Stamani è stato difficile prendere la decisione di andare a tendere alle lodole. E' come se si dovesse allestire uno spettacolo teatrale. Montereste voi una scenografia impegnativa all'aperto senza la minima garanzia che di li a poco verrà a piovere? Poi, non hai neppure nessuna garanzia che il "pubblico" venga ad assistere alla rappresentazione. Dai, non ci preoccupiamo del cielo coperto. Si monta lo stesso. Tutto. Capanno, bresciana, le gabbie. Tutto fuori. Un'ora buona di lavoro. E gli amici al telefono: Cosa? Sei a tendere anche stamani? Non l'hai visto il tempo? Niente, non ci arrendiamo neppure di fronte all'evidenza e alle 05:00 siamo con la macchina ad attraversare prati oscuri e umidi. In dirittura d'arrivo per il posto prescelto, sempre il solito, l'incontro con la beccaccia. Devo scendere dalla macchina e pregarla di darmi strada: Ferma davanti ai fanali non si vuole spostare. Chissà come, ho dimenticato di fargli una foto. E' la seconda volta che mi capita. Niente, poi verso le otto il mio stupore, tra cielo coperto e parziali schiarite, di vedere qualcosa che assomiglia ad un movimento di passo. Splendide curate e uccelli che paiono entrare dal mare. Col senno di poi mi dico che non è possibile, con questo meteo e in questi giorni di quasi metà novembre. Sono spostamenti tra pasture che danno l'illusione di una coda di passo. Un passo che poi non c'è mai stato, quest'anno. Almeno come lo vorremmo noi lodolai. Nel prosieguo, tutto si ridimensiona e arriva anche qualche goccia di pioggia, a tenerti sul chi vive. Tutto sommato anche stamani ne è valsa la pena, di essere andati. Anche per l'incontro con la beccaccia. Mi fermo a metà strada tra la quota lombarda e quella toscana. Che dire, non c'è malaccio.