Piatto antico dei carbonari? Tradizione centenaria? Ricetta tramandata da bisnonna a nonna, da nonna a madre, da madre a figlia? TUTTE BALLE!
Ho appena letto un interessantissimo articolo nella rivista mensile dell'AAA (l'Automobile Club americano) sulle possibili origini della pasta alla carbonara. Cio' che sto per scrivere fara' infuriare molti di voi.
Lo studioso italiano Alberto Grandi, famoso in Italia per il suo sfatare tanti miti della cucina italiana, ha scritto in un articolo pubblicato nel Financial Times che la carbonara e' essenzialmente un piatto americano. Piu' dettagli su questo verso la fine di questo post.
Davd Farley, giornalista americano che scrive per "Explorer," la rivista della AAA, prendendo spunto da tale affermazione e' tornato a Roma (dove aveva gia' vissuto per qualche anno) per indagare sulle origini di questo piatto "tradizionale." Ed ecco un riassunto delle sue scoperte:
Tanto per cominciare, non c'e' traccia di tale pietanza nei libri di cucina italiani del passato remoto o anche non troppo remoto, quando le nostre bisnonne e nonne avrebbero dovuto servirla prima della Seconda Mondiale. La prima volta che tale ricetta apparve in Italia fu infatti nel 1954, ne "La Cucina Italiana."
Eleonora Cozzella, la storiografa della carbonara, autrice de "La Carbonara Perfetta," ha dichiarato in un colloquio con Farley che "... dopo la Seconda Mondiale la carbonara rappresentava un nuovo spirito, e col tempo fu legata ad un'identita' italiana; divenne un mito... Dopo il 1945, la gente a Roma parlava della carbonara, ma tale ricetta non apparve fino al 1952. E indovina dove apparve? A Chicago." Apparve nel libro di ricette "Vittles and Vice," di Patricia Bronte', pubblicato nel 1952. La ricetta proveniva dal ristorante di Chicago "Armando's."
Farley, continuando le sue indagini e rifacendosi agli studi di Eric Hobsbawm's che teorizzo' che una nazione, dopo una grande crisi, una crisi d'identita', tende ad inventare tradizioni spesso mitiche, che la riportano ai tempi belli prima della crisi e che cosi' riaffermano la sua perduta identita'.
Hobsbawn non parlava specificamente della carbonara, ma la crisi d'identita' dopo la fine della guerra, la caduta del fascismo, c'era, eccome! C'era anche la fame, L'economia era morta, Ma quando, grazie al Piano Marshall e alla volonta' degli imprenditori e dei cittadini l'economia comincio' a migliorare negli anni '50 e '60, "gli italiani volsero lo sguardo al passato per recuperare un senso di identita' e di storia comune. E' allora che tanta gente, specialmente a Roma, si attaccarono all'idea che la carbonara era sempre stata parte del panorama culinario di Roma," scrive Farley.
In un colloquio con lo storiografo culinario italliano Emilio Ferracci, Farley gli chiese da dove provenisse tale ricetta. Dai soldati americani, fu la risposta. Nelle loro razioni c'erano uova in polvere e bacon essiccato. Ferracci crede che qualche cuoco italiano, dopo essersi procurato il bacon essiccato e le uova in polvere, magari acquistandoli dalla "borsa nera," sapendo che gli americani mangiavano uova e bacon a colazione (io lo faccio spesso) li combino' con della pasta, e cosi' nacque la "carbonara." E' un fatto accertato che i soldati americani a colazione amavano mangiare un piatto chiamato "spaghetti breakfast," con bacon ed uova. I romani cominciarono a mangiare anche loro (non a colazione!) tale pietanza, che pero' modificarono con la sostituzione del guanciale al bacon e aggiungendo il pecorino, cosi' "romanizzando" con ingredienti tipici italiani una pietanza arrangiata dai soldati U.S. con razioni e pasta locale.
Conclude Ferracci: "La carbonara non e' un piatto americano, ma l'idea dietro questo piatto--l'usare uova e bacon--fu ispirata dalle abitudini culinarie degli americani."
L'articolo contiene altre cose interessanti, specialmente l'apparizione della crema nella ricetta, che pero' spari' del tutto negli Anni '90, l'uso del gruyere e/o del parmigiano invece del pecorino, ed altre modifiche.
Aggiungo io che ancora oggi si combatte fra chefs sull'aggiunta dell'aglio, o della cipolla, o del pomodoro, ecc. alla carbonara, provocando l'ira funesta dei "tradizionalisti" che vorrebbero che la carbonara rimanesse come era sempre stata fin dalla "notte dei tempi," che pero' e' una notte molto recente e che risale agli Anni '50. E aggiungo pure che de gustibus non disputandum est, e se uno usa la pancetta, o il bacon, o persino il prosciutto invece del guanciale, e il parmigiano invece del pecorino, e' assurdo condannarlo per aver violato le "sacre tradizioni" della carbonara. Quali tradizioni? Dovremmo allora tornare al bacon disseccato e alle uova in polvere, se davvero vogliamo appellarci alle tradizioni? A me personalmente il guanciale piace meno del bacon, nella carbonara. E anche se mi piacesse di piu' e' molto difficile da trovare negli U.S. Percio', siccome uso il bacon, sono molto piu' tradizionalista dei "tradizionalisti" integralisti.
Ho appena letto un interessantissimo articolo nella rivista mensile dell'AAA (l'Automobile Club americano) sulle possibili origini della pasta alla carbonara. Cio' che sto per scrivere fara' infuriare molti di voi.
Lo studioso italiano Alberto Grandi, famoso in Italia per il suo sfatare tanti miti della cucina italiana, ha scritto in un articolo pubblicato nel Financial Times che la carbonara e' essenzialmente un piatto americano. Piu' dettagli su questo verso la fine di questo post.
Davd Farley, giornalista americano che scrive per "Explorer," la rivista della AAA, prendendo spunto da tale affermazione e' tornato a Roma (dove aveva gia' vissuto per qualche anno) per indagare sulle origini di questo piatto "tradizionale." Ed ecco un riassunto delle sue scoperte:
Tanto per cominciare, non c'e' traccia di tale pietanza nei libri di cucina italiani del passato remoto o anche non troppo remoto, quando le nostre bisnonne e nonne avrebbero dovuto servirla prima della Seconda Mondiale. La prima volta che tale ricetta apparve in Italia fu infatti nel 1954, ne "La Cucina Italiana."
Eleonora Cozzella, la storiografa della carbonara, autrice de "La Carbonara Perfetta," ha dichiarato in un colloquio con Farley che "... dopo la Seconda Mondiale la carbonara rappresentava un nuovo spirito, e col tempo fu legata ad un'identita' italiana; divenne un mito... Dopo il 1945, la gente a Roma parlava della carbonara, ma tale ricetta non apparve fino al 1952. E indovina dove apparve? A Chicago." Apparve nel libro di ricette "Vittles and Vice," di Patricia Bronte', pubblicato nel 1952. La ricetta proveniva dal ristorante di Chicago "Armando's."
Farley, continuando le sue indagini e rifacendosi agli studi di Eric Hobsbawm's che teorizzo' che una nazione, dopo una grande crisi, una crisi d'identita', tende ad inventare tradizioni spesso mitiche, che la riportano ai tempi belli prima della crisi e che cosi' riaffermano la sua perduta identita'.
Hobsbawn non parlava specificamente della carbonara, ma la crisi d'identita' dopo la fine della guerra, la caduta del fascismo, c'era, eccome! C'era anche la fame, L'economia era morta, Ma quando, grazie al Piano Marshall e alla volonta' degli imprenditori e dei cittadini l'economia comincio' a migliorare negli anni '50 e '60, "gli italiani volsero lo sguardo al passato per recuperare un senso di identita' e di storia comune. E' allora che tanta gente, specialmente a Roma, si attaccarono all'idea che la carbonara era sempre stata parte del panorama culinario di Roma," scrive Farley.
In un colloquio con lo storiografo culinario italliano Emilio Ferracci, Farley gli chiese da dove provenisse tale ricetta. Dai soldati americani, fu la risposta. Nelle loro razioni c'erano uova in polvere e bacon essiccato. Ferracci crede che qualche cuoco italiano, dopo essersi procurato il bacon essiccato e le uova in polvere, magari acquistandoli dalla "borsa nera," sapendo che gli americani mangiavano uova e bacon a colazione (io lo faccio spesso) li combino' con della pasta, e cosi' nacque la "carbonara." E' un fatto accertato che i soldati americani a colazione amavano mangiare un piatto chiamato "spaghetti breakfast," con bacon ed uova. I romani cominciarono a mangiare anche loro (non a colazione!) tale pietanza, che pero' modificarono con la sostituzione del guanciale al bacon e aggiungendo il pecorino, cosi' "romanizzando" con ingredienti tipici italiani una pietanza arrangiata dai soldati U.S. con razioni e pasta locale.
Conclude Ferracci: "La carbonara non e' un piatto americano, ma l'idea dietro questo piatto--l'usare uova e bacon--fu ispirata dalle abitudini culinarie degli americani."
L'articolo contiene altre cose interessanti, specialmente l'apparizione della crema nella ricetta, che pero' spari' del tutto negli Anni '90, l'uso del gruyere e/o del parmigiano invece del pecorino, ed altre modifiche.
Aggiungo io che ancora oggi si combatte fra chefs sull'aggiunta dell'aglio, o della cipolla, o del pomodoro, ecc. alla carbonara, provocando l'ira funesta dei "tradizionalisti" che vorrebbero che la carbonara rimanesse come era sempre stata fin dalla "notte dei tempi," che pero' e' una notte molto recente e che risale agli Anni '50. E aggiungo pure che de gustibus non disputandum est, e se uno usa la pancetta, o il bacon, o persino il prosciutto invece del guanciale, e il parmigiano invece del pecorino, e' assurdo condannarlo per aver violato le "sacre tradizioni" della carbonara. Quali tradizioni? Dovremmo allora tornare al bacon disseccato e alle uova in polvere, se davvero vogliamo appellarci alle tradizioni? A me personalmente il guanciale piace meno del bacon, nella carbonara. E anche se mi piacesse di piu' e' molto difficile da trovare negli U.S. Percio', siccome uso il bacon, sono molto piu' tradizionalista dei "tradizionalisti" integralisti.
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