Re: CALENDARIO VENATORIO VENETO 2011-2012
Anuu: Veneto, si poteva fare di piu’?
VENETO, CALENDARIO VENATORIO REGIONALE: SI POTEVA FARE DI PIU’?
Prendendo visione del Calendario venatorio regionale 20011-12, una serie di valutazioni si impone allo scopo, come consuetudine della nostra Associazione, di essere propositivi per poter migliorare sempre più la caccia nel Veneto.
La premessa fondamentale è, tuttavia, che il tanto decantato tavolo tecnico con le Associazioni venatorie regionali annunciato in campagna elettorale e, invece, sinora mai istituito, nonostante i solleciti, avrebbe potuto, a buon titolo, consentire una seria discussione preventiva per supportare tecnicamente e giuridicamente la Regione in fase decisionale. Una semplice convocazione consultiva, come avvenuta, ha costretto le associazioni a prendere atto di quanto era già stato deciso senza alcuna possibilità di incidere. Dopo, come al solito, i commenti servono solo ad alimentare polemiche utili forse alle cause politiche, ma del tutto inutili per un sereno e soddisfacente esercizio venatorio nel rispetto delle legittime richieste dei cittadini cacciatori veneti.
Su cosa si sarebbe potuto discutere prima per decidere diversamente e meglio rispetto a quanto deliberato nel Calendario? Ad esempio, sull’opportunità di aprire la caccia alla tortora al 1° settembre, come prevede la legge 157, data che oltretutto quest’anno cade di giovedì, giornata consentita alla caccia; per contro, sull’inopportunità di evocare l’equazione “caccia = disturbo” per le attività agricole, francamente un po’ fastidiosa nonché ingiustificata, visto che le norme a tutela delle colture in atto, delle distanze obbligatorie dai mezzi agricoli operativi e dagli edifici sono molto chiare; sull’inutilità della riduzione del carniere massimo giornaliero di allodole in settembre, che ai fini della conservazione della specie (ammesso che sia una misura necessaria a tale scopo) conta ben poco, dato che la migrazione autunnale comincia tra la prima e la seconda decade di ottobre; sull’opportunità di prevedere l’apertura della caccia al colombaccio alla terza domenica di settembre e non al 3 settembre, per il semplice fatto che sarà possibile proseguire nel prelievo di questa specie fino al 10 febbraio 2012, intervenendo su popolazioni svernanti.
E ancora, sarebbe stato utile affrontare collegialmente la questione della possibile riduzione della stagione venatoria per alcune specie: primo, perché le ormai “famigerate” linee-guida dell’ISPRA del luglio 2010 non possono essere considerate in alcuna maniera giuridicamente vincolanti per le Regioni e, secondo, perché si sarebbe evitato di accusare implicitamente i cacciatori di essere incapaci di distinguere le varie specie tra loro (come per la chiusura anticipata della caccia al sassello alla seconda decade di gennaio, per evitare confusione con gli altri Turdidi, mentre in base ai dati comunitari esso si potrebbe cacciare fino al 31 gennaio).
Anche la chiusura anticipata della caccia al combattente, la cui possibilità di prelievo geograficamente è già molto ridotta visto il divieto tassativo nelle ZPS, non giova certo alla specie. Ugualmente, non appare razionale ridurre unilateralmente i tempi della caccia alla piccola stanziale negli ATC – eccezion fatta, al limite, per il progetto in corso a Rovigo – in mancanza di piani di gestione specifici basati su censimenti ma, soprattutto, in diffusa presenza di lanci cosiddetti “pronta caccia”, che esauriscono il loro effetto dall’oggi al domani. E, infine, perché non demandare alle Province la regolamentazione della caccia agli Ungulati, le quali, magari sulla base di principi comuni a livello regionale, avrebbero potuto ben adattarla rispetto alle necessità locali?
Un ultimo appello alla Regione: a quando finalmente un Calendario venatorio approvato con legge di validità pluriennale? Non è più tempo di atti amministrativi bensì, se chi governa il Veneto dispone veramente della forza politica necessaria, è ora di passare ai provvedimenti legislativi che, soli, presentano la robustezza necessaria a garantire un minimo di certezza giuridica agli oltre 60.000 appassionati della nostra regione, interpreti e artefici di importanti valori culturali, sociali ed economici.
L’ANUUMigratoristi è totalmente disponibile ad avviare questo nuovo percorso, senza fare inutili polemiche che non servono a nessuno, ma solo ad ingigantire i problemi senza risolverli. Ora attendiamo che la Regione scelga la stessa strada.
Segreteria regionale
ANUUMigratoristi del Veneto