Re: Calibro 12 vs calibro 20 ... mie considerazioni
Certe volte mi soffermo un attimo a pensare e mi domando: esistono persone stupide?
Si, sicuramente! Leggendo certi commenti mi viene il dubbio se la stupidità è connaturata a in certi soggetti...
Più volte si è detto e ripetuto che il cal. 12 è superiore in tutto o quasi ai calibri minori. Però, prima di accettarla per buona, ad una più attenta analisi, non è una regola valida.
Più precisamente ci sono delle situazioni in cui il cal. 12, non solo è esuberante, ma addirittura dannoso. Un esempio? Ci sono forme di caccia in cui il rumore deve essere minimo, e qua il “cannone” evidenzia il suo punto debole.
Poi, chiaramente, ci sono forme di caccia in cui sempre il solito cannone è esuberante a dir poco inutile!
Un esempio? La caccia allo scaccio in cui i tiri sono mediamente corti e 25/26 grammi di piombo sono più che sufficienti. Non ti porti molto peso (pesi e ingombri sono tutte a vantaggio del 20) e chiaramente la fatica non la senti.
Se per i più è difficile o complicato abbattere un tordo o un merlo nei 40 metri con soli 25/26 grammi, forse dovrebbe darsi a qualche altra disciplina, o almeno smetterla di atteggiarsi a Professore quando la mediocrità soggettiva porta a conclusioni errate!
È stolto o poco avanzato nelle conoscenze tecniche chi afferma che un cal. 20 è instabile, e per due ordini di ragioni.
La prima consiste nella ricerca degli esperti tiratori è la giusta stabilità dell’arma e questa è data a sua volta del giusto rapporto carica lanciata, peso arma prestando molta attenzione a non farlo scendere sotto l’ 1 a 100. Cioè per ogni grammo di piombo lanciato almeno 100 devono fare parte del peso dell’arma per tenerla ferma, stabile. Mi stupisce come fantomatici tiratori questa regola la ignorino, andando a puntare tutto sulle canne lunghe come panacea per tutti i mali e nel calcio a misura il rimedio ultimo in quanto esseri deformi…
La seconda, più piombo si spara, sempre rispettando le
regole della balistica comportamentale dell’arma, più il disagio o fastidio percepito dal tiratole aumenta con tutte le conseguenze nella dinamica dell’azione di tiro.
Ci sarebbe da analizzare anche una sorta gratificazione personale nel riuscire in ciò che è difficile, ma sono argomenti troppo incomprensibili a molti …
Proprio quei molti il cui fine ultimo è il carniere, come piacere sublime da esibire in pubblico, una sorta di auto-acclamazione in cui il numero dei capi (fa numero anche un solo brandello di carne recuperato ) Proprio questa logica li porta a piangersi, a mo' di coccodrilli, per la scarsità di selvaggina...
Io appartengo alla categoria “
se non è difficile non mi gratifica”, e proprio in onore di questa regola, non caccio le allodole. La ritengo una caccia troppo facile e per certi versi noiosa. Ma lungi da me dal criticare coloro che si dedicano a tale caccia con passione.
Per chi come me ama complicarsi la vita con i piccoli calibri, sicuramente non importa il carniere, inteso come numero di capi in assoluto – non vivo di capi cacciati – ma di intensità di emozioni.
Mel mio mondo è indifferente, per usare un concetto caro ai marginalisti, abbattere 5 capi col piccolo 410 o 20 col cal. 12, proprio perché non vivo di capi abbattuti ma desideri edonistici soddisfatti in maniera similare.
In ultimo, chiedo ai detrattori del ventino quante fucilate hanno sparato a stagione, e con quale media di abbattimenti? Io, che non sono un cecchino, con meno di 200 cartucce di s4 da 25g un centinaio o forse più di turditi li ho recuperati.
Escludo dal computo le cartucce sperimentali il cui assetto a volte non corretto o equilibrato, fa precipitare la media.