Alessandro80 e kurzhaareton hanno detto tutto e bene, dalle loro parole si capisce che conoscono come vanno le cose e che amano profondamente la caccia, quella vera.
Tu Marco (Cipolla per chi non ti conosce) invece, è inutile che continui a dire (e sono anni) che ci vuole la conoscenza del territorio. La conoscenza del territorio sommata alla caccia legale, ti fanno fare numeri discreti, ma non esagerati e questo quando la selvaggina è discretamente presente. La caccia intesa come attività venatoria con il rispetto delle regole è difficile qui come nel resto del mondo e molti di tutti quei bla-bla che si riempiono la bocca di numeri li ho visti a caccia e guardacaso in quelle giornate i loro numeri si riducono di ben 10 volte dalle medie che ostentano al bar, ma come sarà mai ? E qui mi fermo.
Andare all'estero, (e qui parlo per chi intende la caccia come me), non significa andare a fare stragi, ma spesso significa solamente godere di posti dove la natura è ancora incontaminata, dove stando a caccia non si sentono passare le auto o i camion a poche centinaia di metri, dove godi di aver lasciato il lavoro e il telefonino fuori dalle scatole anche se per pochi giorni, dove se cammini non incontri nessuno che ti urla assassino, dove il rispetto per la natura lo tocchi con le mani e gli scempi edilizi non esistono, dove puoi ancora far bere il tuo cane nei fossatelli senza il rischio di vederlo crepare per qualche strano virus, dove vivi a stretto contatto di amici che in Italia a volte, non ti ricordi più neanche se sono vivi o morti, tanto devi correre e non hai tempo da dedicargli. Ecco questo significa andare all'estero. Ma come al solito noi dobbiamo pesare le cose in base ai carnieri, ma non abbiamo ancora capito che la strada intrapresa in Italia ci porterà all'estinzione ? Il carniere è l'ultima cosa alla quale dovremo pensare, se davvero vogliamo continuare a vivere la nostra passione ma aimè più passano gli anni più mi rendo conto che quelli che la pensano come me sono sempre di meno.