Re: CALENDARIO VENATORIO VENETO 2011-2012
Veneto: Berlato risponde alla replica di Stival
Thiene, lì 20 luglio 2011
Al Presidente della Giunta regionale del Veneto
Agli Assessori ed ai Consiglieri regionali del Veneto
A tutte le Associazioni portatrici della Cultura rurale
L’ON. SERGIO BERLATO RISPONDE ALL’ASSESSORE STIVAL.
L’assessore regionale alla caccia Daniele Stival vorrebbe tentare di taroccare la verità dei fatti esponendo una sua versione addomesticata della realtà che non si regge in piedi neanche se puntellata dalla difesa d’ufficio dei suoi consulenti / dirigenti della Federcaccia.
Innanzitutto la contrarietà ai metodi ed ai contenuti utilizzati da parte dell’assessore Stival per la formazione del calendario venatorio per la stagione venatoria 2011/2012 è stata formalizzata non solo dai “ leader di una delle associazioni venatorie venete” ma da tutte le associazioni venatorie del Veneto facenti parte del CAVV (Coordinamento delle Associazioni Venatorie del Veneto).
Alla contrarietà di queste associazioni si è aggiunta quella delle associazioni ambientaliste propositive e non integraliste, riconosciute dal Ministero dell’ambiente ed operanti in tutta Italia (Veneto compreso), quali l’Associazione Italiana Wilderness, Ambiente e/è vita e FAREAMBIENTE.
Anche associazioni specialistiche nazionali, come il Club del colombaccio, hanno preso le distanze dalle scelte dell’assessore Stival, ritenendole contrastanti con l’obiettivo di garantire la conservazione del patrimonio faunistico attraverso una sua corretta gestione nella nostra regione.
Non va neppure sottaciuta la formale presa di posizione di tutti i comprensori alpini, giustamente fatta propria dalla Provincia di Vicenza, con la quale si prendono le distanze da scelte che, oltre a invadere le competenze provinciali in materia, contrastano con la richiesta di salvaguardia delle consuetudini locali.
Paradossale l’intento dell’assessore regionale alla caccia Stival di fornire spiegazioni sul piano tecnico alle sue scelte, essendo state più volte constatate le sue scarse conoscenze in materia, sia sotto il profilo tecnico-scientifico, che sotto il profilo normativo.
L’assessore regionale Stival tenta di giustificare il ritardo con il quale, per il secondo anno consecutivo, ha fatto approvare e pubblicare il calendario venatorio regionale che, per legge, dovrebbe essere approvato entro il 15 giugno di ogni anno.
Egli sostiene che questi ritardi si sono già verificati in passato, non certo con la gestione dell’assessorato caccia da parte dell’allora assessore Berlato o dell’allora assessore Donazzan, periodi in cui il termine del 15 giugno è sempre stato rispettato, ma in epoche precedenti il loro avvento in Regione, come se la giustificazione del mancato rispetto della legge da parte di alcuni vecchi amministratori potesse giustificare il mancato rispetto della stessa da parte di coloro che si sarebbero auto identificati come “ i rappresentanti del nuovo ”.
Altra argomentazione usata dall’assessore Stival per giustificare il mancato rispetto dei tempi previsti dalla normativa vigente è il recepimento dell’art. 42 della Comunitaria nazionale, approvata, come l’assessore Stival stesso ricorda, nel lontano 2009.
I Key Concepts ricordati dall’Assessore Stival sono inseriti nel Documento ORNIS dell’Unione europea la quale si è limitata a recepire le indicazioni tecnico-scientifiche fornite per l’Italia dall’allora INFS (ora ISPRA), senza il coinvolgimento alcuno né del Parlamento nazionale e neppure del Parlamento europeo.
Va ribadito che il parere dell’ISPRA, così come ribadito dalla legge statale 157/92 e dalla legge regionale 50/93 non è vincolante per le regioni, tranne che per il posticipo della chiusura della caccia ad alcune specie fino alla prima decade di febbraio per il quale invece il parere è vincolante come esplicitamente previsto dall’art. 42 della Comunitaria.
Del resto possiamo constatare che, nella definizione del calendario venatorio 2011/2012 l’assessore Stival si è discostato più volte dal parere ISPRA, trincerandosi dietro allo stesso parere quando gli faceva più comodo.
Scendendo nel merito del calendario venatorio, l’assessore afferma che la scelta di togliere il diritto dei cacciatori di cacciare dal primo di settembre è motivata dalla “ necessità di non arrecare eccessivo disturbo alle attività agricole in pieno svolgimento “, dimenticando che la preapertura è consentita solo da appostamento, modalità di caccia che non arreca nessun impatto e nessun disturbo all’attività agricola.
Se poi l’assessore Stival spaccia come un grande risultato l’aver consentito la preapertura per due giornate al colombaccio ed aver poi sottratto ai cacciatori del Veneto il diritto di cacciare questa specie nei quindici giorni successivi all’apertura generale, riteniamo che a queste affermazioni non servano tanti commenti.
Sulle limitazioni alla caccia di alcune specie come il combattente, la beccaccia, l’allodola, la cesena, il tordo bottaccio, il tordo sassello, nonostante anche nelle passate annate l’ISPRA avesse raccomandato una più limitata pressione venatoria, queste specie negli ani scorsi sono sempre state normalmente cacciabili visto il loro stato favorevole di conservazione, come prevede la legge statale, considerando che i più volte evocati Key Concepts prevedono una decade di sovrapposizione che gli stati membri possono utilizzare senza per questo infrangere le Direttive comunitarie.
Nei prossimi giorni sarà reso nota la posizioni delle varie associazioni venatorie, anche della provincia di Treviso e di Venezia, in merito all’imposizione delle giornate fisse per la caccia alla selvaggina stanziale, così come sarà nostra cura richiedere formalmente la documentazione all’Amministrazione provinciale di Treviso sulle modalità in base alle quali si è tenuto questo fantomatico referendum fra i cacciatori, a chi e stato rivolto e quali ne siano stati gli esiti documentati.
Per quanto riguarda le limitazioni imposte dalla Regione per la caccia agli ungulati, va ricordato allo smemorato assessore che la Regione non può invadere le competenze attribuite per legge alle province che sono delegate a stabilire le modalità di prelievo in Zona faunistica delle Alpi, nel rispetto delle consuetudini locali. Sarebbe questo il concetto di federalismo che alberga nella testa dell’assessore Stival?
Saranno i Comprensori alpini, nel rispetto di quanto prevede la legge statale 157/92 e 50/93 a richiedere alla provincia eventuali limitazione alla caccia nei territori di loro competenza.
All’assessore regionale Stival, che si vanta impropriamente ed indebitamente di essere stato l’unico assessore ad aver voluto convocare le associazioni venatorie per un confronto sul calendario venatorio, va ricordato che all’unica riunione tenutasi a Venezia il 10 giugno u.s. convocata dall’assessore su richiesta formale del CAVV, l’assessore Stival si è presentato senza neppure uno straccio di bozza di calendario venatorio da sottoporre alle associazioni convocate, ma limitandosi a preannunciare, a voce ed a grandi linee, i contenuti del documento che avrebbe portato in approvazione le settimane successive.
Nonostante la stragrande maggioranza delle associazioni presenti abbia espresso la propria forte contrarietà ai contenuti del calendario venatorio preannunciati verbalmente, l’assessore regionale ha ritenuto comunque di procedere per la sua strada ed introdurre nel calendario le restrizioni condivise solo dai dirigenti della Federcaccia.
A cosa serve quindi farsi un vanto per avere consultato le associazioni venatorie se poi l’assessore regionale Stival non ha ritenuto di tenere in alcuna considerazione il loro parere?
on. Sergio Berlato
Presidente Associazione per la difesa e la promozione della cultura rurale Onlus