Carissimi buonasera, dopo qualche giorno riesco finalmente a tornare in Sabina. Non so bene il perché ma le cacciate che dall'Immacolata proseguono fino a fine gennaio hanno qualcosa, per me, di più intimo e viscerale. Invero, i rami nudi di molti alberi che nelle albe invernali appaiono algidi e sofferenti, specialmente se gocciolanti di quella guazza inseparabile compagna di tutto dicembre, uniti al fogliame madido o crepitante secondo se all'umidità s'è fatta spazio la gelata diuturna, consegnano agli occhi, almeno sembra, quei tesori che le precedenti belle stagioni hanno nascosto tra la macchia e che l'autunno quasi trascorso non aveva ancora pienamente rivelato. Negli uliveti non trovi quasi più, almeno da noi, le genti intente alla raccolta ma quei pochi che, ancora oggi, a colpi di roncola e forbice rendono ulivi come scultoree opere d'arte. Più lontano, dove il contadino avrà scelto, la massa di "succhioni" , rami ritorti e tronchi secchi, troveranno piaggia per essere arsi. Il tordo, come tutto il resto dell'avifauna minore, s'è "impastato" con l'ambiente che vive e lo fa vivere. Ora i bottacci hanno regole più nette e gli spolli e i rientri, nei primi e negli ultimi minuti della giornata donano sagome scure che bene si inseriscono nella mestizia e nella verginità di quelle campagne, dei botri, e, soprattutto delle macchie invernali che, in talune giornate, quelle di freddo e galaverna, appaiono disperate e rassegnate alla tristezza. La festa della Madonna, in alcuni paesi della Sabina, regalano agli abitanti piccole fiere e giochi pirotecnici. All'alba di stamane, durante lo spollo, pochi minuti prima delle sette, dal piccolo paese agricolo ai piedi di monte Gennaro, esplodono i fuochi. Per qualche minuto dalle macchiotte e dai canaloni prospicienti s'è assistito all'involo di merli e bottacci ma anche ghiandaie cornacchie colombi e tortore dal collare, uccellame vario. Ovviamente roba di pochi momenti ma l'evento dà suggestione. Tu, intontito azzardi sbracciate un pò a tutto ma quasi tutto del tutto avrà, all'impazzata, scelta una via ovviamente desueta alla comune traiettoria mattutina. Per il traccheggio poi, m'avvio in un uliveto sotto certe rovine. Tordi e merli pochi, qualche tiro che regala al carniere esigui ulteriori bottacci. Le pietre dell'antico paese, gli ulivi secolari, i botri ombrosi e fitti. Nel ritiro silenzioso, nella solitudine della mente sai che forse, nel volo d'un tordo, incontri la teofania che vive e realizza la tua passione. Dai un'ultima boccata al mozzicone, afferri i laccioli, ti stringi nella giacca e... cammini verso il ritorno.
Secondo me tu non vai a caccia per "cacciare"....... ma solo per trovare argomenti ed emozioni da....."raccontare" !
Bravo !!
E grazie.....!!