........ Il consenso politico non supera la Legge. La Legge come principio astratto ,ma anche proprio, è apolitica e Super Partes e per fortuna! La Legge prescinde e deve prescindere dalle scelte politiche della popolazione di quel Paese altrimenti si finisce nell'orrore che abbiamo già conosciuto in Germania nel 1933.
Non sò se ti è mai capitato di vedere un film "Vincitori e Vinti" 1951 Spencer Tracy...credo che rispecchi chiaramente la mia idea di Diritto e di Superiorità del Diritto rispetto alla politica. Le scelte politiche perdurano,fatte salve le monarchie e neppure sempre e qualche raro caso di democrazie, per il tempo della vita di un uomo, il Diritto segue i tempi ma lo trascende.
La legge prescinde dalle scelte politiche. Questo e' un concetto fondamentale e che mi piace. La legge appunto! La legge è sempre esistita, e' stata rudimentale, imperfetta, ingiusta come le leggi dei Faraoni, che salvavano i propri interessi e quelli dei ricchi che facevano parte della "costellazione" dei poteri forti che allora vigevano.
Ad un certo punto della storia però, si è fatta strada un'idea che riteneva pericoloso che il Faraone, il Re o il Tiranno potesse fare, "il bello o il cattivo tempo", perchè se fosse stata una brava ed onesta persona non ci sarebbero stati particolari problemi, ma se fosse stato un criminale, un disonesto, un incapace, avrebbe utilizzato la legge a proprio uso e consumo, salvaguardando le sue ricchezze e il suo potere, determinando così, personali privilegi a danno del popolo.
Ecco perchè si è fatta strada l'idea di una legge "speciale", non più destinata esclusivamente a regolare i rapporti tra cittadini, ma determinare regole fra il Re e i cittadini: la Costituzione.
Il nostro Stato è giovane, perché la nostra Costituzione è entrata in vigore poco più di sessant'anni fa ed e' nata come una conquista condivisa da tutti, politici, giuristi, filosofi.
La Costituzione garantisce i cittadini dagli abusi del potere, attribuisce pari dignità sociale e li rende uguali di fronte alla legge, senza distinzione.
Non e' un caso se e' stato diviso il governo, il parlamento e la magistratura.
Nessun potere controlla lo Stato, chi governa lo fa attraverso leggi emanate da chi legifera e la corretta applicazione della legge spetta a chi non l'ha fatta.
E' sbagliato dire che i rapporti tra giustizia e politica sono difficili in assoluto, ma tant'e' che ci sono dei punti di estrema delicatezza.
E' cosa buona e accettabi*le che l’indipendenza della giurisdi*zione possa provocare tutti questi sconquas*si? Come ad esempio il caso ILVA, oppure bisogna trovare qualche coordinamento con la politi*ca?
Non vi è sentenza che possa valere più del voto di milioni di italiani.
Il primato della politica, nel senso che il governo della società e il motore del “vivere giusto” possono stare soltanto in azioni politiche e non in provvedi*menti giudiziari, è un fatto incontesta*bile, come pure il fatto che la giu*risdizione non è in grado di risolvere le patologie del sistema, ma solo di riconoscere e contribuire a rimuovere le ingiustizie ed illegalità in atto. Sul fatto che la giurisdizione sia apolitica e Super Partes, beh...cosa ti devo dire. Vogliamo dare uno sguardo al processo Mori e De Donno a Palermo? Vogliamo fare una rivisitata alla storia di mani pulite? Vogliamo aggiungere le richieste sui conflitti sui poteri dello Stato sulle intercettazioni telefoniche del Capo dello Stato? Quindi, le leggi e la giurisdizione si deve limitare a punire le condotte antigiuridiche alle leggi che il Parlamento eletto dal Popolo legifera e non quelle adattate da improvvisati giuristi d'assalto. Di giorno in Tribunale e di notte in Parlamento. Questo e' il pensiero.