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Gli uccelli migratori che migrano presto durante la stagione generalmente vanno in Africa e volano nelle ore notturne da soli. Le specie di uccelli che migrano verso sud tardi nella stagione, scelgono la parte meridionale della Francia, il Sud Italia, la Grecia, la Spagna, l’Algeria o il Marocco.

Con l’arrivo dell’autunno e dei primi freddi sul vecchio continente si avvia la cosiddetta migrazione autunnale. In questo periodo dell’anno tantissimi uccelli cominciano a radunarsi per iniziare ad affrontare il periodo invernale. Mentre alcuni cambiano il proprio regime alimentare e trascorrono l’inverno nei loro siti di nidificazione, altri immagazzinano grandi riserve di energia e migrano verso sud, verso luoghi più caldi dove svernare. Molti di questi scelgono l’Africa come luogo di svernamento, altri invece prediligono le aree costiere del Mediterraneo e dell’Europa meridionale, dove trascorreranno gran parte del periodo invernale. Lo spazio aereo di questi Paesi costituisce un vero e proprio ponte naturale tra Europa e Africa.

Le diverse specie seguono un calendario preciso. Ad esempio il rondone comune è il primo a partire. Già alla fine di luglio e agosto, vola verso i suoi quartieri di svernamento africani, attraversando il Sahara e le foreste dell’Africa equatoriale. Tra le specie che migrano in ottobre, una parte degli individui sverna anche nelle nostre regioni.

Migrano sovente di giorno e in gruppo. Gli uccelli migratori si mettono in viaggio di preferenza con buone condizioni meteorologiche, vento in coda e senza pioggia. Il viaggio verso sud si svolge in più tappe ed è inframmezzato da soste di più giorni, passando dai cosiddetti “canali preferenziali” scelti dai migratori. In Europa sono tre: lo Stretto di Gibilterra, lo Stretto di Messina e il Bosforo.

  • Il pettirosso puo’ essere definito il simbolo della migrazione autunnale
Senza ombra di dubbio il pettirosso (Erithacus rubecula) è l’uccello simbolo della migrazione autunnale. Questo passeriforme in molte zone d’Italia annuncia l’arrivo delle stagioni fredde, e con esse la neve e l’imminente arrivo delle festività natalizie. Proprio in questo periodo dell’anno, in vista dell’arrivo dell’inverno, molti esemplari di pettirosso tornano ad invadere i parchi, i giardini e le aree verdi delle nostre città, dal Piemonte alla Sicilia.

Molti di voi, in questi giorni, avranno visto i primi pettirossi, intonare il loro verso particolare, udibile a grandi distanze. Parte di questi esemplari arrivano dal Nord Europa o dall’area carpatica-danubiana e raggiungono le nostre città per affrontare al meglio l’inverno. Altri sono stanziali e in estate tendono a migrare verso le aree boscose di montagna più vicine, per poi ritornare nuovamente verso valle all’arrivo dei primi freddi.

  • Lo Stretto di Messina, il luogo preferito dai migratori
Rispetto al Bosforo o Gibilterra, lo Stretto di Messina è uno dei posti dove è più facile imparare a riconoscere i rapaci. Non solo dovuto all’elevato numero di specie che si possono vedere, ma soprattutto perché è tra i pochi luoghi di transito dove si vedono i rapaci, così come tutti gli altri uccelli migratori, a distanza ravvicinata. Un po’ per le caratteristiche del territorio, un po’ per i venti, di norma gli stormi passano a media-corta distanza, ma se è la giornata adatta allora si è letteralmente in mezzo agli stormi, come capita spesso durante la migrazione primaverile dei falchi.

Proprio lungo lo Stretto di Messina questi uccelli, sfruttando le correnti ascensionali che quotidianamente si formano fra l’Aspromonte e i Peloritani, trovano le condizioni meteorologiche favorevoli che li accompagnano durante la migrazione verso i luoghi di svernamento dell’Africa sub-sahariana.

Grazie a queste correnti ascendenti, loro possono attraversare molto rapidamente l’area dello Stretto di Messina, passando dalle coste calabresi a quelle siciliane nel più breve tempo possibile. Gran parte degli avvistamenti di falchi e aquile avvengono proprio nelle ore pomeridiane in prossimità delle principali vallate, nel momento in cui si formano le famose “termiche”, le correnti ascensionali che si formano durante le ore più calde del giorno.



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