Una barzelletta al giorno...toglie il medico di torno!!!

per quanto riguarda i nomi.... negli anni 80 :rolleyes: si telefonava l'estate al centralino dello stabilimento balneare (ci passavo 3 mesi e mezzo di fila dalla mattina alla sera!)
si chiedeva "mi può chiamare Pina Bellato al telefono? è urgente!"
e il buon vecchio raffaello (si chiamava così) chiamava prima nome-cognome e poi cognome nome.... E FUNZIONAVA!
a volte per cambiare si chiedeva di Pone Umberto.....
bei tempi, maremmamaiala!
 
bei tempi, maremmamaiala!

A volte mi domando se i "bei tempi" non fossero piu' o meno uguali ai tempi di oggi, mentre in realta' eravamo noi che, essendo giovani, in gamba, e sempre allupati che eravamo in grado di goderceli appieno. Se fossimo capaci di tornare ai "bei tempi" con una macchina del tempo ma come siamo ridotti oggi (pancia, calvizie, ammosciamento di varie parti del corpo anche essenziali, perdita parziale di vista, udito, olfatto e senso del gusto, e magari con emorroidi, scompensi cardiaci, pressione alta, artrite, artrosi, ginocchi e anche artificiali, alitosi, psoriasi, e altre afflizioni), mi sa che i tempi belli farebbero schifo come quelli di oggi.
 
Allora il più bischero sono io. A 21 anni primo fidanzamento e primo rapporto sessuale: ciomp! Presa subito: dopo 9 mesi un bella sorpesa: una bambina di 3 chili. Da lì è cominciato il divertimento: tanto lavoro e poco svago.
setterman1

Anch'io fidanzamento ed "escursioni speleologhe al sud" (ma non le prime) a 21 anni, solo che quest'ultimo divento' presto ufficiale, "a casa." Ma anche se il prospetto della palla al piede permanente era nei piani futuri, stetti molto, ma molto attento a non attaccarmela alla caviglia prematuramente per motivi riproduttivi. Nonostante questo, accadde una volta che il diavolo ci mise la coda (mah, veramente ce la misi io) e per tre mesi non respirammo perche' le "cosine" sue non arrivavano. Poi, per intercessione miracolosa della folla di santi ai quali pregai in ginocchio ogni mattina, pomeriggio e sera (nonche' di notte quando mi svegliavo col batticuore per la paura di dover assumere funzioni genitoriali), si apri' la diga e le mie preoccupazioni furono lavate col sangue.
Se ci ripenso ancora sudo. Mi vedo impiegatuccio in Italia, in un modesto appartamento affittato, con una moglie dalla risata stridula e dal pianto facile, due o tre mocciosetti aggrappati alle mie caviglie, lavoro dalle otto alle cinque, rientro a casa, pantofole, cena, televisione, una scopata svogliata (per ambo le parti) alla settimana (se pure cosi' spesso), weekend noioso da farmi desiderare di essere in ufficio invece che a casa, un paio di fucili soltanto, regole e burocrazia da regime borbonico da farmi passare la voglia di andare a caccia, tasse soffocanti, benzina al costo di Chanel Numero 5, gente dappertutto, puzza, rumore, smog, pensionamento appena prima del sotterramento, salti mortali per pagare i debiti... Invece, grazziaddio, dopo quasi 5 anni di fidanzamento ci lasciammo per incompatibilita' di carattere: il suo carattere era matrimoniale, il mio no. Da allora mi si e' aperto il mondo: Germania, California, Montana, Alaska, Alabama... Caccia che non mi ero neanche immaginato esistesse, pesca da non credere, fucili, pistole, tasse da ridere, burocrazia quasi inesistente, cittadino visto come re, non suddito, benzina quasi regalata in confronto a quella europea, macchine, fuoristrada, pensione a 62 anni, moglie che va a caccia e a pesca con me e che non mi rompe le palle se spendo migliaia di dollari all'anno per fucili, pistole, affitto di terreni di caccia, fuoristrada, cartucce, ecc. (mi ricordo ancora Papa' che il Sabato pomeriggio comprava le cartucce per me e per lui per l'allodolata o lo spollo ai tordi della mattina seguente, e le lasciava nel baule dell'auto per non portarle a casa e incorrere nelle ire di Mamma). E soprattutto spazi quasi infiniti, campagne dove le uniche schioppettate che sentivo erano le mie, liberta' quasi assoluta, aria pulita, natura incontaminata o quasi. Ed una figlia ed una nipotina meravigliose. Certo, qualsiasi Paradiso Terrestre ha il suo serpente (o piu' di uno), e gli U.S. non fanno eccezione. Ma se penso a come sarebbe stata la mia vita se quel maledetto spermatozoo fosse riuscito a far centro negli oscuri recessi della mia fidanzata italiana (o, se veramente avesse fatto centro ma poi qualcosa non avesse interrotto il processo di cui ero l'imputato), mi viene ancora il terror panico e ringrazio di nuovo la folla di santi che fecero il miracolo.
Scusate l'O.T.,
 
Torniamo alle barzellette:

Due bionde di Grottaferrata al telefono:

"Mari', te lu so' dittu che Peppe m'ha 'nvitatu a nu picchenicche?"
"No nun me lu si' dittu. Ched' e' lu picchenicche?"
"Nun ce lu so manch'io, ma prima d'annacce me depilu le cosce e me faccio 'nu bellu bidette--nun se sa mai..."
 
Definizioni

Supposta: una bassa insinuazione
Osso sacro: osso che assiste alle messe... in cu10
Vergine (nei paesini dell'Agro Romano): ragazza che puo' correre piu' velocemente del padre e dei fratelli
Pompelmo: pompino in assetto di guerra
Vedovo che si risposa: non degno di aver perduto la prima moglie
Concubina: moglie che rompe le palle di meno
Castita': virtu' che i preti si tramandano da padre in figlio
Lesbica: donna che non capisce un catzo
 
Un tale va al mercato del pesce. Vede due ceste di aragoste. Quelle in una cesta sono ancora vive, quelle nell'altra sono gia' morte. "Quanto costano quelle vive?" chiede al mercante. "20 Euro l'una." "E quelle morte?" "10 Euro l'una." E il tale puntando il dito alla cesta delle aragoste vive, "Allora me ne ammazzi un paio di quelle, per favore."
 
Piccolo paese sull'Appennino al confine fra Umbria e Marche, paese di contadini. Il baretto sulla piazzetta principale (100 mq). Quattro giovani seduti davanti al bar sorseggiando un Chinotto Neri.

"Allora dicce de lu viaggio a Roma," fa uno dei giovani al piu' raffinato dei quattro, il figlio del locale farmacista.
"Eh, Roma e' Roma. C'e' tante belle cose da fa' e da vede', ma la mejo cosa e' le donne. A Roma mica e' come qui, dove se nun se chiappa la somara ne la stalla rimani vergine fin quando che 'n te sposi. A Roma tutte le donne te la da' se sortanto je la chiedi."
"Allora io domani vado a Roma pur'io, che a me le somare nun me piace," fa il figlio del medico condotto, che qualche soldo per fare un viaggio di quella portata ce l'ha.
Il giorno dopo il giovane approda alla Stazione Termini. Girovaga per un po', arriva a Villa Borghese, e vede una bella servotta seduta su una panchina. Le si avvicina e le fa, "Scopi?" La ragazza, offesissima, si alza in piedi e lo prende a borsettate in faccia.
Il giovane ritorna al paesello e va a lamentarsi dal figllio del farmacista. "Ma che mi si detto? Te la da' se je la chiedi? Io je la so chiesta e vedi che occhio nero m'ha fatto!" "Ma tu je l'hai chiesta cosi', a brutto muso? Tu je dovevi da fa' 'n discorsetto preparatorio, che so', tipo 'Bella giornata, oggi, fa pure fresco, che bel tramonto...' roba cusi', che a le donne je piace. Poi ar momento giusto, quannno vedi che te da' retta, tu je la chiedi."
Il figlio del medico ritorna a Roma e a Villa Borghese. Si aggira per un po', cercando il momento e la donna giusti. Dentro di se' continua a ripetere: "Discorsetto preparatorio, discorsetto preparatorio, me riccomanno, nun je la chiede a brutto muso, faje 'n discorsetto preparatorio..."
Finalmente, ecco l'occasione giusta: c'e' una ragazza davanti a un laghetto, appoggiata languidamente al recinto rustico di rami tagliati e inchiodati insieme che circonda il laghetto, che sta prendendo da una busta manciate di cubetti di pane raffermo e le sta gettando ad un gruppo di cigni, che se li contendono. Il giovane le si avvicina, si appoggia al recinto vicino a lei ("Discorsetto preparatorio, discorsetto preparatorio...") e le fa: "Becca, le papere. Scopi?"
 
Un inglese a Via Veneto sta cercando di trovare una strada dove c'e' un ufficio al quale deve recarsi. Si avvicina ad un tale seduto al tavolino di un bar e gli fa: "Excuse me, Lucullo Street?" E il tale (con accento alla Lino Banfi): "Lucullo Street? Eh, me sa che da sti part' nun lo truva!"
 
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