5 decimillesimi di secondo la polvere ha sviluppato la sua pressione massima. Supponiamo che essa sia del valore di 500 Kg/cm2. (500 bar). Poiché la superficie della sezione dell’anima della canna di un fucile calibro 12 misura circa 2,63 cm2,sulla colonna del borraggio, e quindi indirettamente sui pallini, viene esercitata in quell’istante una pressione di 1,315 tonnellate (500kg x 2,63 cm2 = 1315 kg). Durante il percorso di canna, il cui tempo si aggira sui 3 millesimi di secondo, la carica dei pallini è inoltre sottoposta ad una accellerazione spaventosa passando dallo stato di quiete alla velocità media di 1440 km orari superando largamente la velocità del suono.”

Ciao Maurizio,
innanzitutto, grazie per le precise informazioni che stai pubblicando in modo chiaro e comprensibile a tutti.

Da ignorante di balistica e caricamenti, vorrei chiederti un chiarimento rispetto al calcolo della pressione esercitata sui pallini:
Partendo dall'esempio che hai riportato, come variano i parametri di calcolo se cambia il diametro della canna?
Per capirci, la cosa può essere interessante per confrontare la variazione di pressione effettiva sui pallini tra una canna forata 18.3 e una forata 18.9 (i due estremi di foratura per il cal.12).
Il valore che hai citato di 2,63 cm2 dovrebbe corrispondere alla foratura 18,30; per la foratura da 18,90 abbiamo una superficie di 2,81 cm2; mantenendo fisso il valore di pressione di 500kg/cm2 dovremmo avere una pressione risultante sui pallini maggiore con diametri di anima maggiori (500kg x 2.81cm2 = 1,405 tonnellate?).
I test che ho potuto fare mi hanno dato riscontri diversi; una mia personale idea (di cui ti chiedo conferma) è che aumentando il diametro di foratura aumenterà da una parte la superficie della sezione ma dall'altro lato diminuirà la pressione sviluppata a parità di carica.
E' ipotizzabile calcolare eventualmente quale sia la riduzione di pressione sviluppata nel caso di un diametro di anima da 18.9 per confrontare le forze in gioco nei due casi?
Grazie
 
Ciao Martino, grazie per la risposta. Ad essere sincero la dose di S4 1,50x30 anche se attenuata da un innesco di media potenza e da un contenitore Baschieri mi sembra bella tosta. Però sicuramente dalle tue parti va bene visto che te la ha copiata anche l'armiere.
Mi confermi che i 390 ms di v0 sono la velocità ottimale.
Interessante la cartuccia calibro 20, che "va bene sempre" cambiando solo lo strozzatore. Evidentemente il caricamento è ottimale e risente poco delle variazioni atmosferiche.
Se un giorno ti capiterà di bancarla fammi sapere che valori ti ha dato.

Un saluto

Maurizio
 
L’uscita di questi gas a detta di alcuni potrebbe interferire sulla massa dei pallini disperdendoli. In realtà le immagini al rallentatore pubblicate in un video di Gianni (Centro67) dimostrano che questo fenomeno anche se fosse esistito in passato con i moderni caricamenti non esiste più in quanto i gas in uscita si trovano posizionati SEMPRE dietro i pallini.
Già 40 anni fa il Granelli scriveva: La pressione di bocca di una carica aumenta con le polveri progressive e con le canne corte e se supera i valori medi di 40 o 50 kg/cm2, essa PUO’ produrre uno scompiglio della carica dei pallini ad opera del soffio di bocca. Il fenomeno, temibile con borraggio tradizionale, NON SI VERIFICA se i pallini sono protetti da contenitore.


E te lo confermo che l'uscita di questi gas potrebbero interferire sulla massa di pallini , poiche non in tutti i casi i petali del contenitore riescono a proteggere l'intera colonna dei pallini, basti pensare che gia nelle cariche da 32g una piccola porzione rimane scoperta. Per scongiurare tali effetti, oggi sembra stiano andando molto di moda gli strozzatori con sfiati antiimpennamento, che ovviamente trovano un impiego piu giustificato nelle canne corte .
Per il resto che dire, hai postato roba intressantissima che io lessi gia una trentina di anni fa, e ti dico sinceramente che l'ho riletta volentieri. Granelli e' Granelli
Ora per quanto riguarda le velocità dei pallini ti riporto un passo scritto dal maestro;
Alcuni decenni or sono,la velocità iniziale dei pallini ritenuta ottimale era 380m/s, un valore che oggi risulta sufficiente per normali impieghi venatori.Attualmente la maggior parte delle cartucce a pallini di produzione industriale raggiunge valori di V/0 molto superiori, oscillanti da 400 a 420m/s, in alcune munizioni da tiro a carica ridotta con punte esasperate che sfiorano i 450m/s.
E' stato infatti dimostrato che, agli effetti dell'efficacia balistica terminale , la velocità residua non e' mai in eccesso. Il celebre fenomeno della passata che i selvatici spesso effettuano, non deriva dalla velocità in eccesso dei pallini.[/QUOTE]


Ciao Gianni, rispetto la tua opinione sul soffio di bocca e perdonami ma non ho nessuna intenzione di continuare a discutere con te di questo fenomeno, tanto tu rimarrai delle tue convinzioni a prescindere.
Ne ho parlato citando la tua fonte solo perché tutti gli ALTRI possano vedere nel tuo filmato ciò che tu non vuoi vedere e cioè che i gas che fuoriescono dalla canna sono sempre dietro ai pallini (non so se è la quinta o la sesta volta che lo scrivo). A supporto dell' "evidenza" ho citato anche il parere del Granelli copiando fedelmente le sue parole. Discorso chiuso.

Nella Nuovissima Enciclopedia pratica della caccia il Granelli afferma:
"Le velocità iniziali di una carica che oggi possono essere definite normali, oscillano fra il valore di 370 e di 410 ms.
Le V0 possono scendere fino a 320 ms nelle cariche a bassa velocità iniziale, come salire a 450 ms in cariche speciali ad alta velocità".

I 380 ms si collocano esattamente a metà di questo range.

Tu stesso dici che Il Granelli stesso ammette che "alcuni decenni or sono" la velocità ritenuta ottimale era di 380 ms.

Se nel 1979 quando ha scritto il libro a cui faccio riferimento, il maestro riteneva ottimale la velocità di 380 ms -quando i 410 ms erano comunque una velocità definita normale - non capisco come non si sia accorto che la velocità ottimale era più alta - come la tua citazione a posteriori sembrerebbe affermare.
Eppure le numerose tabelle pubblicate evidenziano che di prove ne ha fatte, eccome, anche con velocità esasperate.

Se mi dici con esattezza la fonte da cui hai preso questa informazione (libro e numero di pagina) se lo trovo, mi piacerebbe leggere personalmente non solo il pezzetto da te citato ma tutto il contesto da cui è stato estrapolato così riesco a capire meglio cosa intendesse dire.

In ogni caso io non ho sposato la causa delle basse velocità. Il mio intento non è dimostrare che le velocità basse sono le migliori.

Il fine che perseguo è quello di capire quale è la velocità ideale, e la cerco senza farmi influenzare da nessun dogma.

Se ho insistito sulle basse velocità è solo perché persone esperte le indicano come ottimali, adducendo motivazioni logiche e congruenti.
Le ho prese per buone, nelll'attesa di poter toccare con mano quanto affermano.

Se alla prova dei fatti, e con l'aiuto di tutti, ci accorgeremo con prove concrete, che il miglior compromesso velocità/rosata fosse di 420 m/s ben venga.

un saluto

Maurizio
 

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