axel69

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[h=1]Breda B4-C calibro .223 Remington[/h]






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[h=2]La versione più compatta della serie B4 onora il glorioso passato di un grande marchio con un clone Ar di costruzione curata, dotato di canna Lothar Walther con freno di bocca originale di rara efficacia. Una precisione al di sotto del moa già con cartucce commerciali, nonostante lo scatto non esattamente match[/h]






[h=2]di Ruggero Pettinelli[/h]
Per guardare il filmato dell'arma in azione, CLICCA QUI.

Il marchio Breda torna a splendere su una carabina semiautomatica! Non accadeva dai tempi del Garand M1, cioè dalla fine degli anni Cinquanta del XX secolo. Per fortuna, con l’acquisizione delle attività relative al mercato civile di Breda da parte del gruppo Marocchi (che oggi, sotto il nome di Diana group, comprende aziende impegnate in settori davvero diversificati del mercato sportivo e venatorio, come Daystate e Brocock o Mtc optics), si è (giustamente) pensato non soltanto alla canna liscia, che pure tanta gloria ha portato a questo blasone italiano, ma anche a un possibile ingresso in grande stile nel settore delle carabine.
La serie B4 è per il momento rappresentata da tre modelli: B4-C con canna di 12 pollici, B4-A con canna di 14,5 pollici e B4-Se con canna di 20 pollici bull barrel. Il cuore del sistema è la carcassa, composta dalle consuete metà inferiore e superiore (upper e lower receiver): entrambe sono realizzate per forgiatura e poi ultimate in azienda mediante macchine Cnc a sette assi di ultima generazione, per poi procedere a una anodizzazione a specifiche militari. Ricordiamo che la forgiatura, rispetto alla semplice lavorazione di macchina utensile da billetta, consente una robustezza ed elasticità superiore perché le fibre del metallo (Ergal 7075 T6) non vengono tagliate, ma compresse e “guidate”.
Da un punto di vista meccanico e operativo, si è scelto di approcciarsi al sistema Stoner in modo assolutamente “ortodosso”, quindi si è scelto il classico sistema di prelievo e convogliamento diretto dei gas (senza pistone). Anche la morfologia di upper e lower è molto “ortodossa”, prevedendo comandi standard per arresto otturatore (hold open) e sgancio caricatore, finestra di espulsione con coperchio parapolvere in lamiera con apertura a scatto, deflettore dei bossoli integrale e forward assist. La dotazione, insomma, è completa, laddove alcuni produttori di cloni a volte decidono di “saltare” qualcosa (forward e coperchio parapolvere, per esempio) per offrire un prodotto a prezzo più contenuto. Naturalmente ci si può intrattenere a lungo sull’effettiva utilità del forward in un’arma civile, ma sta di fatto che se c’è, uno può anche scegliere di non usarlo, mentre se non c’è, non lo si può usare neanche quando dovesse servire quella volta su mille!
La canna è di produzione Lothar Walther (“il” produttore europeo di canne match, c’è poco da dire), ha un diametro in volata di 18,54 mm ed è completata con una filettatura a specifiche militari (quindi compatibile con il mare di accessori aftermarket disponibili sul mercato) sulla quale è montato un rompifiamma compensatore progettato e costruito in Breda, sempre con criteri assolutamente tradizionali di lavorazione di macchina utensile da massello di acciaio al carbonio. La rigatura a sei principi destrorsi ha un passo di 8 pollici (203 mm) e non è cromata internamente.
Di produzione propria è anche il gruppo otturatore e portaotturatore, del tutto canonico nelle scelte costruttive e dotato di fosfatazione a specifiche militari. La terza componente di produzione propria è il gas block, che come il rompifiamma è anch’esso di progettazione originale ed è l’unica parte dell’arma a non essere intercambiabile con le componenti standard aftermarket per Ar: è definito autocentrante in quanto nella parte posteriore presenta un becco aggettante, che trova riscontro in un’apposita cava nella parte superiore della canna, combaciando con precisione. Con questa soluzione, in fase di montaggio si assicura la perfetta coassialità tra il foro di spillamento dei gas nella canna e il condotto di convogliamento interno al gas block, che poi prosegue con il tubetto in acciaio inox che porta la spinta dei gas fino alla pipetta del portaotturatore. Una finezza, se vogliamo, che però è testimonianza diretta della cura che si è voluta profondere in questo progetto. Nella parte inferiore, il gas block è assicurato alla canna per mezzo di tre grani filettati: quelli più esterni si serrano semplicemente sulla superficie della canna, quello centrale impegna una apposita accecatura, rendendo il bloccaggio veramente granitico e impossibile da compromettere nel tempo, a prescindere da qualsiasi tipo di dilatazione termica o altre magagne.
La dotazione dei fornimenti prevede una astina copricanna in Ergal di produzione Yankee hill, lunga 9,3 pollici, con slitte Picatinny a ore “12”, “9”, “6” e “3” e ampie feritoie di alleggerimento e ventilazione. È davvero un bel pezzo, funzionale dal punto di vista operativo e piacevole esteticamente. La slitta Picatinny superiore si raccorda con quella dell’upper, di tipo flat top, consentendo una buona elasticità nella scelta dei dispositivi ottici da montare. La dotazione di serie, a questo proposito, prevede una coppia di mire abbattibili Magpul Mbus, decisamente diffuse e collaudate. Magpul (Moe) anche il calciolo collassabile (su buffer tube Aec), così come il caricatore polimerico (della capacità di 20 colpi, visto che l’arma è classificata sportiva), il ponticello sempre polimerico di tipo maggiorato e l’impugnatura. Quest’ultima non è la Moe, molto utilizzata da tanti produttori di cloni Ar, ma la Miad, caratterizzata dalla possibilità di sostituire il dorsalino con altri (in dotazione). Inoltre, alla base è presente un tappo amovibile per stivare kit di pulizia o altri accessori.
Lo scatto è realizzato acquistando le componenti sul mercato dell’aftermarket: è un monostadio di tipo militare, caratterizzato purtroppo da un peso di sgancio a nostro avviso troppo elevato, cioè di circa 3.500 grammi (valore non insolito, peraltro, a riscontrarsi su prodotti non match), anche se distribuiti su una corsa relativamente breve e netta ma, soprattutto, priva di grattamenti. I comandi sono anch’essi di provenienza commerciale e sono quelli tipici dell’Ar prima maniera, quindi sicura a leva sul solo lato sinistro del lower, sgancio caricatore, manetta di armamento (t-handle) e hold open di tipo militare non maggiorati. Secondo i criteri oggi vigenti possono essere considerati “minimal”, però si integrano esteticamente bene nell’equilibrio complessivo dell’arma e hanno il pregio di non contribuire all’innalzamento del prezzo finale, diversamente dall’eventuale utilizzo di elementi maggiorati custom che tanto, poi, non sono mai esattamente come quelli che vorrebbe il proprietario! Quindi, bene hanno fatto i tecnici Breda a non esagerare con la “farcitura”, limitandosi alle componenti ergonomiche principali (cioè astina, calcio e impugnatura).
 
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