LO SAPEVI CHE…

LA SCUOLA DI CANTO DEI GIOVANI UCCELLI

 

Gli uccelli comunicano per mezzo del canto. I ricercatori suggeriscono che i giovani uccelli imparino i loro canti in quattro fasi:

  1. 1.     Nelle prime due fasi sono dette silenziose poichè i giovani restano in ascolto per imparare dagli adulti. Nella prima fase che dura da due a dodici mesi, a seconda delle specie, i piccoli imparano la struttura, il passo e le variazioni.
  2. 2.     Nella seconda fase che dura sino ad otto mesi, apprendono sillabe o frasi. Dopodichè cominciano la pratica.
  3. 3.     Nella terza fase iniziano ad ascoltare se stessi confrontando le loro performance con quanto appreso sino a quel momento.
  4. 4.     L’ultima fase è la “cristallizzazione”, cioè quando le frasi e i canti sono stabilizzati e corredati di piccole personalizzazioni che trasformano i giovani in adulti, che gli altri componenti della stessa specie sanno riconoscere.

Il canto degli uccelli è un vero e proprio linguaggio con suoni, frequenze e fraseggi che variano a seconda delle informazioni da trasmettere. I canti di una stessa specie solitamente subiscono piccole variazioni a seconda della zona geografica, con una innumerevole varietà di dialetti. Gli uccelli non solo sanno riconoscere un appartenente alla loro stessa specie ma sono anche capaci di capire se è “forestiero”. Terminate queste fasi la quasi totalità delle specie non è più in grado di apprendere nuovi canti e si limita a ripetere quello che ha appreso in gioventù. Fondamentale quindi la fase dell’apprendimento, soprattutto per gli allevatori. I merli ad esempio, imparano a riprodurre lo squillo dei cellulari se lo ascoltano spesso durante le due prime fasi.

IL SUONO

Ciò che definiamo suono è causato dall’oscillazione di un corpo nell’aria o nell’acqua. Le oscillazioni producono una serie di pressioni e depressioni il cui succedersi produce onde che colpiscono l’orecchio dell’ascoltatore.
L’ampiezza delle oscillazioni viene percepita come intensità sonora, cioè il volume, mentre il numero di oscillazioni al secondo, Herz (Hz) è chiamato frequenza.
Quando diciamo che un suono ha la frequenza di 100 Hz, significa che il corpo che lo produce oscilla 100 volte al secondo. Più la frequenza è alta, più il suono è acuto.

LE FREQUENZE DEI CANTI

Le frequenze dei canti degli uccelli spaziano in un campo cha va dai 150 ai 15.000 Hz. Solo pochissime specie di predatori usa frequenze più alte. Analizzando gli spettrogrammi dei canti di molte specie si nota che sono presenti armoniche con frequenze più alte ma con ampiezze molto limitate. Prendiamo ad esempio lo Zip del tordo bottaccio. La frequenza dello Zip va dai 5.500 ai 10.700 Hz. Analizzando lo spettrogramma si notano armoniche anche a 13.000 e 16.000 Hz ma hanno ampiezza così limitata da essere praticamente impercettibili se non a distanza molto ravvicinata. Nella pagina sottostante alcuni spettrogrammi delle specie più comuni. Si può notare che la gamma è compresa tra i 150 Hz della Germano ed i 10.700 Hz dello Zip del Bottaccio. Più avanti analizzeremo l’apparato uditivo degli uccelli e le modalità in cui il suono viene percepito da loro.

 

Elenco di alcune frequenze. Bottaccio Zip Kz 5.5-10.7 significa che la frequenza udibile in questo canto va dai 5.500 ai 10.700 Herz

TORDO BOTTACCIO

Tordo Bottaccio amore Khz 1,4/6,8
Tordo Bottaccio schiamazzo Khz 1,5/9,1

TORDOSASSELLO

Tordo Sassello amore Khz 2,1/5.1
Tordo Sassello striscio Khz 1.8/7.8
Tordo Sassello schiamazzo Khz 1.3/9.3

MERLO

Merlo amore 1 Khz 1.2/5.5
Merlo schiamazzo Khz 1.2/6.3
Merlo zirlo Khz 1.3/9.3

CESENA

Cesena amore Khz 1.1/7.4
Cesena canto Khz 0.3/8.7

FRINGUELLO

Fringuello cin cin Khz 2.0/6.7
Fringuello amore Khz 1.8/5.8

ALLODOLA

Allodol canto Khz 1.7/5.3
Allodole gruppo Khz 1.7/5.3
Allodola amore 1 Khz 1.7/8.0
Allodola autunno Khz 1.8/5.9

PRISPOLONE

Prispolone canto Khz 2.8/7.3
Prispolone amore Khz 2.5/7.4

PEPPOLA

Peppola canto Khz 1.6/7.1
Peppola amore Khz 1.7/6.5

PISPOLA

Pispola amore Khz 2.6/6.4
Pispola canto Khz 2.9/7.9

PAVONCELLA

Pavoncella clasica Khz 0.9/5.0

STORNO

Storno canto Khz 1.5/12.8
Storno amore Khz 1.2/9.3

QUAGLIA

Quaglia maschio Khz 1.3/4.4
Quaglia femmina Khz 1.4/4.2

 

VARI

Frosone Khz 3.5/8.2
Passeri gruppo Khz 1.9/7.1
Tortora Khz 0.8/3.6
Colombaccio Khz 0.3/2.6
Ghiandaia Khz 1.1/6.8
Cornacchia grigia Khz 0.7/5.3
Fagiano Khz 0.6/4.7
Fagiano di monte Khz 0.3/2.7
Pernice bianca Khz 0.8/5.5
Gallo Cedrone Khz 1.0/4.2
Beccaccia Khz 0.5/6.0
Beccaccino Khz 0.9/3.8

ALZAVOLA

Alzavola Khz 0.4/8.0

MORIGLIONE

Moriglione Khz 2.0/8.7

CANAPIGLIA

Canapiglia Khz 2.0/4.0

CODONE

Codone Khz 3.9/4.9

FISCHIONE

Fischione Khz 0.4/4.9

GERMANO

Germano Khz 0.4/5.9

MARZAIOLA

Marzaiola 2 Khz 0.4/6.7

MESTOLONE

Mestolone Khz 0.3/8.4

GALLINELLA D’ACQUA

Gallinella d’acqua Khz 0.6/4.9

MORETTA

Moretta Khz 0.3/3.5

FOLAGA

Folaga Khz 0.4/14.0

MAMMIFERI

Volpe Khz 0.7/2.8
Cinghiale Khz 0.2/2.0
Cervo Khz 2.0/3.0
Cervi in branco Khz 0.4/4.3
Capriolo Khz 0.4/3.6
DainoKhz 0.4/3.0
Camoscio Khz 0.7/7.0
Muflone Khz 0.5/2.5

 

Accanto ad ogni canto è indicata la la risposta in frequenza espressa in Khz. Khz 2.3/8.7 significa che il canto utilizza frequenze che vanno da 2.300 Hz a 8.700 Hz.

L’UDITO DEGLI UCCELLI

La soglia uditiva degli uccelli va in media da un minimo di 40 Hz ad un massimo di circa 10.000 Hz, con l’optimum tra i 1.000 e i 4.000 Hz. Genericamente si può dire che gli uccelli, contrariamente a quanto si pensa, abbiano una scarsa estensione di frequenze udibili, almeno rispetto ai mammiferi. Le ricerche di Beason portano ad altre conclusioni. Generalmente gli uccelli non possono udire gli ultrasuoni. Naturalmente vi sono alcune eccezioni: Il colombo (columba livia) percepisce frequenza tra i 5 e gli 11.500 Hz. Lo storno tra i 750 ed i 15.000 Hz. Il Germano reale ode frequenza tra i 300 ed i 15.000 Hz.

A questo punto è legittima una domanda: “Ma se gli uccelli hanno un orecchio cosi’ scarso circa l’estensione di frequenza, perchè il canto è tanto importante?”
Per lo studio dei canti si è dovuta rallentare anche fino a 30 volte la velocità delle registrazioni per identificare le tante microcellule ritmico-melodiche estremamente acute e veloci con prevalenza di glissati e modulazioni. Sono soprattutto queste variazioni a rendere il canto significativo e distintivo, non tanto le frequenze utilizzate.

Gli uccelli hanno difficoltà a localizzare la sorgente del suono, sopratutto alle frequenze più basse, a causa della stretta vicinanza tra i due orecchi che crea disturbo e all’assenza di un padiglione auricolare che capti la direzione. Gli uccelli risolvono allora il problema sfruttando l’effetto Doppler: questo comportamento in natura è utilizzato per individuare un conspecifico, o per l’orientamento.

Per spiegare l’effetto Doppler dobbiamo fare un esempio. Se su una spiaggia giungono 5 onde al minuto, stando fermi saremo raggiunti da 5 onde ogni minuto. Ma se ci dirigiamo verso il mare aperto andando incontro alle onde, col variare della velocità aumenterà anche il numero delle onde che ci raggiunge ad ogni minuto. Ciò significa che dirigendosi vero la fonte sonora, più si è veloci, più aumenta la frequenza. E proprio la capacità di percepire anche piccole variazioni di frequenza che aiuta gli uccelli ad identificare la fonte sonora