In provincia di Caserta è in atto una diatriba tra capisquadra, cacciatori di selezione e bioregolatori.​

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La selezione è stata adottata in Campania, dopo l’approvazione del Piano di Gestione e Controllo del Cinghiale ed intensificata purtroppo in seguito ai casi di PSA, con l’entrata in vigore del Piano Straordinario di catture, abbattimento e smaltimento dei cinghiali (Sus scrofa) e Azioni Strategiche per l’Elaborazione dei Piani di Eradicazione nelle Zone di Restrizione da Peste Suina Africana (PSA) Anni 2023-2028, in seguito anche all’aumento esponenziale dei danni alle colture e dei numerosi sinistri stradali. Come le altre provincie anche Caserta ha dovuto adeguarsi ai piani regionali e nazionali.
E’ stato fatto un lavoro immane per:
  • la formazione teorica e pratica delle persone;
  • la creazione di un albo per gli operatori addetti al controllo;
  • la mappatura e la determinazione delle zone;
  • per adottare un sistema innovativo e all’avanguardia attraverso l’utilizzo di sistemi informatici e di APP dedicate.
L’ iscrizione all’ albo è stata effettuata da tutti quei soggetti in possesso di attestato di coadiutore, compresi certi capibattuta e componenti le squadre di caccia al cinghiale, per circa il sessanta per cento degli aventi diritto. Dopo acclamazioni di gioia, festeggiamenti e sorrisi a “trentadue denti” anche e soprattutto da parte di chi oggi sta cercando di issare la folla e alzare un muro di discordia, la selezione è stata praticata da TUTTI per due anni ma oggi, all’improvviso, si è scatenato uno scontro e non un confronto contro la Regione Campania, gli Ambiti Territoriali di Caccia e le Associazioni Venatorie, tutti soggetti disponibili ad un confronto costruttivo che però non è stato mai richiesto dai “contestatori”.
Oggi un gruppo di persone, sottolineiamo un gruppo di persone, sta cercando di riportare la gestione di questo strumento - e con sé tutto il mondo venatorio - indietro di venti anni, non sapendo forse che ci sono delle disposizioni ben precise che vanno rispettate e fatte osservare ed imposte per legge. Si sta utilizzando come “copertina attira consensi” la sicurezza e l’etica di non prelevare femmine gravide o con prole al seguito, tutto ciò solo per attirare consensi, senza far capire ai cittadini che le povere femmine gravide prelevate a marzo, sono le stesse che le squadre che oggi ostentano questo senso di delicatezza, hanno provato ad abbattere nei mesi di novembre, dicembre e gennaio nelle rispettive zone di caccia.
Forse qualche disinformato non sa che il periodo degli accoppiamenti per la specie cinghiale inizia ad ottobre. A differenza di quanto si sta sbandierando, forse gli unici a proteggere le squadre in questi anni sono state, proprio, le Associazioni Venatorie. Questo modo di pensare e di agire dimostra IGNORANZA IN MATERIA, ARROGANZA E PRESUNZIONE!
Soprattutto se ad essere colto in flagranza fosse proprio qualche soggetto protagonista di questa azione di protesta contro la cosiddetta selezione: sarebbe un paradosso…. ! Peggio ancora se parte dei “contestatori”, fossero persone che negli anni sono state aiutate a crescere sia come gruppi e come squadre di caccia al cinghiale sia come uomini. Evidentemente avevano il solo interesse di crescere in termini numerici e non come uomini, se i fatti dovessero essere confermati! La cosa che lascia sgomenti e attoniti e’ che questi protagonisti delle lamentele, in alcuni post pubblicati sui maggiori social network, inneggiano ad una richiesta di aiuto da parte degli animalisti….
Ma come: un cacciatore che chiede aiuto agli stessi animalisti che in Campania da anni presentano ricorsi contro il calendario venatorio regionale provocando disagio a tutti i cacciatori stessi? …………………….. Siamo alla follia amici cacciatori! Il controllo faunistico per come è nato e per gli obiettivi che si prefigge, non è pericoloso, non è dannoso ed è uno strumento utilissimo. Il vero problema e’ l’operatore faunistico che deve avere la consapevolezza e la razionalità nel decidere il capo da prelevare. Il problema non sono in questo caso le leggi, ma chi le deve rispettare. Senza contare che questa tipologia di controllo, rende il “selettore” che non dimentichiamo è un cacciatore, un vero e proprio protagonista attivo nella conservazione della biodiversità’, svolgendo insieme agli agricoltori e agli allevatori il proprio preciso ruolo all’interno di un determinato habitat. La selezione e’ anche un mezzo utile al cacciatore per entrare a pieno titolo nella società fornendo un servizio di pubblica utilità e cercando di ribaltare l’immagine e la figura del cacciatore stesso. Altrimenti si rischia di restare confinati sempre nel nostro mondo a cantarcela e suonarcela da soli!

SIATE E FATE GLI UOMINI!”.

#SI al confronto, al dialogo e al buon senso.
#NO agli interessi personali a scapito della collettività.


Caserta, 20 aprile 2024.

Le Associazioni Venatorie Provinciali riunite.
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Reazioni: Franuliv e sfiamma