Alessandro il cacciatore
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Delle pecore è una metafora. Degli scolari è una contrarietà al voto che avrebbero dovuto dare ai loro insegnanti come qualche scellerato aveva proposto anni fa e forse affermazioni inappropriate in questo contesto. Sostanzialmente io penso che l'elezione dei dirigenti venatori in seno alle assemblee rappresenti solo gli interessi di una parte, seppur maggioritaria dei cacciatori, cioè i cinghialari. Sono sempre più convinto che la formazione del consenso debba avvenire su proposta di persone che si facciano promotori di una politica venatoria che soddisfi tutte le aspettative della totalità dei cacciatori i quali dovrebbero aderire o no a queste proposte. Una sorta, insomma, della filosofia di Platone nel "Republica". Mi rendo conto che da tastiera affrontare un discorso così impegnativo è assai arduo. Non credo che la giustizia e l'equanimità avvenga dal popolo, occorre chi lo guida. Troppo interessato agli interessi di pancia.
setterman1
Lasciamo perdere i cinghialai, che posso essere d'accordo che condizionino fortemente certe scelte, ma tu secondo me confondi partiti politici con associazioni. Io se sono socio, pagando una quota, ho il diritto di votare in assemblea chi mi pare. Altrimenti non si chiama associazione ma piu' esattamente "qualcosa di illegale" se il codice civile e' ancora valido.
In un'associazione regolarmente costituita tutti i soci hanno gli stessi diritti e doveri, e non è possibile prevedere soci con diritto di voto e altri senza diritto di voto in assemblea.
I soci hanno diritto di:
- partecipare all'assemblea e di votare direttamente per l'approvazione e le modifiche dello Statuto, dei Regolamenti, per l'approvazione del bilancio annuale e per la nomina degli organi sociali dell'associazione e di impugnare le delibere degli organi sociali;
- partecipare alla vita associativa e alle attività sociali;
- ricevere periodicamente informazioni circa la vita associativa;