Il tiro di terza canna... Utile, per sfizio, o dannoso?

In passato non nego che la terza botta era una costante, specialmente a colombacci e storni, poi necessaria nella caccia agli acquatici per ovvi motivi delle poche chances che capitano o soltanto per ribattere in acqua rapidamente. Adesso ho optato per il tiro calcolato, il primo colpo messo bene è meglio che inseguire il selvatico a fucilate, inoltre meno rumore si fa e meglio è per il disturbo dei selvatici e per gli altri cacciatori che dopo vengono a cercarti per vedere che fai?
 
erchiappetta mi sembrava di aver capito che affermavi che la caccia si eseguiva per il puro gusto di uccidere... perchè di fatto è proprio ciò che hai scritto eh
 
Scherzi!?!? È la parte migliore del post 👏👏👏👏👍! A proposito di Padri 😉: il mio non ha mai voluto provare un semiauto....inizio' con moschetti da guerra a otturatore adattati a calibri da caccia monocolpo,col 1° stipendio da tranviere comprò un S55 nuovo negli anni '60, poi c'affianco' un 686 negli anni '80, ma non abbandono' mai il primo amore 😁!

Quando io e mio Fratello acquistammo i nostri primi semiauto non nascose affatto il suo disappunto: "due pericolosi con fucili pericolosi" ....questo ci disse 🤣! Per inciso dei 3 ,Lui era quello che tirava solo un colpo,raramente il secondo.....era una spanna sopra me e mio Fratello....sparava decisamente bene 😉👍

Un saluto

P.s. il 3° colpo puo' esser utile.....ma non indispensabile.
Anche mio babbo, ha sempre avuto la doppietta. L'automatico non sapeva neppura caricarlo.
 
Secondo te Ale Maffe, perchè hanno messo un limite massimo ai numeri di colpi? Cinque colpi erano dannosi per chi? Il terzo colpo è utile per abbattere la selvaggina, "punto". Ma più di tutto è utile per continuare a fabbricare semiautomatici. Se non ci fosse quel colpo in più i semiautomatici non avrebbero modo di esistere. Non è uno sfizio cacciare con il semiatomatico a 3 colpi, è uno sfizio cacciare con un semiautomatico per chi non può cacciare con il terzo colpo. E per questo sfizio si fa il sacrificio di raccogliere i bossoli vuoti e di cambiare l'ordine delle carucce quando si è abbattuto di primo colpo e non di prima canna, perchè il semiautomatico ha solo una canna:):)
Beh che il semiautomatico sia diverso dal sovrapposto perchè il sovrapposto è un sovrapposto e il semiautomatico è un semiautomatico non ci piove.
Su questo assunto si potrebbe scriverci un libro: allora, io credo che la fabbricazione dei semiautomatici sia nata per sparare PIU' COLPI SENZA CARICARE, ma A PIU' BERSAGLI , e non per tirarli tutti e 3, di cui uno (se non due) estremamente fuori tiro, a un povero merlo che si becca gli ultimi 5 pallini a 70 metri. Credo che la differenza sostanziale sia nell'uso che poi la gente ha pensato di farne! Ci sono casi eclatanti di oggetti nati con uno scopo, ma che poi il 90% delle persone usa per tutt'altro. Che ne dici di questa mia visione?
 
C'è da dire che stavolta Livia ha ragione. La sicuramente lunga e variegata attività venatoria del signor Giovanni non lo svincola dall'obbligo di rispettare le opinioni altrui senza imporre il proprio pensiero. E questo dev'essere un dato di fatto
 
Ale scusa non ho capito, perché non dovrei tirare la terza botta se è ancora a tiro o se vedo la possibilità di incarnierare, avessi i 5 colpi a disposizione e l animale o animali fossero a tiro li tirerei tutti, naturalmente con la convinzione di aver li animali a tiro giusto per incarnierare o, qui l'etica non c'entra sta a chi è dietro il fucile capire quello che può o non può fare
Saluti Mygra
 
Non siamo tutti uguali. Credo che un cacciatore, in quanto tale, non debba esagerare in termini di vantaggi sull'animale, proprio per una questione etica. Ovviamente sullo sparare in terra non lo farei nemmeno io, sarei troppo tentato, ma Diamo a Cesare quel che è di Cesare. Riconosciamo a questa persona che la sua azione è tra le più nobili che si possano fare in tutto l'esercizio dell'Ars Venandi.

Era chiaro che scherzavo.....
Il terzo colpo è fondamentale se hai "buttato" o "usato" i primi due e - condizio sine qua non - l'obiettivo è ancora a tiro. Questo personalmente mi capita in solo due occasioni: spollo a tordi e caccia da capanno alle cornacchie. Solo in questi due casi- nel mio personalissimo modo di cacciare - ha senso usare il tercero tentativo....
 
Purtroppo pero' ci sono certi che quando uno esprime un'opinione contraria alla loro prendono questa liberta' di opinione come un'offesa personale. Liberta' d'opinione a senso unico. La mia opinione e' che la caccia e' un'attivita cruenta alla quale sono assuefatto, della quale sono dipendente, ma per la quale non cerco maschere del tipo "passione," "poesia," ed altre parole e frasi altisonanti. Dopo tutto, la caccia e' un istinto atavico di quando i cavernicoli ammazzavano a colpi di clava. Almeno avevano la valida giustificazione della fame. Tirare a una dozzina di uccelletti puo' essere divertente, e lo era per me in Italia, ma la fame non la toglie, specialmente se consideri quanto ti costano l'uno quegli uccellesimi fra fucile, licenza, cartucce, attrezzi e benzina. Io l'ho fatto e continuo a farlo (con le tortore--gli unici uccelletti cacciabili qui), ma non mi vergogno di farlo e non cerco maschere e paraventi per nobilitarlo con parole e frasi vuote. Questa e' la mia opinione, e se non vi piace me ne stropiccio. E se vi offende, tagliatevi la parte offesa. E adesso chiudo su questo soggetto.
 
Onestamente non capisco dove si vuole arrivare con questa discussione e anche la piega che sta prendendo: si deve sparare un solo colpo per ogni selvatico? Dobbiamo essere tutti tiratori?

Comunque, a prescindere dall'etica, dal manico, dal numero di bersagli, l'automatico è un fucile versatile e su determinate cacce fa la differenza. Mi riferisco ai colombi e agli acquatici e, più in generale, quando si deve sparare molto e/o con cariche pesanti.

Io caccio prevalentemente acquatici in appostamenti fissi con tese (stampi e vivi) e, sulla carta, i tiri dovrebbero essere tutti "comodi" ma nella realtà poi hai uccelli che ti si posano a 10 mt e altri che non curano come dovrebbero e rimangono a una distanza medio lunga. Per questo motivo, spesso carico i tre colpi in maniera progressiva sia nel diametro di pallini che di carica e molte volte sono costretto a sacrificare i primi colpi perché so già che non saranno utili e ripongo tutta la mia fiducia sul colpo successivo che, in molti casi, è il terzo. Se è utile il terzo colpo? Spesso necessario.

Sulla tua visione, condivisibile, ritengo che se un oggetto viene utilizzato per un 90% in maniera diversa rispetto allo scopo per il quale è stato progettato e prodotto, significa che all'origine c'è un "buco di analisi" per non aver previsto utilizzi diversi, oppure, più banalmente che lo scopo è più variegato rispetto a quello che si possa ritenere.

L'automatico è semplicemente un fucile con più di due colpi.

Tirare a un merlo a 70 mt lo si può fare anche insensatamente di prima canna e di gente che spara senza avere percezione della distanza di tiro ve ne è molta.
 
Ho letto da qualche parte, credo che fosse una Diana di tanti anni fa, che una delle tante cause della rarefazione e quasi estinzione della starna in Italia fu l'uso degli automatici, insieme a limiti di carniere troppo generosi o, nel passato, inesistenti. Nel Montana, dove le starne "te cecavano l'occhi" per davvero, perche' pochissimi le cacciavano e perche' le enormi piane del Montana e le coltivazioni di grano sia primaverile che invernale erano molto simili alla loro patria d'origine, l'Ungheria, un paio di cacciatori con automatici a cinque colpi avrebbero potuto abbattere da una brigata anche sette o otto starne. Ma il limite di carniere era di sei starne al giorno nel tascone o in auto, e dodici in possesso a casa (i guardiacaccia negli U.S. possono ottenere mandati di perquisizione e frugare nei frigoriferi e surgelatori). Nel Montana ai miei tempi (dal '77 all'84) si potevano usare fucili a ripetizione manuale (a pompa) o automatici senza "tappo" al sebatoio per la selvaggina stanziale, e probabilmente ancora sono permessi per la stanziale soltanto, ma di sicuro non so. Ma come ho detto, pochissimi cacciavano le starne, ed il paese era cosi' enorme e le starne cosi' numerose che se i due cacciatori di cui sopra avessero prelevato quasi un'intera brigata e se, ribattute le altre, avessero completato il loro limite, quelle 12 starne sarebbero state una goccia nel mare. Di brigate ne trovavo a volte anche sette o otto al giorno, certe anche di una cinquantina di individui. E quasi sempre le uniche schioppettate che sentivo erano le mie. Neanche mi serviva il cane per trovarle, perche', almeno al principio della stagione, non erano affatto smaliziate, e non pedinavano prima di frullare. Io usavo un Remington 870 a pompa, a cinque colpi e senza tappo. Le coppiole erano cose da tutti i giorni, e qualche tripletta poteva anche capitare, ma raramente. Torniamo all'Italia. In quel di Leonessa, fra Leonessa ed Amatrice, ho visto comitive di ternani con cani ed automatici che cacciavano a rastrello e praticamente distruggevano tutte le brigate di starne. A quell'epoca i cacciatori erano tanti, e quando non c'erano limiti di carniere e gli automatici divennero comunissimi fra i cacciatori, credo che sia proprio vero che le popolazioni di starne vennero ridotte al punto senza ritorno. Nei giorni successivi all'apertura in quel di Leonessa, se ne trovavi una, di starna, gia' eri fortunatissimo. Epppure il giorno prima le sentivi cantare da tutte le parti. Naturalmente, come ho scritto al principio, ci furono altre cause concomitanti, dalla pratiche agriculturali che cambiarono, antiparassitari, concimi chimici, mietitura del grano effettuata senza riguardo per i nidi ancora attivi, nocivi pennuti e pelosi, ecc.

Con questo non dico che gli automatici siano diabolici per se' stessi. Tutto dipende da chi li impugna e dall'uso che ne fa. Ribadisco che per me il terzo colpo aveva ragione di essere, nel mio automatico, come "assicurazione" contro la perdita di selvatici feriti. Poi, ad anatre, se padelli due volte, l'anatra che hai padellato sara' gia' fuori tiro dopo la seconda padella.

L'automatico lo uso ancora per i tacchini, perche' le cartucce 12/76 con 57 grammi di pallini al tungsteno in un basculante farebbero quasi altrettanto male a me quanto ne fanno al tacchino. Per le tortore e le cornacchie ormai non uso che il sovrapposto e la doppietta, ambedue cal. 20.

La fine delle starne Giovà è stato l'abbandono dei territori a ridosso delle montagne, una volta l'agricoltura e l'allevamento benche duri permettevano la vita di quelle famiglie, non agiata, ma sufficiente, era una agricoltura variegata, grano, orzo, patate, grano saraceno, mais, sorgo e questo era l'habitat ideale delle starne e dei lepri, poi ci fu la caccia sociale aperta a tutti, piu che il lungo rinculo a 8 botte, furono le maggiori possibilità economiche dei cacciatori di fine anni 60/70 alcuni erano proprio quelli che erano scappati da quella vita grama ed avevano fatto un pò di soldi nelle citta, le autostrade, le strade e le macchine che facevano abbreviare i tragitti a scopo ludico fecero il resto.
Mio padre mi raccontava che nelle aperture degli anni 50/60 partivano dai Castelli Romani sul cassone dei 615 Fiat della vendemmia seduti sui banchetti de legno delle cantine, come i talebani :mrgreen:, non c'era l'autostrada Roma L'Aquila era tutta Tiburtina ci voleva un giorno solo per arrivare, dormivano sotto al cassone del camioncino, bazzicavano la zona di Calascio e Rocca Calascio avevano dei cani di razze indefinite e tornavano dopo 3-4 giorni pieni di starne e lepri, ho delle foto eccezionali, credo che si divertivano un mondo, ormai sono morti quasi tutti.
Ho visto un documentario su Caccia e Pesca TV dove si parlava della starna autoctona in quelle zone, alcune brigate di starne nei parchi nazionali si salvarono e tutt'ora sono monitorate e tenute d'occhio dai cacciatori di quelle zone con l'aiuto delle Università, ma a quanto pare non riescono ad uscire dalle criticità per la consanguineità, prima o poi dovranno immettere quelle dell'est per cercare di farle riprodurre.
 
Il semiautomatico, specialmente a recupero gas, rincula molto meno di un basculante. Il terzo colpo, come ho scritto parecchi posts fa, io lo uso (usavo) soltanto per ribattere i feriti in acqua per non far stancare il cane nell'acqua gelida di Kodiak. Questi sono i vantaggi, che a me sembrano vantaggi limitati alla caccia agli acquatici, dove si sparano cartucce che rinculano molto di piu', e dove anatre che cadono in acqua ancora vive e capaci di andarsene a nuoto o infilarsi in un canneto sono relativamente frequenti.

I fucili basculanti, oltre al peso minore, sono miglori dell'automatico per la caccia vagante con o senza cane. Piu' leggeri, e hanno due canne con strozzature diverse. Questi sono i vantaggi. Il terzo colpo? Non si puo' avere tutto dalla vita. Penso che i due fucili in uno, con strozzature diverse, e possibilmente cartucce con pallini di taglia diversa, e la scelta immediata fra una canna e l'altra (soltanto se non hai quell'abominazione chiamata "monogrillo" ma il classico bigrillo) sono la scelta migliore.
Unico difetto, per chi e' sensibile al rinculo, e' che nei basculanti il rinculo percepito e' maggiore.
 
Non dico che "etica" significhi fare andar via il selvatico, per carità ci mancherebbe!
 
La fine delle starne Giovà è stato l'abbandono dei territori a ridosso delle montagne, una volta l'agricoltura e l'allevamento benche duri permettevano la vita di quelle famiglie, non agiata, ma sufficiente, era una agricoltura variegata, grano, orzo, patate, grano saraceno, mais, sorgo e questo era l'habitat ideale delle starne e dei lepri, poi ci fu la caccia sociale aperta a tutti, piu che il lungo rinculo a 8 botte, furono le maggiori possibilità economiche dei cacciatori di fine anni 60/70 alcuni erano proprio quelli che erano scappati da quella vita grama ed avevano fatto un pò di soldi nelle citta, le autostrade, le strade e le macchine che facevano abbreviare i tragitti a scopo ludico fecero il resto.
Mio padre mi raccontava che nelle aperture degli anni 50/60 partivano dai Castelli Romani sul cassone dei 615 Fiat della vendemmia seduti sui banchetti de legno delle cantine, come i talebani :mrgreen:, non c'era l'autostrada Roma L'Aquila era tutta Tiburtina ci voleva un giorno solo per arrivare, dormivano sotto al cassone del camioncino, bazzicavano la zona di Calascio e Rocca Calascio avevano dei cani di razze indefinite e tornavano dopo 3-4 giorni pieni di starne e lepri, ho delle foto eccezionali, credo che si divertivano un mondo, ormai sono morti quasi tutti.
Ho visto un documentario su Caccia e Pesca TV dove si parlava della starna autoctona in quelle zone, alcune brigate di starne nei parchi nazionali si salvarono e tutt'ora sono monitorate e tenute d'occhio dai cacciatori di quelle zone con l'aiuto delle Università, ma a quanto pare non riescono ad uscire dalle criticità per la consanguineità, prima o poi dovranno immettere quelle dell'est per cercare di farle riprodurre.

Certo, i cambiamenti nell'agricoltura e nell'habitat sono stati determinanti, non discuto, e l'aumento del numero dei cacciatori e della loro mobilita' della quale fai menzione deve essere stati pure un fattore molto negativo. Io non sono stato mai un cacciatore di stanziale in Italia, se non in qualche riserva, dove fagiani e lepri erano comuni. Le starne le vidi per la prima volta da ragazzino in una riserva sulla Cassia, vicino Monterosi, cacciando illegalmente dal punto di vista della Repubblica Italiana, ma non da quello del proprietario della riserva e del suo guardiacaccia che accompagnavano Papa' e me. Io cacciavo col tronchino Beretta cal. 24. e la fortuna volle che mi partisse un'enorme brigata di starne da sotto i piedi con un fragore di ali e di ce-gre', ce-gre', ce-gre' che mi fece perdere la ragione ed avventare la schioppettatina del tronchino in mezzo a quel ben di Dio senza toccare neanche una penna. Ancora mi ricordo come bruciava la delusione e l'umiliazione della padella. Papa' invece ne prese diverse, da altre brigate. Mi consolai della padella e dalla "purga" (non mi parti' a tiro piu' niente, mentre i "grandi" presero fagiani, lepri e starne) il pomeriggio tardi dove, nel laghetto di Monterosi, visibile dalla vecchia Cassia, catturai nove grossi boccaloni.

Le vidi poi dove ho gia' scritto, sugli altopiani fra Leonessa ed Amatrice, mentre venivano letteralmente massacrate in un'apertura/tritacarne da gruppi di ternani con fucili automatici e raffiche di fucilate serrate. A momenti finii quasi impallinato quando una quaglia volo' nella mia direzione ed uno dei forsennati le sparo' ad altezza d'uomo, e la rosata, dopo aver abbattuto la quaglia, si disperse nel terreno a un paio di metri da me. Aggiungo che l'agricoltura locale era ancora come quella che descrivi tu, e la zona collinosa/pianeggiante a pasture, campi di grano e pezzi di macchia era l'ideale per le starne. Ma dopo quell'apertura non credo che di starne ne fossero rimaste abbastanza. E dalle e dalle se scassano pur' 'e metalle... Sono sicuro che scene del genere avvennero in tutta Italia--e a quei tempi non c'erano limiti di carniere. E spesso anche starnotte grandi poco piu' di una quaglia finivano nei carnieri nel corso dell'apertura unica alla fine di Agosto. Ne ho visto le foto su riviste di caccia di allora. Non vogliamo darne la colpa soltanto alla caccia? Forse no, ma di certo la caccia fu il colpo di grazia dopo che il "progresso" gia' aveva intaccato profondamente le popolazioni di questo meraviglioso gallinaceo.

L'agricoltura del Montana--dove ero io, era esclusivamente a grano. Due raccolti annui, winter wheat e spring wheat. C'era sempre abbastanza cibo per le starne, che oltre al grano si cibavano anche di altri semi e piante. D'estate consumavano un gran numero di cavallette e grilli, ambedue abbondantissimi che fornivano loro sia proteine che quel po' d'acqua che contenevano. La zona era arida, e spesso andavano a bere in qualche laghetto artificiale o depressioni del terreno allagate dal disgelo della neve la cui acqua durava fino alla fine dell'estate. Le ungheresi, molto piu' resistenti al freddo e alla neve delle starne mediterranee, furono importate nel West alla fine dell''800 e al principio del '900 e non ci furono piu' ripoopolamenti, ma si moltiplicarono a macchia d'olio. Resistevano ai durissimi inverni a 40 e anche 50 sottozero seppellendosi la sera in gruppi di una dozzina o piu' uccelli sotto la neve, accoccolati fitti fitti insieme. Il cibo lo trovavano nei campi di stoppie, lasciato dalle mietitrebbiatrici. La neve li' e' finissima, come borotalco, ed il vento scopre larghe espansioni della campagna piatta come un biliardo, per accumulare muri di neve rimossa dai campi lungo siepi e contro abitazioni, stalle e garages.

Ad ogni modo, qualunque siano state le ragioni della quasi-estinzione della starna italica, e' un vero peccato che sia scomparsa da tanti posti dove era stata abbondante fino agli anni '60.

Tornando all'automatico, perche' adesso ce ne sono in giro piu' delle doppiette e sovrapposti? Non so da voi, ma un buon automatico (da lavoro) da noi costa molto meno di un buon sovrapposto o di una buona doppietta, se si escludono automatici di lusso, magari con "ricami" di bulino, e intarsi d'oro. Un ottimo Remington 11-87 costa intorno ai 900 dollari. Un sovrapposto Browning Citori costa da 2000 a 2500 dollari. La mia doppiettina di Isidoro Rizzini ("parente povero" dell'altro Rizzini, il maniaco del .410), la Iside cal. 20--il modello piu' economico--m'e' costata 1700 dollari. Un automatico turco nuovo di zecca lo porti a casa per 400 dollari. E mi dicono che anche questi fucili a buon mercato sparano e durano altrettanto bene ed a lungo quanto i piu' costosi. Non mi meraviglio che ci siano in giro piu' automatici che sovra o giustapposti a due canne. Il terzo colpo e' la ciliegina sulla torta per tanti. Una cosa che non capisco e' come in un paese dove la raccolta dei bossoli esplosi e' obbligatoria, pena grosse multe, uno voglia cacciare con un automatico. Io in Italia non vorrei neanche gli eiettori automatici in un basculante. Come fate a trovare tutti i bossoli che schizzano via da un automatico? Avete un cane da riporto che li trovi nell'erba fitta e nella macchia? Io ancora mi ricordo di quando cacciavo in botte a Fogliano e tutti i bossoli che, scaraventati in acqua dal Browning automatico del mio amico o da quello di suo padre se ne andavano via galleggiando dritti in acqua...

Qui (per ora) non e' obbligatorio raccogliere i bossoli. Io cerco di trovarli se caccio su un terreno altrui, ma solo se li vedo subito, e se non devo preoccuparmi di trovare una tortora caduta prima di pensare ai bossoli. Confesso che sui miei terreni li lascio in terra. Tanto verranno quasi tutti seppelliti durante la prossima aratura. Comunque, adesso che caccio le tortore con la Rizzinella non me ne devo piu' preoccupare. Ne ho ordinata una con estrattori manuali. I bossoli non schizzano via quando la apro.

Domanda per chi caccia i tordi senza cane con l'automatico: come fate a trovare il terzo tordo o persino il secondo tordo ucciso se fate una tripletta? Quando cacciavo i tordi o qualsiasi altro uccello col sovrapposto in Italia, il secondo colpo lo sparavo soltanto se avevo fatto padella col primo. Se passavano due uccelli e ne abbattevo uno col primo colpo, non avendo un cane da riporto lasciavo perdere il secondo e tenevo gli occhi fissi sul punto di caduta dell'uccello abbattuto, e camminavo diritto verso quel punto. Se c'e' una cosa che mi dispiace e' perdere un uccello abbattuto. Ancora fino all'anno scorso, con l'automatico e tre colpi a disposizione, se mi passava un branchetto di tortore a tiro e ne abbattevo una, smettevo di sparare per non ucciderne due e lasciarne una alle formiche, alle cornacchie e agli avvoltoi.

E se i primi due colpi facevano soltanto buchi nel'aria (e a tortore succede spesso), di certo una tortora sbagliata due volte e' gia' nella contea confinante alla mia...

L'unica eccezione che faccio a queste regole autoimposte e' quando tiro alle cornacchie. Tanto non le recupero.
 
Boh stiamo parlando un po' di aria fritta se supponiamo senza sapere per certo. Per carità ci saranno anche. Personalmente scelgo di credere un minimo, sperando sia in buona fede, a ciò che il signore sopra mi ha detto, tutto qui
 
No no, non ho detto questo. Se il bersaglio è ancora a tiro fai bene a tirare anche la decima botta ahahah, il discorso verteva comunque su un'altra cosa: quanto psicologicamente influisce l'avere il terzo colpo, e in che percentuale è davvero utile ;)
 
Ma sì tranquillo, ho colto l'occasione per fare un discorso mio. Ti ringrazio per la tua testimonianza, è sicuramente molto utile ;)
 
Il semiautomatico, specialmente a recupero gas, rincula molto meno di un basculante. Il terzo colpo, come ho scritto parecchi posts fa, io lo uso (usavo) soltanto per ribattere i feriti in acqua per non far stancare il cane nell'acqua gelida di Kodiak. Questi sono i vantaggi, che a me sembrano vantaggi limitati alla caccia agli acquatici, dove si sparano cartucce che rinculano molto di piu', e dove anatre che cadono in acqua ancora vive e capaci di andarsene a nuoto o infilarsi in un canneto sono relativamente frequenti.

Scusa Giovanni, ma se ti si presenta un branco di uccelli e hai 3 colpi ... tu ne spari 1 o 2 e i restanti li tieni per ribattere?
 
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