Test psicologico.....per cane e padrone (1 utente sta leggendo)

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Ritorno a parlare seriamente dopo aver dato la stura alla mia natura fra il burlone e l'abrasivo (mi piace stuzzicare, e sui fora--non forasacchi--un po' di stuzzico fa bene, specialmente nei periodi un po' letargici). Gli springers sono cani come tutti gli altri, anche se meno intelligenti dei Labrador e di altri cani piu' intelligenti del Labrador stesso. E i cani ogni tanto ti sfidano per vedere chi comanda. Capacissimi di un comportamento corretto, e dopo aver mostrato che oltre ad esserne soltanto capaci lo praticano anche costantemente, a volte interrompono o storpiano quel comportamento per vedere se tu "abbozzi" e glielo perdoni o se usi la tua prerogativa di Alpha male (o Alpha female nel caso di Livia--a proposito, dove s'e' cacciata? Mi manca) per riportarlo sulla retta via. A questo punto bisogna pensare ed escogitare il rimedio migliore--dopotutto siamo noi ad essere (o a credere di essere) piu' intelligenti del cane... Anche la mia dolcissima Scout, che se le avessi chiesto di saltare in un precipizio a recuperare il riportello o un selvatico l'avrebbe fatto, da cucciolona mi fece uno scherzetto. Quando stavamo per uscire di casa (che lei adorava, specialmente se l'uscita implicava il riportare--l'unica sua passione, l'unico gioco che per lei contava, istintivamente, da quando aveva quasi gli occhi chiusi di cucciolina) le comandavo: "Give me your leash!" (Dammi il guinzaglio!). Lei lo raccoglieva (in genere era vicino alla coperta dove lei doveva stare quando era dentro casa), me lo portava, si sedeva e aspettava che glielo mettessi al collo. Una mattina, non so per quale ragione, rifiuto' di raccoglierlo da terra e di consegnarmelo. Glielo ordinai ripetutamente, ma mi accorsi dalla sua espressione che stava cercando di imporre a me la sua volonta'. A questo punto andai in garage a prendere la borsa dei riportelli e del lanciariportelli, poi passai vicino a lei, ancora seduta vicino alla porta, in modo che la potesse vedere ed annusare, e lei si alzo' in piedi scodinzolando. "STAY" le dissi aspramente. "SIT!" e lei si sedette. E mentre mi guardava speranzosa uscii di casa chiudendole la porta sulla faccia e dopo un paio di minuti cominciai a sparare col lanciariportelli. Sono sicuro che sentendo quegli spari avra' capito che la sua disobbedienza le era costata una sessione del suo gioco preferito. Dopo una decina di minuti rientrai in casa. La guardai a lungo. Il contatto con gli occhi del padrone e' importantissimo. Non aveva piu' quell'espressione di prima. "Give me your leash," le dissi, ma a voce bassa e senza asprezza. E lei immediatamente lo prese e me lo porse. Dopodiche' la portai fuori e lanciai riportelli per qualche minuto, premiandola per la sua rinnovata obbedienza. Se l'avessi mandata affanculo e fossi andato per i fatti miei dopo il suo rifiuto di obbedire, sono sicuro che avrebbe cominciato a "zazzare" (si dice ancora cosi'?) sempre piu' spesso. Aggiungo che per quanto l'amassi alla follia, e per quanto lei amasse (e rispettasse) me alla follia, non ho mai lesinato le punizioni per comportamenti scorretti. Se vicina, facevo cio' che le cagne fanno ai cuccioli per punirli: le afferravo il muso e lo stringevo sgrullandolo fino al primo guaito. Se lontana usavo il collare elettrico. Una scossetta leggera ma ben avvertibile, preceduta dal "buzzzzz" della suoneria del collare. Dopo qualche tempo bastava il buzzzzz. Un "difetto" che non le tolsi mai fu quello di sgrullarsi l'acqua di dosso appena dopo aver consegnato un'anatra riportata dall'acqua. Ma non ci provai neanche. Tanti paludari insegnano al cane a uscire dal capanno prima di sgrullarsi, o a sgrullarsi prima di consegnare. Viste le condizioni in cui cacciavo a Kodiak una sgrullata d''acqua non avrebbe causato alcun danno ulteriore al fango e pioggia di cui io e le mie cose eravamo gia' intrisi. Poi non mi piace l'idea che un cane, per sgrullarsi, metta l'anatra in terra e poi la raccolga per consegnarla. Un'anatra non morta puo' ritrovare le forze per volare via se lasciata un attimo in terra, o se disalata di tuffarsi in acqua e nuotare sott'acqua e a dare del filo da torcere al cane. E poi magari mi avesse sgrullato l'acqua addosso parecchie volte, visto che a ogni sgrullata corrispondeva un'anatra recuperata e riportata!
 
Di riniziare con l'addestramento non credo sia il caso....lo vedo veramente come tempo perso,il cane credo sia ben oltre la soglia dell'eventuale apprendimento !Non gl'ho concesso nulla di piu' di quello che ho sempre concesso a miei ausiliari anche s'e' pur vero che dell'addestramento se ne occupava mio Padre... ma non ricordo di continui insegnamenti ed eventuali ritorsioni....diciamo che il buon giorno si vedeva dal mattino...che con questa sia diventato subito tardo pomeriggio dopo la 1° stagione e' stato sicuramente sottovalutato : ho dato erroneamente per scontato che una springer fosse una certezza! Sara' ricordata come cane da compagnia...non certo come valida riportatrice...i validi riportatori fortunatamente non mancano in afv ! Grazie dei consigli cmq.
Un saluto.
 
Potrebbe andare quel che dici tu, ma la cagna vive in casa, con tre padroni diversi e inoltre non può stare relegata in un angolo per tutto il giorno, escludendo le uscite per i bisogni.
Secondo me deve capire che la caccia è una cosa e la casa e il gioco un altra.
Un mio amico beccacciaio, ha un setter, che vive praticamente con lui, dorme sul divano, ha tutta la casa a disposizione, gioca con i suoi nipoti. Ma a caccia cambia radicalmente, non sembra lui, è perfetto.
Da piccolo ha visto solo quaglie e beccacce, gli è stato fatto solo il riporto, da quando aveva tre mesi.A sette mesi la sua prima beccaccia e da lì il cane è migliorato sempre. Il cane è sempre andato in macchina col padrone, passeggia per il paese con lui, gioca con gli amici al bar e in giro. Insomma come si suol dire "gli manca la parola". Questo perchè ha capito che la caccia è una cosa e le altre cose sono altre cose.
 
Il mio springer riporta tutto e fà dei recuperi eccezionali .......si capisce solo a vederli , di discorsi ormai se ne fà tanti.....ha secondo me una predisposizione innata , proprio venerdì mentre eravamo in giardino ad un certo punto si è presentato con una tartaruga in bocca , non ho un idea da dove sia uscita ,ma dopo aver scagnato un paio di volte , è arrivato , io pensavo ,ma con chi c'e l ha.....e dopo un paio di corsette seduto davanti a me , al comando.... Dà ...l ha lasciata alla mano....nota negativa ...sembra abbia una leggera displasia solo ad un arto posteriore cosa che però mi mette molto pensiero.....
 
Chiappetta non esiste soglia dell'apprendimento: i cani imparano sempre. Cominciare l'addestramento di nuovo è prassi comune con tanti cani per i motivi più diversi; si chiama ricondizionamento. Ad ogni soggetto va trovato il metodo che più gli si addice. Non è da dilettanti ma si può fare; basta una buona dose di volontà e non scoraggiarsi. Dovrebbe essere un divertimento. Certo, se tutto ciò pesa allora….Sarà un cane da compagnia.
 
Gli springers sono cani come tutti gli altri, anche se meno intelligenti dei Labrador e di altri cani piu' intelligenti del Labrador stesso.
L'intelligenza di un cane non si misura dalla sua disponibilità di eseguire o non eseguire i comandi. Sul fatto che sono cani come tutti gli altri sono d'accordo.
 
Anche la mia dolcissima Scout, che se le avessi chiesto di saltare in un precipizio a recuperare il riportello o un selvatico l'avrebbe fatto, da cucciolona mi fece uno scherzetto. Quando stavamo per uscire di casa (che lei adorava, specialmente se l'uscita implicava il riportare--l'unica sua passione, l'unico gioco che per lei contava, istintivamente, da quando aveva quasi gli occhi chiusi di cucciolina) le comandavo: "Give me your leash!" (Dammi il guinzaglio!). Lei lo raccoglieva (in genere era vicino alla coperta dove lei doveva stare quando era dentro casa), me lo portava, si sedeva e aspettava che glielo mettessi al collo. Una mattina, non so per quale ragione, rifiuto' di raccoglierlo da terra e di consegnarmelo. Glielo ordinai ripetutamente, ma mi accorsi dalla sua espressione che stava cercando di imporre a me la sua volonta'. A questo punto andai in garage a prendere la borsa dei riportelli e del lanciariportelli, poi passai vicino a lei, ancora seduta vicino alla porta, in modo che la potesse vedere ed annusare, e lei si alzo' in piedi scodinzolando. "STAY" le dissi aspramente. "SIT!" e lei si sedette. E mentre mi guardava speranzosa uscii di casa chiudendole la porta sulla faccia e dopo un paio di minuti cominciai a sparare col lanciariportelli. Sono sicuro che sentendo quegli spari avra' capito che la sua disobbedienza le era costata una sessione del suo gioco preferito. Dopo una decina di minuti rientrai in casa. La guardai a lungo. Il contatto con gli occhi del padrone e' importantissimo. Non aveva piu' quell'espressione di prima. "Give me your leash," le dissi, ma a voce bassa e senza asprezza. E lei immediatamente lo prese e me lo porse. Dopodiche' la portai fuori e lanciai riportelli per qualche minuto, premiandola per la sua rinnovata obbedienza. Se l'avessi mandata affanculo e fossi andato per i fatti miei dopo il suo rifiuto di obbedire, sono sicuro che avrebbe cominciato a "zazzare" (si dice ancora cosi'?) sempre piu' spesso.
Sono ragionamenti complessi che al cane non gli passano neanche per l'anticamera del cervello. E' un classico di chi umanizza i cani. I cani sono degli attenti osservatori, hanno abbastanza discernimento per valutare e decidere. L'insubordinazione del cane dipende da un comportamento sbagliato del padrone, il cane ci sfida perché glielo facciamo credere, gli abbiamo fatto capire che lo può fare. "Una mattina, non so per quale ragione, rifiuto' di raccoglierlo da terra e di consegnarmelo" Se scopri la ragione, ti basta correggere il tuo comportamento e non quello del cane.Purtroppo ci sono ancora quelli che credono che dopo l'errore fatto dal cane, il cane va portato in macchina e chiuso nel trasportino, perché deve pensare all'errore commesso.
 
L'intelligenza di un cane non si misura dalla sua disponibilità di eseguire o non eseguire i comandi. Sul fatto che sono cani come tutti gli altri sono d'accordo.

E' vero, l'intelligenza di un cane si misura sul capire i comandi ed eseguirli bene. Le razze piu' intelligenti possono capire ed eseguire un maggior numero di comandi e comandi piu' difficili e complicati. Quelle meno intelligenti possono capire meno comandi e soltanto comandi piu' semplici.
 
Aggiungo che per quanto l'amassi alla follia, e per quanto lei amasse (e rispettasse) me alla follia, non ho mai lesinato le punizioni per comportamenti scorretti. Se vicina, facevo cio' che le cagne fanno ai cuccioli per punirli: le afferravo il muso e lo stringevo sgrullandolo fino al primo guaito.
I comportamenti scorretti stanno nella testa del padrone, il cane che disobbedisce a delle forzature non commette nessun comportamento scorretto, non merita nessuna punizione corporale. Per avere un cane affidabile e ben bilanciato, con lui bisogna combattere ad armi pari, altrimenti avremo un cane bugiardo che esegue per non subire la punizione.
 
Se lontana usavo il collare elettrico. Una scossetta leggera ma ben avvertibile, preceduta dal "buzzzzz" della suoneria del collare. Dopo qualche tempo bastava il buzzzzz.
Un cane ben socializzato è un cane che ha un ottimo rapporto con il padrone. Questo tipo di rapporto è basato sul rispetto reciproco. Per rispettare il cane bisogna pensare come pensa il cane, la base per avere un buon rapporto con il cane è l'autocontrollo del padrone. Io ho incominciato a non punire il cane quando ho capito che punire vuol dire dichiarare la propria resa al cane. Gli stavo dicendo "ho finito gli argomenti a mia disposizione e per farmi obbedire devo passare alle vie di fatto". Con questo non ho detto che quando alleno non avverto e minaccio, ma non vado mai oltre. Devo dire che non punisco anche per orgoglio. P.S. devo dire che in passato ho anche punito.
 
Germano, l'addestramento del cane non puo' prescindere dalla natura del cane, discendente del lupo. E nel branco di lupi i comportamenti errati sono puniti anche ferocemente. Rispetto reciproco? No, sottomissione all'alpha male e all'alpha female. Rispetto reciproco? Termini umani che non si applicano ai cani. Mi pare che sei tu che stai attribuendo ai cani caratteristiche umane. Fra i cani (e i polli, e tutti gli animali non solitari) quello che tu chiami "rispetto" e' paura dei morsi o delle beccate, o dei calci. I cani rispondono benissimo alla punizione, a patto che sia istantanea--non piu' di un paio di secondi dopo la trasgressione.
 
Germano, l'addestramento del cane non puo' prescindere dalla natura del cane, discendente del lupo. E nel branco di lupi i comportamenti errati sono puniti anche ferocemente.
La maggior parte delle volte questi rituali si concludono senza spargimenti di sangue, questo è quello che dicono gli etologi che sono stati a stretto contatto con i lupi. Questo è quello che ho letto più volte ed è sempre quello che ho riscontrato nelle mie cucciolate, dove i cuccioli insieme alla madre vivevano in branco, niente box e due sole cucce per 6/7 cani. I cuccioli venivano "educati" anche dal maschio" ma sempre con avvertimenti e minacce, come si vede nel filmato, anzi visto che vivevano uno spazio enorme, quando il maschio con l'avvertimento e la minaccia non era più in grado di controllare i cuccioli preferiva allontanarsi che ammazzarli a morsi. Se i cuccioli vengono ben educati non hanno bisogno di essere puniti, la punizione rende il cane squilibrato. Dopo l'avvertimento viene la minaccia, ma al 99% prima che possa essere somministrata la punizione il cane assume un atteggiamento di resa, ho visto punire anche dopo questo atteggiamento. In termini umani e come schiaffeggiare una persona che si è inginocchiata e ha chiesto scusa. Un cane non può rispettare una persona squilibrata, ha paura proprio perché non viene capito, i segnali di resa appresi sono andati a finire sotto i piedi di un padrone coglion@. Bisogna non confondere mai i segnali di resa con quelli di sottomissione, e quelli di resa con quelli di dominanza.
 
Rispetto reciproco? Termini umani che non si applicano ai cani. Mi pare che sei tu che stai attribuendo ai cani caratteristiche umane.
Sicuramente ho usato termini umani, però ho sempre sostenuto che nella struttura del branco tutto ruota intorno a queste tre parole, "dominanza, sottomissione, leadership" dove il leader non può fare quello che vuole, lui è il leader proprio perché fa gli interessi del branco, fa il dittatore, ma non è un tiranno, è il primo a rispettare le regole del branco. Le regole sono del branco e non del capo branco. Come è stato eletto, allo stesso modo può essere destituito. Il leader smette di essere tale quando contrasta con gli interessi dei cani. L'interesse primario del cane è la sopravvivenza della specie, tutto quello che viene fatto fare al cane contro questo suo interesse non è un comportamento da leaders, è una forzatura che non ha niente a che vedere con le regole del branco e con la leadership.
 
Fra i cani (e i polli, e tutti gli animali non solitari) quello che tu chiami "rispetto" e' paura dei morsi o delle beccate, o dei calci. I cani rispondono benissimo alla punizione, a patto che sia istantanea--non piu' di un paio di secondi dopo la trasgressione.
Forse i tuoi cani hanno paura dei calci, i miei non prendono più "calci" da decenni, non possono avere paura dei calci. Sicuramente è molto più veloce e più facile reprimere l'esuberanza del cane a calci, è molto più difficile controllare il cane con gli avvertimenti e le minacce. Un calcetto oggi, uno schiaffetto domani, una scossetta dopo domani, a fine settimana ci si trova ad essere seguiti da un essere di carne ed ossa senza anima.
 
Ho inserito quel filmato per rendere più chiaro il concetto di “avvertimento” e “minaccia”, non sono semplici da distinguere e Nicola (Germano) ha il difetto(:D) di non spiegare materialmente come si fa a distinguere i vari atteggiamenti che un cane assume per esprimere sia gli atteggiamenti sopra esposti che poi “dominanza” contrapposta a “sottomissione” piuttosto che “resa”. Stabilire un rapporto con il cane tramite l “addestramento” è più semplice che farlo tramite la “socializzazione” .
 
Forse i tuoi cani hanno paura dei calci, i miei non prendono più "calci" da decenni, non possono avere paura dei calci. Sicuramente è molto più veloce e più facile reprimere l'esuberanza del cane a calci, è molto più difficile controllare il cane con gli avvertimenti e le minacce. Un calcetto oggi, uno schiaffetto domani, una scossetta dopo domani, a fine settimana ci si trova ad essere seguiti da un essere di carne ed ossa senza anima.

No, i calci a un cane non li ho mai dati e li darei mai. Parlavo di animali che vivono in gruppi, come gallinacei, lupi, e cavalli, che mostrano un'inequivocabile gerarchia, e guai agli individui che sgarrano. I calci di cui parlavo sono quelli sferrati soprattutto con gli zoccoli anteriori dagli stalloni alpha ai maschi "inferiori" che non si sottomettono. E usano anche i morsi. Come ho detto chiaramente, le punizioni che usavo erano minori. Le mamme acchiappano il muso dei cuccioli e lo stringono, e io facevo lo stesso. Il collare elettrico (suono e scossa minima) era meraviglioso perche' la punizione era istantanea, appena dopo il cattivo comportamento. E, a proposito, io credo fermamente che anche con i figli le sculacciate sono a volte necessarie--ma mai somministrate con rabbia od in maniera umiliante, come di fronte ad altri. Mia moglie ed io, quando nostra figlia, da piccola, faceva qualcosa che non avrebbe dovuto fare, siccome gli esseri umani sono di gran lunga piu' intelligenti dei cani, non dovevamo punirla immediatamente (niente collare elettrico per lei!:)). Invece appena possibile la facevamo venire in salotto dove facevamo un mini-processo. L'accusavamo del malfatto, le chiedevamo se l'accusa era fondata o no, e se lei pensava che cio' che aveva fatto fosse giusto o sbagliato. Lei era la prima a riconoscerlo. Poi le rammentavamo che ogni azione, buona o cattiva, ha le sue conseguenze, buone o cattive. E la conseguenza di una cattiva azione era una sculacciata. Dopodiche' pronunciavamo la sentenza (numero di sculacciate a seconda della gravita' del comportamento). La sentenza era eseguita da me (ho le mani abbastanza dure e so che mia moglie le avrebbe avute troppo morbide). Dopo la sculacciata la abbracciavamo a lungo tutti e due e le facevamo capire, a parole ed azioni che qualsiasi cosa facesse le volevamo bene lo stesso, che la punizione non era un segno di non volerle bene, ma che era necessaria per il suo bene. Di questi "processi" ed "esecuzioni ce ne furono probabilmente da contare su una mano sola. E nostra figlia imparo' perfettamente il concetto di azione/conseguenze. Tant'e' vero che, cresciuta in un ambiente di una grossa percentuale di ragazzi che usavano alcohol, fumavano spinelli (o peggio), facevano sesso a 13 o 14 anni, nostra figlia non tocco' mai ne alcohol ne' **** ed e' sposata molto felicemente al suo primo ragazzo, col quale non ebbe alcun contatto fisico prima del matrimonio. Questo, lo so, con i cani non c'entra. Ma mi diceva un amico che addestrava i cani da lavoro per la polizia che uno che non sa addestrare un cane non dovrebbe avere figli perche' non saprebbe educarli. E, aggiunse, non dovrebbe fare neanche l'insegnante. Be', io credo di aver educato bene mia figlia (che si e' diplomata, poi laureata sia col baccellierato che con il master's col massimo dei voti, e' un'ottima moglie e madre, ed ha gia' una bella carriera universitaria come insegnante ed amministratrice) ho avuto ed addestrato una meravigliosa Labrador che non mi ha mai deluso a caccia, ed ho insegnato per 27 anni allo stesso liceo. Sara' stata anche fortuna, non lo discuto, ma tanti sono capaci di trasformare la buona fortuna in disastro. Vedi Lapo Elkann...
P.S.
Il cane o fa quello che deve fare, sempre, o non e' stato addestrato bene. Giustificare errori, disobbedienze, con la supposizione che correggere gli errori con le punizioni ne distruugge un'ipotetica "anima" e' una giustificazione che io trovo simile alla storia della volpe e dell'uva. E mi fa pensare a quando ero insegnante, ed un ragazzo faceva qualcosa di brutto e crudele, come essere un bullo nei riguardi dei piu' deboli, ed i suoi genitori lo giustificavano dicendo, "E' soltanto un ragazzo, ha fatto una ragazzata, bisogna capirli, non si puo' trattarli come detenuti... blablabla." E quasi immancabilmente questi ragazzi, una volta cresciuti diventavano davvero dei detenuti, perche' avevano genitori deboli e incompetenti.
 
Una parere rispetto al video... La mamma ringhia a tutti ci sono quelli che di siedono e fine e quelli che insistono... Secondo voi in caso di scelta del cucciolo si può supporre che avrà lo stesso comportamento nei nostri confronti? Quindi più facilmente o difficilmente si piegherà a noi?
 
Il sistema di addestramento, (se così si può dire) che ha Nicola, (germano56), è un sistema innovativo che si aggancia alla psiche del cane. Sinceramente è il primo che trovo e non so se ce ne sono altri.
Devo dire che ho imparato molte cose da Nicola, altre invece mi hanno fatto venire dei dubbi.
Il nostro, o almeno il mio sistema è antico, ma questo non vuol dire che sia meno redditizio.
io ho sempre addestrato il cucciolo di turno, sempre alla stessa maniera, qualunque sia stata la sua razza, (parliamo di cani da ferma). Sono venuti su cani buoni, mediocri e inutilizzabili, ma tutti diversi tra loro e qui entra la psiche, che io reputo "carattere". Ogni cane ha una storia a se, bisogna sfruttare le potenzialità soggettive di ognuno ed incrementarli.
Le punizioni; dice bene Giovanni, si danno nell'immediatezza del fatto se no, sono inutili. Capire il lato debole del cane e sfruttarlo a guadagno, fargli fare le cose naturalmente, mai imporle e non permettergli mai di fare di testa sua.
Come molti di voi sapranno, sono riuscito a torcere un Pastore dell'Asia centrale, razza non addestrabile, usato secondo il suo istinto. Ebbene, oggi il cane ha due anni e mezzo, ha una bella intesa col sottoscritto, ubbidiente, non ha paura di me ne di alcuno, gioca come un cagnolino, si fa fare di tutto, ma al momento opportuno, con gli estranei cambia. Se sono presente, dopo i primi abbai che precedono l'attacco, gli ordino "stai", si siede e non molla di vista l'estraneo, pronto a sferrare l'attacco ad un mio segnale. Se io non ci sono.......è meglio che ci sono. Insomma per entrare nella proprietà lo devono uccidere. Non so come lo avrebbe addestrato Nicola, sicuramente meglio di me, ma credo che i risultati sarebbero stati uguali. Ad una razza del genere non puoi chiedere altro.
Ritornando al discorso, le punizioni al momento giusto, ci vogliono e non credo che con questo il proprietario abbia fallito, ha solo preso un altra strada.
 
Una parere rispetto al video... La mamma ringhia a tutti ci sono quelli che di siedono e fine e quelli che insistono... Secondo voi in caso di scelta del cucciolo si può supporre che avrà lo stesso comportamento nei nostri confronti? Quindi più facilmente o difficilmente si piegherà a noi?

Onestamente ti devo dire che non lo so. Ci sono due parametri che ho usato nello scegliere Scout--di gran lunga il cane piu' bravo che abbia mai avuto (ma ne ho avuti pochi) o visto: curiosita' e capacita' di non sottomettersi ai suoi fratellini piu' aggressivi. Scout era quella che si allontanava di piu' dalla cucciolata per esplorare i dintorni, non si faceva montare dgli altri (fra i cani non e' una cosa di natura sessuale, ma di predominanza), e se la mordicchiavano ritornava il favore. Poi pero' quando afferro' un'ala di germano e comincio' a girellare a testa alta con l'ala in bocca, fiera della sua preda, fu cio' che mi fece decidere. Pero' forse e' stata soltanto questione di cu10, forse di cani non ne capisco un tubo, e m'e' capitato di scegliere il cucciolo migliore soltanto per caso.
Pero' non credo che "piegarsi a noi" e' cio' che il cane debba fare. IL cane caccia per piacere ed istinto. QUindi gia' procede nella direzione "giusta" dal punto di vista nostro. Quello che si fa in addestramento e' raffinare quello che gia c'e' per utilizzarlo ai nostri fini. Anche l'obbedienza e' parte dell'istinto, dai tempi di quando era lupo e doveva obbedire prima a mamma e poi ai capobranco. Percio' esigere l'obbedienza ai comandi sempre e comunque non e' "piegare" il cane, ma indirizzarlo bene. Ma attento--sii sicuro sempre che il cane capisca perfettamente che cosa vuoi da lui, o diventera' confuso e finira' col fare cio' che pare a lui, non te. Mano di ferro in guanto di velluto e' necassaria. Mai sbraitare, sbracciarsi, fargli male, punirlo per sbagli che non sa di aver fatto o punirlo piu' di due secondi dopo l'errore.
 
Una parere rispetto al video... La mamma ringhia a tutti ci sono quelli che di siedono e fine e quelli che insistono... Secondo voi in caso di scelta del cucciolo si può supporre che avrà lo stesso comportamento nei nostri confronti? Quindi più facilmente o difficilmente si piegherà a noi?

Vero la mamma ringhia a tutti e li sta “avvertendo”, qualcuno lo capisce e si siede calmandosi , fermiamoci qua e riflettiamo: i cuccioli che all avvertimento si calmano e si siedono, lo fanno perché sono sottomessi? perché hanno poco carattere? o perché sono intelligenti? già, intelligenti..., perché sanno che se non rientrano nei ranghi arriverà la “minaccia” e forse la “punizione”. Andiamo avanti: qualche cucciolo fa il finto tonto all avvertimento e ci prova comunque ad avvicinarsi per allattare beccandosi la minaccia, lo fanno perché hanno carattere? perché sono dominanti? o perché sono “stupidi” inteso come inutilmente testardi?
Ci sono spunti di discussione interessanti, vediamo cosa ne pensate.


Personalmente se dovessi scegliere un cucciolo osservando solo questo comportamento ( assolutamente insufficiente) sceglierei chi ha dimostrato intelligenza valutando non conveniente disubbidire .
 
Le mamme acchiappano il muso dei cuccioli e lo stringono, e io facevo lo stesso.
Secondo me la madre al cucciolo quando gli stringeva il muso gli stava insegnando qualcosa, forse gli stava insegnando a controllare il morso. Il tuo scopo era provocare dolore per punire il cane.
 

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