Re: Calendario Venatorio Calabria 2011-12
Corey, spero che tu e le armerie abbiate ragione ma a me lo ha detto un presidente FIDC. Io del resto, non condanno la non preapertura, perchè se ce la diciamo tutta è per lo più dettata dalla gran voglia di ritornare dopo 9 mesi di inattività a vivere la nostra passione che non dalla vera utilità della stessa. Quello che a me non va giù è il motivo di queste assurde restrizioni sulle date e la regolamentazione del calendario. Nessuno va a monitorare effettivamente niente, si parla ad intuito e per sentito dire. Forse solo noi cacciatori ad esempio ci siamo accorti che la quaglia in alcune zone della Calabria è diventata stanziale e che i grandi ripassi non sono più come fino a qualche tempo fa a ridosso dell'ultima settimana di ottobre, bensì grandi numeri si riescono a contare da novembre inoltrato in poi. Speci nocive come gli storni che ogni anno arrivano in stormi sempre più numerosi e che tutt'oggi sono ancora speci protette. Pale eoliche senza criteri che sviano la maggiorparte dei flussi della migratoria. Continue immissioni di fauna da ripopolamento senza prima un' adeguata azione di ridimensionamento delle speci nocivi (volpi, corvi, gazze...). Credo pertanto che ci sia bisogno di un buon tavolo di concertazione fra Regione e sigle sindacali per un più corretto disciplinamento della materia e lasciare un pò da parte le varie retoriche che non servono a nessuno, basta fare gli ambientalisti a scopo di lucro o continuare ad insistere nel voler far credere che il "cacciatore è il nemico di capuccetto rosso", solo perchè è facile agli occhi dell'opinione pubblica far passare per cattivo un uomo col fucile in spalla, a discapito di tutto quello che questo comporta. Ogni anno si registra sempre in aumento il calo del nostro turismo venatorio. Ci sono sempre meno bresciani, toscani e tanti altri ospiti nel periodo delle lodole, questo a discapito anche dell'economia locale. Nessuno prende esempio dalla Toscana che ha saputo manipolare il turismo venatorio per farlo diventare una delle arterie importanti dell'economia territoriale. Scusate se vi ho forse tediato con questo mio sfogo ma è quel che penso.
Corey, spero che tu e le armerie abbiate ragione ma a me lo ha detto un presidente FIDC. Io del resto, non condanno la non preapertura, perchè se ce la diciamo tutta è per lo più dettata dalla gran voglia di ritornare dopo 9 mesi di inattività a vivere la nostra passione che non dalla vera utilità della stessa. Quello che a me non va giù è il motivo di queste assurde restrizioni sulle date e la regolamentazione del calendario. Nessuno va a monitorare effettivamente niente, si parla ad intuito e per sentito dire. Forse solo noi cacciatori ad esempio ci siamo accorti che la quaglia in alcune zone della Calabria è diventata stanziale e che i grandi ripassi non sono più come fino a qualche tempo fa a ridosso dell'ultima settimana di ottobre, bensì grandi numeri si riescono a contare da novembre inoltrato in poi. Speci nocive come gli storni che ogni anno arrivano in stormi sempre più numerosi e che tutt'oggi sono ancora speci protette. Pale eoliche senza criteri che sviano la maggiorparte dei flussi della migratoria. Continue immissioni di fauna da ripopolamento senza prima un' adeguata azione di ridimensionamento delle speci nocivi (volpi, corvi, gazze...). Credo pertanto che ci sia bisogno di un buon tavolo di concertazione fra Regione e sigle sindacali per un più corretto disciplinamento della materia e lasciare un pò da parte le varie retoriche che non servono a nessuno, basta fare gli ambientalisti a scopo di lucro o continuare ad insistere nel voler far credere che il "cacciatore è il nemico di capuccetto rosso", solo perchè è facile agli occhi dell'opinione pubblica far passare per cattivo un uomo col fucile in spalla, a discapito di tutto quello che questo comporta. Ogni anno si registra sempre in aumento il calo del nostro turismo venatorio. Ci sono sempre meno bresciani, toscani e tanti altri ospiti nel periodo delle lodole, questo a discapito anche dell'economia locale. Nessuno prende esempio dalla Toscana che ha saputo manipolare il turismo venatorio per farlo diventare una delle arterie importanti dell'economia territoriale. Scusate se vi ho forse tediato con questo mio sfogo ma è quel che penso.