Classe: Aves

Sottoclasse: Neornithes

Ordine: Caradriiformi

Famiglia: Ematopodi

Genere: Ematopodo

Specie: Ematopodo ostralegus



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CARATTERISTICHE

La beccaccia di mare, ha una lunghezza che oscilla attorno ai 40 centimetri, un peso di circa 500 grammi ed un’apertura alare di 50/60 centimetri. Il becco è lungo in totale circa 8/10 centimetri e la coda 10, Apertura alare: 81 cm, tarso: 48 mm coda 105 mm. Animale molto sociale, essa ama vivere in colonie abbastanza numerose tranne che nel periodo della riproduzione; in ogni caso gli uccelli nidificano abbastanza vicini fra loro. In Italia, esistono presenze significative nel delta del Po.

Poco significative od occasionali le presenze in Puglia ed in Sicilia.

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ALIMENTAZIONE

Come dice il suo nome scientifico, l’alimentazione della Beccaccia di Mare, è costituita in gran parte da molluschi che essa apre con colpi del poderoso becco facendo leva fra le valve.

Apprezzati comunque, anche i vermi e gli artropodi che incontra sul suo cammino.



HABITAT

Ama vivere in colonie numerose (al di fuori della stagione della riproduzione) e nidifica – in Italia solo nella zona del delta del Po – nei banchi di sabbia, dentro piccole conche appena accennate e bordate di conchiglie o fili d’erba.



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RIPRODUZIONE

Si riproduce tra aprile e maggio con una covata di 3 uova, incubate per circa un mese da entrambi i genitori. I piccoli restano nel nido due giorni al massimo, e poi si avventurano nei dintorni con i genitori.



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NIDIFICAZIONE

L’areale riproduttivo è frammentato e si estende attraverso il Paleartico. I quartieri di svernamento sono situati lungo le coste atlantiche dell’Europa (dalla Gran Bretagna verso sud) e dell’Africa e lungo le coste del Mediterraneo, del Mar Rosso e dell’Oceano Indiano.

La popolazione europea è stimata in 200000-300000 coppie di cui 90000 in Olanda, 40000 sia in Norvegia che in Gran Bretagna, 10000-30000 in Russia, 15000 in Germania (Hulscher, 1997). Nei primi decenni di questo secolo la popolazione italiana era già stata soggetta ad una forte diminuzione e vi erano indicazioni di nidificazioni solo nelle zone umide costiere dell’alto Adriatico e della Toscana. Negli anni ‘80 alcuni rilevamenti indicavano che una popolazione stabile era rimasta solo negli scanni del delta del Po e che era diminuita da circa 40 coppie nel 1983 a 20-25 (di cui 1 alla foce del Reno) nel 1987 (Tinarelli e Baccetti, 1989). Quando ormai la popolazione sembrava avviata verso un inarrestabile declino è stato rilevato un incremento costante sia della popolazione sia dell’areale.

In Emilia-Romagna, oltre che nidificante, la specie è migratrice (osservazioni regolari di al massimo qualche decina di individui lungo i litorali, nelle saline e più raramente nelle valli salmastre costiere) e regolarmente svernante in due località: scanno di Goro (5-8 ind. gennaio 1986, 10 ind. gennaio 1994, 6 ind. gennaio 1997) e foce del Reno (1 ind gennaio 1985 e 1986).