No , non ho paura del cambiamento,ma modernità sembrerebbe contrapposta ad arretratezza, in realtà , svela una concezione drammaticamente contemporanea e poco lungimirante che rispecchia in pieno la crisi profonda della politica dell'oggi, incapace di governare i fenomeni sociali ed economici nella loro interazione. E' incapace di delineare un'identità, nuovi e antichi valori, di indicare obiettivi. La subalternità dei governanti alle sole logiche finanziario/economiche e il marketing politico, non sono capaci di affrontare l'enorme complessità dei fenomeni sociali, politici ed economici in atto. La sfida dei flussi migratori e dell'accoglienza rimane sospesa. Nessuna idea di quale società futura sia immaginata emerge dalla penna del neo costituente. Una miseria assoluta di orizzonti immaginifici e di valori. Si chiede una delega in bianco sulla sovranità popolare senza offrire un progetto di Nazione nei nuovi contesti geopolitici mondiali, gravissimo!.La sofferenza collettiva dilagante, l'apatia e la scarsa fiducia non sono ascoltate. Anzi. Viene montata e cavalcata la paura dell'altro. Vengono alzate palizzate simboliche. La vera modernità oggi non dovrebbe lasciare nessuno indietro. Può assumere soltanto la veste della democrazia partecipativa, una forma più evoluta di quella rappresentativa che usi attivamente e creativamente tecnologie e globalizzazione come strumenti partecipativi di condivisione e consenso non manipolato e di nuove identità collettive. Dobbiamo ancora fare gli Italiani e le italiane, non riforme costituzionali che nulla hanno a che vedere con il presunto cambiamento!Il Presidente del Consiglio afferma, in ogni occasione di confronto, che egli non ha toccato i poteri che già gli spettano ai sensi della vigente Costituzione. E’ vero. Ma bisogna aggiungere che se è vero che non ha toccato gli attuali poteri, egli, con la sua modifica costituzionale, ha modificato tutti i “contrappesi” all’Esecutivo che la vigente Costituzione ha previsto. E cioè ha diminuito i poteri e il valore “rappresentativo” del Parlamento (il Senato è diventato un fantoccio di se stesso), mentre i capilista candidati alla Camera dei deputati sono direttamente nominati dai partiti; ha sminuito il prestigio del Presidente della Repubblica, che, dopo la settima votazione, essendo la maggioranza di 466 deputati, può essere eletto anche solo da 220 deputati; ha inciso negativamente sulla formazione della Corte costituzionale, due giudici della quale sono eletti dal Senato, e cioè da consiglieri regionali o sindaci.Premesso che i membri della Costituente furono investiti di un preciso compito attraverso elezioni democratiche,mentre le proposte attuali di modifica, vengono da un parlamento eletto in base ad una legge incostituzionale,rimasto in vita solo per il principio della "necessaria continuita" E non venirmi da dire l'ha fatta il centro destra..si l'ha fatta il centro destra..ma fa comodo a tutti!..Non a caso si vuole facilitare l'accesso al comando di un solo gruppo parlamentare, con buona pace di un popolo sempre meno sovrano,che avra sempre meno peso decisionale. la Carta non e' lombra di una passato nostalgico ,ma e' un disegno ben preciso della nostra attuale societa e va custodita libera e non va asservita per scopi di parte..come sara in futuro..La riforma costituzionale, abbinata alla nuova legge elettorale l’Italicum consegna al partito più votato (per ipotesi, dopo il primo turno in cui nessuno raggiunge il 40%, vince un partito al 29%) il 54% dei parlamentari della Camera, conferendo di fatto a tale partito e al suo leader un potere smisurato alla luce della riduzione dei poteri del Senato e del numero dei suoi membri. Io guardo al testo della riforma e alla sua scarna concezione etica e politica di Nazione. Alla formulazione assurda dell'art. 70 Cost. All'ambivalenza tra scelta federalista e centrista. Al l'eliminazione del diritto di voto. Alla sua strategia di fondo volta a frenare spinte partecipative - quelle legittime e costruttive, linfa vitale di democrazia - fondate sulla cultura dei diritti e sulla possibilità di valutazione delle politiche pubbliche, della coerenza tra programmi elettorali e attuazione degli stessi.Ecco perche voto NO ma NO convintissimo...