Re: 15 settembre. A sarezzo contromanifestazione
La Gelmini si rimette in pista e «scarica» la Brambilla
L’INCONTRO.
L’ex ministro prende le distanze dalla collega e rimarca come il «Pdl è amico delle tradizioni venatorie»
Venerdì sera sulle colline di Salò assieme a Mattinzoli, Cavalli e Ligasacchi: «Sulla caccia Michela parla per sè. Lavoriamo al futuro»
La determinazione è quella degli inizi, quando il Pdl doveva ancora venire e il futuro era tutto in due parole: «Forza Italia». Da lì, con la mente al passato e il cuore al presente, Mariastella Gelmini venerdì sera ha ripreso la sua marcia politica tra i bresciani. E per ritrovare il «suo passo», quello che agli inizi le ha permesso di fare l’assessore in Provincia, poi il salto in Regione per venire quindi consacrata nel gotha del Governo Berlusconi, la Gelmini ha scelto l’alto lago di Garda.
GUARDANDO il golfo di Salò, nelle austere sale dell’antica Cascina San Zago, l’ex ministro ha aperto la sfida della rifondazione forzaitaliota avendo come commensali Alessandro Mattinzoli, Vanni Ligasacchi e Alberto Cavalli, accompagnati da almeno 60 «fedelissimi» in rappresentanza delle istituzioni e del mondo «civile». «Siamo un gruppo che si è scelto per empatia», ha sottolineato la Gelmini guardando la platea compiaciuta. Tra gli «amici» invitati dal consigliere Ligasacchi, l’ex An ora spalla dell’ex ministro, anche numerosi appartenenti alle associazioni venatorie.
Un motivo in più che ha convinto la «donna di ferro» bresciana a togliersi qualche sassolino dalle scarpe. Le parole, gentili ma taglienti, tutte indirizzate a
Michela Brambilla. «Purtroppo una ex collega come la Brambilla ha monopolizzato il tema della caccia, parlandone in maniera del tutto sbagliata e dimostrando di non conoscere affatto il mondo venatorio – non ha usato mezzi termini per aprire la schermaglia e mettere i suoi paletti -. Fino a oggi la scelta è stata quella di evitare dispute tra donne. Ma ho fatto sapere al presidente Berlusconi che la misura è colma.
Lei può avere una visione ambientalista, senza che questa scelta debba comportare un’attacco diretto al mondo dei cacciatori. E se le offese dovessero continuare, allora la cosa non passerebbe più.
Tutto il Pdl la pensa come me ed è vicino ai cacciatori e alle tradizioni che rappresentano».
Un colpo al cerchio e l’altro alla botte, con la promessa di un intervento a livello istituzionale per «sensibilizzare Roberto Formigoni» sulla questione della
caccia in deroga. «E’ un problema concreto da affrontare con la Regione e io tornerò in prima fila con Vanni Ligasacchi – ha rilanciato la Gelmini pensando all’apertura della caccia e alla legge che verrà discussa in consiglio regionale il prossimo 25 settembre -. Non voglio fare facili promesse. Lavorare con un governo tecnico non è semplice. Farò un tentativo per inserire un emendamento in un decreto omnibus. Il Pdl non è ostile alla caccia. Lo dimostreremo con l’impegno e i fatti…».
POI LA RINCORSA del futuro prossimo, ma senza parlare di alleanze. «Prima dobbiamo riformare il centrodestra», arriccia lo sguardo pensando all’impegno che servirà. «In questi mesi c’è stata grande responsabilità dei cittadini, ma la crescita è ancora tutta da conquistare – si è quasi giustificata l’ex ministro parlando di Monti e della politica da fare nel dopo governo tecnico -. Mi fa piacere che le parti sociali ora chiedano la detassazione dei salari. Questa era una nostra proposta che vale anche per il contratto sociale introdotto da Sacconi. La riforma Fornero non mi pare stia dando grandi risultati.
Anzi, il monitoraggio della riforma ci sta fornendo dati palesemente contrastanti e meno ottimistici di quelli sperati dai tecnici». Quindi il pensiero al nuovo programma, senza il quale sarà difficile riconquistare l’elettorato. «Non si possono trattare gli evasori allo stesso modo – ha spiegato ai commensali di Salò -. Ci sono anche imprenditori che, non riuscendo a pagare tutto, decidono di evadere per garantire gli stipendi ai dipendenti. Se vogliamo fare risalire i consumi occorre quindi abbassare le tasse e lasciare in tasca qualcosa agli italiani. Il nostro programma guarderà a questo. E’ difficile bucare, riprendersi la fiducia degli elettori. Sembra che la politica non possa produrre nulla. Ma da questa situazione non si esce votando Grillo. Io credo che la soluzione non sia nemmeno quella del Pd e di Sel. Renzi e Bersani hanno due visioni opposte del mondo e il Pd deve trovarsi prima di proporre una via credibile». La certezza è che il nuovo Pdl partirà dalle ceneri di quello lasciato in mano ad Alfano.
«
LA GENTE in passato e ancora oggi ci ha dato fiducia – ha affondato la Gelmini guardando negli occhi Cavalli (il primo a farle largo nella sua giunta) e Ligasacchi (l’ultimo alleato di corrente) -. Il nuovo guarderà necessariamente all’unità dei moderati, a una “chiesa grande”. A questo progetto, intestato ad Alfano, si è opposto Casini. E’ lui cha ha la responsabilità di tenere diviso il centro destra, che altrimenti sarebbe stato vincente. Le nostra idea, visione riformista e liberale, è quella vincente e più condivisa. Per questa ragione dobbiamo partire dal territorio, facendo tesoro degli errori fatti. Non ci può improvvisare. Dobbiamo voltare pagina e avere la forza di una proposta convincente dando al Paese fiducia. Se riusciamo a guardare al positivo, alla capacità di costruire, usciremo dalla crisi più forti di prima».
Non solo. L’unico accenno all’alleato Lega Nord è nella questione settentrionale. «Se oggi ci troviamo in questa tragica situazione ciò è sicuramente da addebitare all’eccessiva rigidità delle leggi che hanno originato disuguaglianze e squilibri tra i lavoratori – ha ribadito la deputata bresciana -. Il Nord è la locomotiva italiana e le sue industrie debbono competere ad armi pari con i player mondiali senza costi aggiuntivi di energia, fisco e burocrazia. Il primo nemico è ancora una volta la lentocrazia che sta a Roma, un contro-potere che impedisce ai governi di fare le riforme o cerca di vanificarle.
Ma detto questo, Monti deve incoraggiare i suoi ministri a dare alle imprese risposte più veloci. Soprattutto attraverso l’idea di macroregione che deve diventare protagonista di azioni e di fatti per le imprese del Nord e per la ripresa italiana».
Giuseppe Spatola
http://www.bresciaoggi.it
OGGI IL PDL é CON NOI.........