E' il 30° Giubileo della chiesa cattolica, un evento straordinario carico di tanti significati di tanti messaggi, forse il più importante dei quali e molto caro a Francesco è che " Non si può uccidere in nome di un Dio " Sono passati circa 800 anni da quando Bonifacio VIII indisse il primo, un papa-cesare che ribadiva la (sua) superiorità e supremazia temporale con la famosa bolla " Noi dichiariamo, diciamo, pronunciamo e definiamo che ogni creatura umana è in tutto e per tutto, per necessità di salvezza, sottomessa al Pontefice romano" ogni uomo, principe, re, deve uniformare la sua condotta pubblica e privata alle leggi della chiesa e all'autorità spirituale e morale del Pontefice, il quale per divina autorità è al di sopra di tutti i re e regni. Bene lo sapeva Dante che ne da un giudizio negativo soprattutto perchè favorì la presa di potere dei Guelfi neri a Firenze, costringendolo all'esilio, il quale lo inquadrerà nella III bolgia dell'inferno. I secoli trascorsi in occidente hanno evoluto e mitigato la diatriba religione-politica anche con la laicità dello stato, i tempi con le loro cronache ci sottolineano che nel mondo non è così. E' il Giubileo della Misericordia una disposizione dell'anima volta al bene, un sentimento generato dalla compassione per le miserie altrui, il soccorso dell'uomo verso il prossimo, misericordia è il nome di numerose confraternite cattoliche e arciconfraternite che derivano da quella fiorentina del XIII secolo che assistono i bisognosi e operano in virtù di un pilastro fondamentale dell'umanità e specialmente dell'etica cristiana.