io spero che gli m5s vadano tutti affan...come dice lui e con loro chi li vota non dimenticate che siamo Cacciatori e queste facce di **** ci vogliono ESTINGUERE vada affan..anche il PD che a siena ci sta facendo la lotta contro e il PDL che con la **** ci rema contro FANC TUTTI PORCA ******* e si continua a DORMIRE e farci trattare da **** e le AAVV non muovono un DITO !!!SVEGLIAMOCI PORCA TROtaaaaaaaa
 
Ultima modifica di un moderatore:
io spero che gli m5s vadano tutti affan...come dice lui e con loro chi li vota non dimenticate che siamo Cacciatori e queste facce di **** ci vogliono ESTINGUERE vada affan..anche il PD che a siena ci sta facendo la lotta contro e il PDL che con la **** ci rema contro FANC... TUTTI PORCA ******* e si continua a DORMIRE e farci trattare da **** e le AAVV non muovono un DITO !!!SVEGLIAMOCI PORCA TROtaaaaaa
L'hai detta giusta
senza offesa .....
ti devi svegliare.....
 
INSOMMA COME ANDRA' AVANTI LA TELENOVELA???... DOVE ANDREMO A FINIRE...


Giorgio Napolitano di peggio non poteva fare. A coronamento di un brutto settennato, che solo una Casta politica e giornalistica sempre più scollegata dalla realtà riesce a continuare a osannare, il futuro ex presidente della Repubblica affida a dieci supposti saggi il compito di concordare un pugno di riforme istituzionali ed economiche. Tra di loro non ci sono donne e non ci sono giovani. In compenso nell’elenco compaiono cariatidi in politica da 40 anni e dinosauri dell’italica burocrazia.
Ci sono garanti nominati alla testa delle loro Authorithy (Giovanni Pitruzzella) non per la “notoria indipendenza” o per la specifica competenza, ma perché legati da rapporti di amicizia e professionali con l’attuale capogruppo Pdl al Senato, Renato Schifani. Ci sono parlamentari (il leghista Giancarlo Giorgetti) che conoscono le regole dell’omertà da quando hanno ricevuto e poi restituito – senza denunciare nulla – una busta piena di soldi gentilmente portata dall’ex big boss della Banca Popolare di Lodi, Giampiero Fiorani; ex magistrati di sinistra folgorati dalla politica (Luciano Violante) e specializzati nel compromesso opaco alle spalle di elettori e cittadini. Poi, ovviamente, c’è Gaetano Quagliariello, passato con nonchalance dalle file del Partito Radicale ai banchi del Pdl da dove, dopo la morte di Eluana Englaro, dava degli assassini agli avversari.
Insomma, salvo rare eccezioni, la lista dei saggi che dovrebbe portare a un nuovo governo indicando al Paese le quattro o cinque cose importanti da fare nei prossimi mesi, è una perfetta fotografia della classe dirigente, bugiarda, incompetente e voltagabbana, che lo ha affossato.
Questa volta però non basta prendersela con i partiti cattivi. O con il risultato elettorale confuso che obbliga il Parlamento a trovare qualche tipo di accordo. Il responsabile di questo scempio, va detto chiaro, è Giorgio Napolitano: il Capo dello Stato che, se proprio riteneva che la strada dei saggi fosse quella da seguire (cosa che dubitiamo), aveva il dovere di trovare dei nomi diversi. Oppure, e avrebbe fatto bene, avrebbe dovuto dimettersi senza indugio, in modo da far eleggere subito un successore. Un nuovo Presidente che, forte del voto appena ricevuto e del potere di sciogliere le Camere, mettesse immediatamente i partiti davanti all’alternativa: o trovate il modo di dare la fiducia a un governo, o andate a casa.
Ma Napolitano ha deciso altrimenti. E adesso è nudo di fronte a un Paese costretto a poco a poco ad accorgersi della realtà: i risultati politici dei suoi sette anni al Colle di fatto non esistono, quelli istituzionali neppure.
Dietro le spalle di Re Giorgio restano solo una serie di moniti e appelli – dalla riforma elettorale alla situazione delle carceri – sempre inascoltati; la promulgazione, senza tentennamenti, di tutte le leggi ad personam di Berlusconi (dal Lodo Alfano al legittimo impedimento) poi dichiarate incostituzionali dalla Consulta; le risposte stizzite rivolte ai cittadini che subito dopo l’approvazione dello scudo fiscale, gli chiedevano: «Presidente, non firmi, lo faccia per le persone oneste».
Restano gli interventi a piedi uniti nelle indagini della magistratura e il fallimento dell’operazione Mario Monti, il tecnico che doveva essere il suo successore e che invece gli ha voltato le spalle entrando, con poco successo, direttamente in politica. Dietro Napolitano rimane insomma solo un cumulo di partitocratiche macerie. E adesso l’unica cosa saggia da fare non è affidarsi ai suoi supposti saggi, ma pensare a scegliere un capo dello Stato nuovo che non provenga dalle file dei partiti. Un uomo, o una donna, che conosca l’Italia per davvero e non solo la toponomastica delle stanze e delle segreterie dei Palazzi del Potere.
 
scusate se mi permetto di fare una piccola puntualizzazione, sbaglio...e ripeto, sbaglio o grillo ha sempre detto che avrebbe governato soltanto se fosse stato il "partito" più votato, e ancora, sbaglio, e ripeto: sbaglio o grillo ha sempre detto che non avrebbe mai fatto apparentamenti post-elezioni con nessuno?
Fino a prova contraria, ha ribattuto immediatamente al pd, (per non dire più direttamente bersani), ad un invito di cerare un governo insieme, con un'altra domanda, infatti grillo all'invito di formare un governo con il pd chiese a bersani se accettava la condizione di rinunciare ai rimborsi elettorali, quest'ultimo rispose picche!!! e fece bene a parer mio, per un semplice motivo di coerenza, a chiudere la porta al pd, io avrei fatto lo stesso! arrivati a quel punto, non'éra più una questione di emergenza per li paese, ma per come la vedo io, era solo un tentativo di accapparrarsi un pò di poltrone per il pd. premetto che non ho votato, ma se si ritornasse alle urne, sarei il primo a dare il voto a m5s. GUARDA CASO il pd+l non aspetta altro che napolitanino imponga al pd, di fare un governo con pd+l.... per forza il mondo ci deride... tutti si lamentano che bisogna cambiare, e poi si votano coloro che non vogliono cambiare niente.
 
Beh pero' lo aveva dichiarato che voleva mandarli tutti a casa... è un dittatore, ma mi sembra che si comporti coerentemente con quanto aveva annunciato. Lo sbaglio lo ha fatto chi gli ha dato il voto....


o chi non gliel'ha dato........


ma perchè ve la prendete tanto con grillo, se ci sono partiti che con meno incisività, ma più tornaconto si sono comportati anche peggio per decenni.....un'esempio? i radicali
 
Lo stipendio medio è di circa 150 mila euro, 5 volte la paga di un impiegato[h=1]Taglio ai costi delle Camere,
si gioca tutto sui dipendenti[/h][h=3]Sindacati già preoccupati dopo il «richiamo» della Boldrini. L'ufficio di presidenza discute del taglio di indennità[/h]Lo stipendio medio è di circa 150 mila euro, 5 volte la paga di un impiegato
Taglio ai costi delle Camere,
si gioca tutto sui dipendenti
Sindacati già preoccupati dopo il «richiamo» della Boldrini. L'ufficio di presidenza discute del taglio di indennità
BG01F1_3396061F1_22531_20130321213819_HE10_20130322--180x140.jpg
(Ansa)
ROMA - Inutile illudersi: la bacchetta magica non esiste. Intendiamoci, non che siano mancate le buone intenzioni. A parole. Perché per i contribuenti il costo del Parlamento, in 65 anni, non è mai calato. Nel 2013, per la prima volta nella storia, la Camera ha chiesto meno soldi al Tesoro: da 992,8 a 943,6 milioni. Finalmente, direte. Ma si tratta di una cifra pur sempre superiore, e di molto, al costo degli altri Parlamenti europei. Le uscite correnti di Montecitorio depurate della spesa pensionistica (altrove pagano gli enti di previdenza) sono state pari nel 2010 a 752 milioni, contro 576 del tedesco Bundestag, 498 della britannica House of Commons e 473 della francese Assemblée Nationale. Numeri che stonano di brutto con l'affermazione contenuta nel documento dell'ufficio di presidenza della Camera del 30 gennaio 2012: «I costi complessivi di un deputato italiano risultano in linea con quelli sostenuti per i parlamentari nei principali Paesi europei e nel Parlamento europeo, anzi sono nella maggior parte inferiori». Da allora è passato un anno, ma sembra un secolo.
Mentre annunciava fra le ironie grilline l'autoriduzione dell'indennità di carica del 30%, la presidente della Camera Laura Boldrini ha detto che anche l'amministrazione dovrà tirare la cinghia. «Con l'accordo dei sindacati», ha precisato. Non riuscendo a evitare il panico a Montecitorio, dove le 9 (nove) sigle sindacali sono già sul piede di guerra. Perché è chiaro che se davvero si vogliono ridurre le spese del Parlamento è lì che inevitabilmente si arriva. Le retribuzioni del personale peseranno nel 2013 sul bilancio della Camera, dicono le previsioni, per 231,1 milioni: il che, diviso per le attuali 1.541 buste paga significa uno stipendio medio di 150 mila euro. Parliamo di una somma pari a circa 5 volte la paga media di un dipendente pubblico e quasi il quadruplo rispetto allo stipendio di un dipendente del parlamento inglese, che si aggira sui 40 mila euro annui.
Ma affrontare questo capitolo sarà una rogna non da poco per Laura Boldrini, e soprattutto per i tre nuovi questori. Si tratta dell'ex magistrato antimafia Stefano Dambruoso, eletto con i montiani, del democratico Paolo Fontanelli, ex sindaco di Pisa, e di Gregorio Fontana, uno dei fondatori di Forza Italia. Esperto soprattutto l'ultimo dei tre, unico rieletto. Proprio l'esperienza tuttavia insegna che ogniqualvolta hanno tentato di frenare le retribuzioni del personale, sono stati respinti con perdite. Tanto alla Camera, che al massimo ha limitato qualche automatismo (ma non l'aumento del 3% scattato un paio d'anni fa) quanto al Senato. Dove nel 2008 un tentativo di rallentare la progressione degli stipendi fu in seguito annullato dalla commissione che ha il compito di regolare le controversie con il personale. L'autore, il questore Ds Gianni Nieddu, rimase senza seggio. Della serie: chi tocca i fili muore?
Causa blocco del turnover i dipendenti di Montecitorio sono oggi 400 in meno rispetto al 2003, ma la spesa complessiva non è affatto calata. Come si spiega? Intanto con l'aumento degli stipendi. Poi con l'incremento del numero dei pensionati. E siccome le pensioni dei dipendenti le paga il Parlamento, il risultato non cambia. Nel 2012 la Camera ha speso 238,5 milioni per gli stipendi e 216 per le pensioni: nel 2014 pagherà 232 milioni di stipendi e 226,9 di pensioni. Per una spesa che invece di calare dovrebbe salire da 454,5 a 458,9 milioni. Qualcuno pensa che sia momento di abolire quantomeno la quindicesima mensilità. Ma la cosa è stata liquidata come una battuta di cattivo gusto.
Ecco spiegata la partenza soft . Oggi l'ufficio di presidenza è convocato per discutere il taglio delle indennità aggiuntive e dei contributi ai gruppi parlamentari. Parliamo di una posta di bilancio, quest'ultima, di 35,1 milioni, per cui il preventivo della Camera approvato a settembre scorso prevede nel 2014 una riduzione comica di 100 mila euro. Il tutto con il fucile spianato del vicepresidente (del M5S) Luigi Di Maio, che vuole discutere il piano grillino per ridurre le spese di 42 milioni. Ci sarà da divertirsi.
Di sicuro i tagli non risparmieranno alcuni privilegi inconcepibili: per esempio gli appartamenti di servizio. Che toccavano anche ai questori. Circostanza surreale, quella per cui i deputati incaricati di gestire con oculatezza i soldi di tutti risultavano fra i più privilegiati dell'intero parlamento. Ora tutti, a partire da Laura Boldrini, vi hanno rinunciato, senza che però sia stato ancora decisa la destinazione di quegli alloggi. Questione alquanto problematica. E c'è già chi sostiene che la rinuncia all'appartamento potrebbe far aumentare le spese, invece di abbatterle. Storie già sentite... 
Sergio Rizzo
CORRIERE.IT
 
METTO QUESTO PERCHE' SECONDO ME BEATRICE BORROMEO AUTRICE DELL'ARTICOLO MERITA............... :D
[h=1]Antonio Di Pietro:
"Non sono finito
Ora parlo con Grillo"[/h]

antonio-di-pietro.jpeg



E dopo venti minuti buoni di autocritica, con le mani che coprono il volto ("Perché io non accuso gli altri prima di essermi preso le mie colpe, i peggiori danni me li sono fatti da solo, portando come un mulo certi insetti in Parlamento") Antonio Di Pietro tenta di convincere tutti, se stesso per primo, di non essere finito. E lo fa parlando dell'Italia dei Valori di domani. E del più utopico dei matrimoni: quello con il Movimento Cinque Stelle - fusione che, nel silenzio assoluto della sede Idv di Roma, con solo una decina di persone al lavoro e una bottiglia di vodka vuota che rotola in cucina - pare una speranza lontana più che una prospettiva concreta.
Di Pietro, da un mese è fuori dal Parlamento. Come sono oggi le sue giornate?
"Sono ancora il primo ad arrivare in ufficio e l'ultimo a chiuderlo. Giro di regione in regione, sempre in campagna elettorale. Non mi sono mai fermato".
(I fedelissimi, quei pochi rimasti, stretti attorno al capo, ripetono con affetto che lui tornerà in scena, che è proprio quando i telefoni smettono di squillare e gli inviti in tv scarseggiano che il leader mostra la sua tenacia. Arrendersi mai. Neanche dopo "la mia Waterloo", come la chiama Di Pietro).
Non si è preso del tempo per assimilare la sconfitta?
"Poco. Anche perché, lavoro a parte, mi sono dovuto occupare di problemi di salute. Ma non voglio parlarne, anche perché sono sotto controllo. Ora che ho superato i 60 anni, preferisco pensare al partito che lascerò, e assicurarmi che sopravviva.
E davvero, dopo la disfatta, a tendere la mano all'Italia dei Valori è proprio Beppe Grillo, vero vincitore delle ultime Politiche?
"Ne stiamo discutendo. Parlo spesso sia con Beppe che con Casaleggio, con cui ho già lavorato in passato. Ma prima del matrimonio dobbiamo capire cosa faremo da grandi: la coalizione di domani non può essere di pura protesta".
Lei non ha mai nascosto la sua vicinanza al grillismo. Piuttosto, è difficile credere che ci sia un'apertura da parte loro.
"Invece è così. Con la consapevolezza che un mio passo indietro sarebbe necessario, perchè l'Idv possa procedere senza pesi sulle spalle. D'altronde non aspiro a tornare in Parlamento. Farei non da padre nobile, ma da attivista del partito".
E sarebbe pronto a rinunciare di nuovo al suo simbolo?
"Piano, già per sposarsi dobbiamo essere in due, vuole pure sapere in che casa andremo ad abitare?"
Quindi la sua esperienza politica con Ingroia è conclusa?
"Io e Antonio ci sentiamo sempre, e siamo in grande sintonia. Ma il capitolo di Rivoluzione Civile si è esaurito con le elezioni. E poi l'alleanza era nata perché nessuno di noi avrebbe superato il quorum da solo: non potevamo frantumare pure l'atomo".
Quando si è reso conto che avrebbe perso le elezioni?
"É stata una lenta e costante discesa. É vero, però, che la puntata di Report ha segnato la fine. Eppure pensavo veramente di farcela, con Ingroia. Ne ero convinto. Col senno di poi, sarebbe stato meglio andare a perdere col mio simbolo".
Come ha reagito dopo la trasmissione?
"Col dispiacere di chi sa che è stata raccontata una storia vecchia, attraverso personaggi già condannati per avermi diffamato. Sto preparando una causa civile: non ce l'ho con la Gabanelli, ma voglio che un giudice terzo stabilisca la verità. Nell'altra stanza ci sono cinque scatoloni pieni solo di sentenze: ci sono ancora più di 300 processi in corso".
Fa sempre causa?
"Mai, quando la critica, anche violenta, è un'opinione. Quando mi dicono che non so parlare l'italiano non reagisco. Ma certi attacchi sono falsi, fatti solo per criminalizzarmi".
Pensa che Report non sia stato corretto?
"Penso molto peggio, ma ne parlerò solo quando avrò le carte che lo provano. E nel frattempo, come per tutto il resto, aspetto".
Beatrice Borromeo
 
E bravo Gargamella Bersani! Complimenti! Spero che domani nel segreto dell'urna ci sia un'esame di coscienza da parte dei tanti che fino ad oggi hanno stupidamente obbedito agli ordini di scuderia! Marini, già candidato 14 anni fa, ora è il candidato offerto su un piatto d'oro a Berlusconi in cambio delle ambizioni di governo di un povero illuso. Addirittura già si parla di governo D'alema, proprio come 14 anni fa; alla faccia del nuovo che avanza!
 
oggi sono abbastanza "sollevato".... finalmente Bersani ha deciso di suicidarsi politicamente..... alla faccia di chi lo fa davvero per disperazione. Dopo una manifestazione contro la povertà.... propongono Marini.... Altro schiaffo alla disperazione. Chi semina vento...raccoglie tempesta!
 
Io bersani non l'ho capito... se c'è o ce fà !!! prima lecca il di dietro a grillo per un governo di cambiamento, questo propone rodotà al quirinale aprendo di fatto ad una possibile futura fiducia 5 stelle ad un governo bersani e gargamella che te fà...........l'inciucio !!! 2 mesi di stallo politico con la crisi che uccide imprese e persone grazie alla voglia di protagonismo di un personaggio degno del pubblico linciaggio !

w l'itaja
 
ragazzi coi tempi che si annunciano il futuro della caccia....lasciamo stare che e' meglio ,scusate ma forse saro' io pessimista o voi miopi, ma non saranno le leggi a chiuderla... sara' ben altro
comunque e' vero i 5* hanno la loro parte di responsabilita' ,ma quello che sta preparandosi a fare il pd e' semplicemente ''ignobile'' e.
merita di essere ''cancellato''....troppi scheletri e posizioni da difendere.se non vuole cogliere questa occasione per rinnovarsi e interpretare la volonta' degli italiani e' giusto che scompaia.
pap
 
Penso che molti hanno dimenticato che Franco Marini è un co-fondatore del PD e che non è certamente un simpatizzante del PDL...quindi le spaccature e i litigi sono tutti interni al PD...forse è l'ultimo atto di questa rappresentazione grottesca.
 
Penso che molti hanno dimenticato che Franco Marini è un co-fondatore del PD e che non è certamente un simpatizzante del PDL...quindi le spaccature e i litigi sono tutti interni al PD...forse è l'ultimo atto di questa rappresentazione grottesca.


"Grottesco" penso proprio sia l'aggettivo migliore per definire lo stato del PD attuale.....
Non avrei mai creduto potessero arrivare a tanto.....
 
"Grottesco" penso proprio sia l'aggettivo migliore per definire lo stato del PD attuale.....
Non avrei mai creduto potessero arrivare a tanto.....

Io sì, lo pensavo da anni...era solo questione di tempo...il PD è un soggetto politico mai nato...non si sono mai fuse le due anime...quella post democristiana e quella post comunista...come a dire il diavolo e l'acqua santa...ora forse arriveranno allo scontro finale...chissà poi se dalle ceneri possa nascere un nuovo soggetto politico.........il guaio è che intanto il Paese sprofonda sempre di più...chi sarà il salvatore???...o almeno considerato tale????
 

Utenti che stanno visualizzando questa discussione

Armeria online - MYGRASHOP
Sponsor 2024
Indietro
Alto