Re: Votare o non Votare,
.....oggi fra rancore delusione avversione e rabbia è difficile riconoscersi il panorama è quello che conosciamo, credo che prevalga oltre alla superficialità una mediocrità della narrazione che può e deve essere interrotta, votare vuol dire essere ancora protagonisti attivi nonostante una legge demenziale, un caos organizzato una specie di frattale con dei capi carismatici che fanno sognare e avere incubi e quando invitano ad andare a votare per loro è come dire non andate che continuiamo cosi, ricordiamoci che l'alternanza è uno dei condimenti della democrazia. Il panorama è chiaro, ci sono due società speculari permeate su principi di marketing e non solo dove ad esempio le alterne fortune di un padre padrone senza diritto di voto è ancora protagonista, l'altra società è il riflesso di una azienda 3.0 dove il padre padrone anche lui ineleggibile insieme all'erede del fondatore nomina secondo una disciplina mediatica, (ricordo quando deridevano Bersani) e oggi sono tornati alla stagione delle convergenze parallele del cambiamento nella continuità del chi ci stà, certo che ci vuole spregiudicatezza e spavalderia per conquistare il potere in maniera aziendale dove uno vale uno ma non conta niente perchè la gestione è dell'A.D la democrazia non può essere mai diretta e soprattutto non on line, nessun sistema operativo neanche il Rousseau può esserlo, una piattaforma di idee e proposte con a monte una specie di mein kampf, può succedere anche che con 189 voti ricevuti si possa rischiare di fare il presidente del consiglio. C'è stato un tempo che nonostante gli imprevisti e le difficoltà con dei momenti di stanchezza e sfiducia andavamo avanti motivati e con impegno dettato dal nostro valore quello più autentico quello che ci fa alzare e gratis alle 5 del mattino, abbiamo superato referendum e leggi truffa che potevano essere devastanti, erano le premesse i megafoni di risonanza di un certo radical-liberismo-scic che oggi ri-troviamo riassunto nella stagione dei renzbois oggi con più potere più pericolosi che mai specialmente nella gestione delle poltrone. I temi sociali sono seri problemi oggi in tutta Europa e da prendere in considerazione, magari senza nessun argomento di distrazione di massa come avviene in Italia, la durezza della vita sottolineata da Francesco e la pragmaticità di Salvini cercano di mediare l'incertezza del futuro perchè di questo si tratta. Belli i tempi senza primarie quando i programmi fattibili prevalevano , quando l'opposizione faceva il suo mestiere e quando eravamo trattati con dignità, cattolici e laici, giovani e vecchi, padroni e operai, da Sx a Dx eravamo CACCIATORI, Dio Stato Famiglia, fede speranza e carità, oggi quale è il messaggio, cosa ci aspettiamo, quale è l'opportunità, perchè tanta disperazione e indifferenza abbiamo forse sbagliato qualcosa se la nostra scelta diventa ininfluente, eppure siamo portatori sani di emozioni che sono ai margini della campagna elettorale un teatro itinerante farsesco che sfocia in tragedia, una narrazione gratuita, una gestualità accondiscendente e parole ripetute (le solite) che il pubblico lui stesso vorrebbe dire, siamo pensanti e non merce, certo che andremo a votare e voteremo anche bene, sperando che le nostre ragioni possano trionfare.
.....oggi fra rancore delusione avversione e rabbia è difficile riconoscersi il panorama è quello che conosciamo, credo che prevalga oltre alla superficialità una mediocrità della narrazione che può e deve essere interrotta, votare vuol dire essere ancora protagonisti attivi nonostante una legge demenziale, un caos organizzato una specie di frattale con dei capi carismatici che fanno sognare e avere incubi e quando invitano ad andare a votare per loro è come dire non andate che continuiamo cosi, ricordiamoci che l'alternanza è uno dei condimenti della democrazia. Il panorama è chiaro, ci sono due società speculari permeate su principi di marketing e non solo dove ad esempio le alterne fortune di un padre padrone senza diritto di voto è ancora protagonista, l'altra società è il riflesso di una azienda 3.0 dove il padre padrone anche lui ineleggibile insieme all'erede del fondatore nomina secondo una disciplina mediatica, (ricordo quando deridevano Bersani) e oggi sono tornati alla stagione delle convergenze parallele del cambiamento nella continuità del chi ci stà, certo che ci vuole spregiudicatezza e spavalderia per conquistare il potere in maniera aziendale dove uno vale uno ma non conta niente perchè la gestione è dell'A.D la democrazia non può essere mai diretta e soprattutto non on line, nessun sistema operativo neanche il Rousseau può esserlo, una piattaforma di idee e proposte con a monte una specie di mein kampf, può succedere anche che con 189 voti ricevuti si possa rischiare di fare il presidente del consiglio. C'è stato un tempo che nonostante gli imprevisti e le difficoltà con dei momenti di stanchezza e sfiducia andavamo avanti motivati e con impegno dettato dal nostro valore quello più autentico quello che ci fa alzare e gratis alle 5 del mattino, abbiamo superato referendum e leggi truffa che potevano essere devastanti, erano le premesse i megafoni di risonanza di un certo radical-liberismo-scic che oggi ri-troviamo riassunto nella stagione dei renzbois oggi con più potere più pericolosi che mai specialmente nella gestione delle poltrone. I temi sociali sono seri problemi oggi in tutta Europa e da prendere in considerazione, magari senza nessun argomento di distrazione di massa come avviene in Italia, la durezza della vita sottolineata da Francesco e la pragmaticità di Salvini cercano di mediare l'incertezza del futuro perchè di questo si tratta. Belli i tempi senza primarie quando i programmi fattibili prevalevano , quando l'opposizione faceva il suo mestiere e quando eravamo trattati con dignità, cattolici e laici, giovani e vecchi, padroni e operai, da Sx a Dx eravamo CACCIATORI, Dio Stato Famiglia, fede speranza e carità, oggi quale è il messaggio, cosa ci aspettiamo, quale è l'opportunità, perchè tanta disperazione e indifferenza abbiamo forse sbagliato qualcosa se la nostra scelta diventa ininfluente, eppure siamo portatori sani di emozioni che sono ai margini della campagna elettorale un teatro itinerante farsesco che sfocia in tragedia, una narrazione gratuita, una gestualità accondiscendente e parole ripetute (le solite) che il pubblico lui stesso vorrebbe dire, siamo pensanti e non merce, certo che andremo a votare e voteremo anche bene, sperando che le nostre ragioni possano trionfare.