Le opinioni non le considero, i discorsi non fanno farina, credo che la grande difficoltà nostra sia questo generale menefreghismo con un sottofondo di armata brancaleone. I nostri antagonisti hanno la potenza dei media, dei soldi, della politica e sono spesso sleali, questa è una certezza. Dicendo che c'è del "marcio in Danimarca" dall'Amleto di Shakespeare si dice tutto e niente, è vero ci sono strani avvenimenti e tanto marcio, come mi pare a Roma capitale della mafia e pare ma io non ci credo che tanti siano implicati, un motivo in più per stare attenti e occhi aperti come " gufi " si è una grande novità sapere che certe regioni funzionano come certe realtà e altre no e non solo in ambito venatorio, non è un caso che nelle regioni ci sono il maggior numero di indagati, forse la cosa ha a che fare con le persone.
Lando e Andrea urge una breve cronostoria; anni 90' babele referendaria fu fatta una legge con il consenso di tutti la 157/92 che legava il cacciatore al territorio (e la selvaggina è dello stato) con gli ATC di dimensioni territoriali ottimali per esercitare compiti di gestione con i rappresentanti delle associazioni venatorie riconosciute, rappresentanti ambientali, le organizzazioni agricole e degli enti locali, fu subito evidente che si trattava di carrozzoni, era il modo più di moda allora la spartizione, se il carrozzone ha buone ruote può viaggiare, se senza non si va da nessuna parte. Fu fatta giustamente l'unavi come interlocutore unico, ma troppo bello per essere vero e fatta naufragare, se ci mettiamo leggi con atti amministrativi, 727 c.p., divieto di uccellagione, divieto di deroghe e per finire purtroppo l'ispra finanziato e diretto in linea antagonista e galletti rossi e verdi ostacolanti, credo che le generali e un viaggio al santuario di Lourdes, potrebbe essere buona cosa e risultare l'ultima speranza. Il reato si perseguisce e se qualcuno ne è a conoscenza sa cosa fare. A proposito di associazioni:
[h=1]Associazioni Venatorie Italiane[/h]
In Italia ai sensi dell’articolo 34 della legge Nazionale sulla Caccia n. 157/92 (che trovate a questo link) le Associazioni Venatorie riconosciute sono sette: FIdC, ANUU, ANLC, Enalcaccia, Arci Caccia,Italcaccia e EPS. Ai fini del loro riconoscimento le associazioni venatorie devono:
- Avere finalità ricreative, formative e tecnico-venatorie;
- Avere un ordinamento democratico e possedere una stabile organizzazione a carattere nazionale, con adeguati organi periferici;
- Dimostrare di avere un numero di iscritti non inferiore ad un quindicesimo del totale dei cacciatori calcolato dall’Istituto nazionale di statistica, riferito al 31 dicembre dell’anno precedente quello in cui avviene la presentazione della domanda di riconoscimento;