Spero scuserete l'OT.
Doppi incarichi: 50 parlamentari ancora con un piede in due staffe
Attaccati alla poltrona. Sono i
deputati alla Camera o senatori che hanno più di un incarico. Per la precisione si tratta di
59 amministratori locali - i conti li ha fatti Il Giornale all’inizio del mese, ma il numero in questo ore è in costante diminuzione - che sono titolari di più scranni, compreso quello romano. Le cose sono migliorate rispetto alla legislatura precedente:
nel 2011 l’Espresso aveva calcolato erano ben 121 i politici con due o più poltrone.
Funzioni e incarichi diversi, fino a quattro, tra Regione, Provincia o Comune. A detenere il record, per ora, è
Domenico De Siano: 55 anni, campano, politico di lunga data,
eletto al Senato con il PdL, consigliere regionale, consigliere provinciale a Napoli e consigliere comunale di Lacco Armeno, piccolo centro di cinquemila anime sull’isola di Ischia del quale è stato in passato anche sindaco. E pensare che la Costituzione, al riguardo, non lascia dubbi: l’articolo 112 recita che “nessuno può appartenere contemporaneamente a un Consiglio o a una Giunta regionale e a una delle due Camere”. Come se non bastasse, con il decreto legge numero 138 del 2011, al numero di cariche incompatibili con quella parlamentare si sono aggiunte anche quelle di presidente di provincia e di sindaco di comuni con più di 5mila abitanti.
Semplicemente,
i politici prendono tempo. L’organo che dovrebbe vigilare sulla legittimità degli incarichi istituzionali, la Giunta per le elezioni, a Montecitorio non è ancora stata nominata. Lo stallo istituzionale di questi giorni, con il Parlamento di fatto bloccato, ha permesso una sorta di “anarchia”. Tanto che il leghista Roberto Calderoli nei giorni scorsi ha proposto una proroga della Giunta. “Chi sapendo di essere incompatibile non lo dichiarerà, non avrà più alibi perché non si può più nascondere dietro il fatto che non c’era l’organismo che avrebbe proclamato il subentrante”.
Il tempo messo a disposizione per scegliere quale carica mantenere è scaduto il 17 aprile. In questi giorni, quindi, il numero dei doppi incarichi sta scendendo. Il governatore piemontese, Roberto Cota ha preferito mantenere la carica in Regione.
Nichi Vendola, il 10 aprile, ha comunicato la volontà di rimanere a Bari, mantenendo la carica di presidente della Regione Puglia. Ferdinando Aiello, di Sel, si è dimesso da consigliere regionale della Calabria optando per la poltrona alla Camera dei deputati. Mauro Ottobre si è dimesso da consigliere in Trentino, Piero Aiello non è più assessore della Regione Calabria e Antonio Stafano Caridi ha rinunciato all’incarico da consigliere regionale in Calabria.
Il lusso di poter scegliere tra Roma e Bruxelles riguarda Mario Mauro: oltre a essere stato uno dei dieci saggi chiamati dal presidente Napolitano, è deputato europeo ma è anche stato eletto al Senato della Repubblica. Stesso discorso per
Gabriele Albertini, l’ex sindaco di Milano. I radicali nei giorni scorsi hanno presentato una serie di ricorsi contro gli “incompatibili”. Cominciando dal Tribunale di Torino, nei confronti di Cota, per poi proseguire con Vendola e tutti gli altri consiglieri. “Qualsiasi cittadino può attivare un’opzione popolare recandosi dal giudice locale e chiedendo che una delle due posizioni dei politici vanga fatta decadere”, hanno fatto sapere dalla segreteria dei Radicali. In attesa che il Parlamento torni a funzionare a pieno regime, con la Consulta per le elezioni in grado di operare senza intoppi. Secondo i numeri pubblicati da Il Fatto Quotidiano, in principio erano 177 i politici che occupavano due ma anche tre poltrone. Prima dell’elezione del Capo dello Stato,
i casi non ancora risolti dovrebbero essere una quindicina. “E’ necessario che la Giunta per le elezioni si costituisca al più presto per valutare i casi di incompatibilità”, ha dichiarato settimana scorsa il senatore del Pd, Felice Casson, in qualità di presidente della Giunta provvisoria per la verifica dei poteri. Vito Crimi, capogruppo dei senatori del Movimento 5 Stelle, ha già chiesto che venga resa nota la lista dei nomi incompatibili che non hanno ancora fatto una scelta. Il nuovo governo di Enrico Letta, tra le tante cose da fare, si occuperà anche di questo. Si tratta, tutto sommato, solo di far rispettare la Costituzione.