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Aggiungo un dettaglio che illustra quanto erano credulone le allodole di un tempo. Una volta a Nettuno, dopo una proficua cacciata alle lodole con Papa', usando una civetta finta con ali mobili, andammo a trovare un costruttore amico di Papa' che aveva una tenuta vicino Nettuno. Portammo le nostre allodole, che unite a quelle abbattute da un giovane, figlio di contadini della tenuta, costituirono uno dei piatti migliori del lauto pranzo che facemmo nell'antica casa colonica della tenuta, spennate, pulite e cucinate dalla madre del giovane. Mi ricordo anche un'insalata di fagioli incredibilmente buona, grazie anche all'olio d'oliva prodotto dalla tenuta stessa. Be', durante il pranzo il giovane cacciatore si accorse che io e la sua giovane e bella sorella, una contadinotta procace bionda dagli occhi blu ed io, a quell'epoca diciassettenne, ci stavamo scambiando sguardi un po' troppo significativi. Percio' appena finito di mangiare mi esorto' ad andare con lui a prendere qualche altra allodola "da portare a casa." Gli chiesi se dovessi prendere la civetta meccanica dalla macchina, e lui mi disse di no, che aveva tutto il necessario. Ed il "necessario" era una lunga canna di bambu' ed una vecchia pantofola marrone. Entrammo in un campo della tenuta e lui infilo' la pertica nel terreno soffice dopo averne calzato la cima con la vecchia pantofola, che effettivamente cosi' sistemata aveva il colore, la taglia, e la sagoma di un grosso uccello appollaiato. Ci nascondemmo in un fossetto ad una ventincinquina di metri dalla pantofola da richiamo, e quando le allodole cominciarono a volare di nuovo demmo bocca ai fischietti, e le lodole cominciarono a venire alla pantofola. Ne buttammo giu' una dozzina cosi', prima che cominciasse a imbrunire. Altro che gabbie e uccelli da richiamo, civette vive, macachi, giostre, capanno mimetico... Una ciabatta!