Ho provato ad affidare il sito alla sua traduzione in inglese. Mai visto un inglese maccheronico e sballato simile... Ma ancora non e' riuscito nessuno a creare un traduttore automatico che funzioni? Questa tanto vantata e strombettata Intelligenza Artificiale sara' mai capace di crearne uno? Mi viene in mente una traduzione cinofallica che vidi una volta piu' di quaranta anni fa su un pacchetto di spaghetti italiani importati. Ogni tanto, ancora oggi, io e mia moglie pappagalliamo le istruzioni di cottura scritte sul pacchetto e ridiamo. Bastera' citare l'ultima frase, che in italiano sarebbe stato: "Servire direttamente dal tegame." Il losco traduttore consulto' il dizionario e se ne usci' con questa perla: "Wait by the pan." Evidentemente aveva pensato che se un cameriere, uno che serve i cibi, si chiama "waiter," allora servire secondo lui sarebbe stato "wait." "By" significa sia "da" (ma nel senso di un'azione commessa DA qualcuno) che "vicino." Per farla breve, la sua traduzione in inglese verace, sia americano che britannico, significava esattamente: "Aspetta vicino al tegame" perche' "wait" significa aspettare, sebbene si possa anche usare, ma in maniera diversa nel senso di servire, nel qual caso e' sempre seguito dalla preposizione "on." Pertanto un cameriere "waits on tables," il che rispecchia come nel passato, sia nelle case nobiliari che nei ristoranti di vero lusso i camerieri e le cameriere aspettavano in piedi intorno al tavolo dove mangiavano i padroni o gli avventori. Mia moglie ed io cominciammo a domandarci quanto tempo si sarebbe dovuto aspettare vicino al tegame prima di servire quegli spaghetti, e cominciammo a visualizzare, ridendo, lo scheletro di un povero cuoco che non sapendo quanto dovesse aspettare vicino al tegame, ci mori' accanto...
Altre traduzioni imbastardite le trovo spesso sulla mercanzia proveniente dalla Cina. Ma chi e' senza peccato scagli la prima pietra. Io non la posso scagliare di certo. Dopo tanti anni in America, sposato ad un'americana, con amici americani, allievi americani, colleghi americani, ogni tanto lo sfrondone lo tiravo anch'io. In visita in Italia, dopo aver assaggiato della splendida marmellata di pesche del giardino di Mamma, marmellata fatta da lei, dissi, "Ma', questa marmellata e' incredibilmente buona! E si sente davvero che non ci hai aggiunto preservativi..." Mamma mi guardo' come se si fosse in quel momento pentita di aver fatto un figlio cosi' scemo... "Ma che cavolo dici? Preservativi nella marmellata?"
Il fatto e' che in inglese i preservanti si chiamano preservatives, che io automaticamente (proprio come i traduttori cibernetici) tradussi maccheronicamente. Per la cronaca, i preservativi qui in vernacolo si chiamano "condoms," o "rubbers," (gomme) e in inglese piu' forbito "prophylactics."
Altre traduzioni imbastardite le trovo spesso sulla mercanzia proveniente dalla Cina. Ma chi e' senza peccato scagli la prima pietra. Io non la posso scagliare di certo. Dopo tanti anni in America, sposato ad un'americana, con amici americani, allievi americani, colleghi americani, ogni tanto lo sfrondone lo tiravo anch'io. In visita in Italia, dopo aver assaggiato della splendida marmellata di pesche del giardino di Mamma, marmellata fatta da lei, dissi, "Ma', questa marmellata e' incredibilmente buona! E si sente davvero che non ci hai aggiunto preservativi..." Mamma mi guardo' come se si fosse in quel momento pentita di aver fatto un figlio cosi' scemo... "Ma che cavolo dici? Preservativi nella marmellata?"
Il fatto e' che in inglese i preservanti si chiamano preservatives, che io automaticamente (proprio come i traduttori cibernetici) tradussi maccheronicamente. Per la cronaca, i preservativi qui in vernacolo si chiamano "condoms," o "rubbers," (gomme) e in inglese piu' forbito "prophylactics."