Re: Radio Migratoria Centro 2017/2018
senti Sfiamma......
Ma non potresti scrivere un bel trattato a puntate qui sul Forum sulla caccia al tordo.....
Io ho letto il libro di Pier Luigi Chierici ....... non mi è stato di alcun aiuto....
La caccia al tordo è diversa per varie zone d'Italia. Il libro di Chierici (letto insieme ad altri testi sui tordi scritti da Cavina, Brighenti, Ghidini etc.) , come quasi tutti i libri di tecnica venatoria, possono dare delle nozioni di massima non potendo entrare , per una serie di motivi legati a orografia del territorio, vicinanze o meno al mare o montagna, tipi di vegetazione presente, pasture nei vari mesi dell'anno, antropizzazione del territorio, latitudine e altro ancora, nel merito di tutti i tipi di caccia. Io stesso, dalle mie parti, medio Lazio, caccio diversamente da come cacciavo due o tre lustri fa. Lo spollo e il rientro son cambiati sulla durata poiché il tordo si è molto "ammerlato". Insomma da noi il rientro durava un paio d'ore ed era sempre verso la montagna e la mattina lo spollo durava almeno mezz'ora tre quarti d'ora perché dalla montagna scendevano più alla spicciolata. Oggi parecchi bottacci e merli s'appollano tra spinare e uliveti sporchi abbandonati da un'agricoltura eccessivamente lottizzata in passato. Lo spollo di questi ultimi anni dura dieci, quindici minuti perché in un appezzamento ammacchiato vanno a dormire alcuni uccelli. Se spari oggi in un certo posto dovrai attendere almeno una settimana per tornarci altrimenti, cacciando a uno o due giorni di distanza dal primo farai pochi o punti affari. Fare un rientro poco avanti a un fosso che accoglie diversi tordi e merli decreta il quasi inutile spollo per la mattina seguente. Se invece dai tanti uliveti sottostanti le macchie di leccio rientra un buon numero di selvatici, l'immensità delle zone boscose permetterà che si possano fare anche i rientri...ma da noi, vicino Roma, la parcomania ha decretato la chiusura di territori davvero notevoli per questo tipo di caccia. Il metodo del traccheggio, che per tanti anni ha fatto la felicità del tordajolo che cacciava tra gli ulivi durante la mattinata e fino a mezzogiorno , ha lasciato posto allo scaccio molto più chiassoso e fisico. In zone con tante case tra le campagne, numerosi bottacci e merli albergheranno poco distanti da queste per una pastura tranquilla e spesso l'occasione di tirare te la offrirà l'agricoltore che durante le opere quotidiane smuoverà i selvatici tra le piante. I sasselli, che nelle mie zone erano abbastanza frequenti fino a un decennio fa, anche di passo, ora sono mosche bianche. Caro Tritex, non ho fatto altro che descriverti le opportunità di un territorio circoscritto come quello dove caccio ma ti assicuro che trattati su questa materia non se ne possono fare se li volessimo estendere in tutto il territorio nazionale. In Calabria, dove ho cacciato per diversi anni prima della 157 e degli atc ma anche in Puglia, i tordajoli raramente necessitano di un cane da riporto tra le enormi distese di ulivi spesso tenuti in ordine. Il capannista bergamasco e vicentino spesso tirano a fermo. Con le modifiche del clima dell'ultimo ventennio, sono variate anche le presenze delle pasture. Da me, tra gli ulivi, andavi fino alla fine della stagione di caccia e le edere maturavano a febbraio inoltrato. Oggi: olive raccolte entro novembre e bacche d'edera buone sin da gennaio. Scusa per il misto fritto buttato lì un pò alla carlona, sono abituato ad andare dove mi dice la testa all'ultimo secondo. E' lo stesso delle mie fucilate scoordinate che ora deliziano in improbabili stoccate e il momento dopo fallano un volo rettilineo quanto placido del meraviglioso turdus.