Re: Tar sospende la caccia in Piemonte
ecco in che mani siamo:copio e incollo parte della mail spedita il 28.9.2012 dalla FIDC Piemonte a tutti i federcacciatori piemontesi: non si sono neanche accorti che c'è un altro ricorso e che il 10 ottobre il tar lo discuterà; probabilmente la caccia in Piemonte chiuderà il 10 la mia associazione (mia ancora per poco) non se ne è neanche accorta!
FEDERCACCIA PRONTA ALL’AZIONE LEGALE
PER DIFENDERE I 30MILA CACCIATORI PIEMONTESI
Continua lo scontro che oppone Federcaccia Piemonte a Lega per l’abolizione della caccia, Pro Natura e Fondazione per l’Ecospiritualità dopo il ricorso che le tre associazioni hanno notificato a Regione, comprensori alpini, ambiti territoriali, aziende faunisticho-venatorie e agrituristico-venatorie.
Ricorso che fa seguito alla delibera del 14 settembre con la quale la Regione aveva preso atto della sospensiva del Tar piemontese e consentito la riapertura della caccia al cinghiale e di selezione il 15 settembre e alle altre forme di caccia al 30 settembre.
Federcaccia, per tutelare la posizione di 30mila cacciatori presenti in regione (che per il solo tesserino venatorio hanno speso in media 500 euro), ha deciso di agire legalmente nelle sedi opportune. Per questo è stato affidato un incarico all’avvocato Antonio Viglione di Mondovì, anche per difendere un sistema che genera un volume di affari di circa 70milioni di euro all’anno.
“Non avremmo voluto arrivare a tanto - commenta Bruno Morena, presidente di Federcaccia Piemonte - ma vista la gravità della situazione era doveroso intervenire. Siamo stufi, dobbiamo difendere l’interesse degli iscritti che non possono soddisfare una loro legittima passione. Abbiamo dato mandato a un nostro legale di tutelarci e affiancare la Regione per raggiungere gli obiettivi prefissati”.
“Interverremo in giudizio a difesa delle tesi della Regione che riteniamo fondate - commenta l’avvocato Antonio Viglione, legale di Federcaccia - e costituiremo un gruppo di lavoro per collaborare con le istituzioni e creare norme utili a impedire che in qualche modo si possa vietare l’esercizio di un attività pienamente legittima”.
Sulla vicenda si attende ora la decisione del Tar che però fino a ieri (27.09) non aveva ricevuto alcun ricorso. In base alla sentenza si decideranno le prossime mosse.
Ma Federcaccia non starà alla finestra e studia le contromisure già prima dell’udienza finale prevista per l’autunno del prossimo anno.
ecco in che mani siamo:copio e incollo parte della mail spedita il 28.9.2012 dalla FIDC Piemonte a tutti i federcacciatori piemontesi: non si sono neanche accorti che c'è un altro ricorso e che il 10 ottobre il tar lo discuterà; probabilmente la caccia in Piemonte chiuderà il 10 la mia associazione (mia ancora per poco) non se ne è neanche accorta!
FEDERCACCIA PRONTA ALL’AZIONE LEGALE
PER DIFENDERE I 30MILA CACCIATORI PIEMONTESI
Continua lo scontro che oppone Federcaccia Piemonte a Lega per l’abolizione della caccia, Pro Natura e Fondazione per l’Ecospiritualità dopo il ricorso che le tre associazioni hanno notificato a Regione, comprensori alpini, ambiti territoriali, aziende faunisticho-venatorie e agrituristico-venatorie.
Ricorso che fa seguito alla delibera del 14 settembre con la quale la Regione aveva preso atto della sospensiva del Tar piemontese e consentito la riapertura della caccia al cinghiale e di selezione il 15 settembre e alle altre forme di caccia al 30 settembre.
Federcaccia, per tutelare la posizione di 30mila cacciatori presenti in regione (che per il solo tesserino venatorio hanno speso in media 500 euro), ha deciso di agire legalmente nelle sedi opportune. Per questo è stato affidato un incarico all’avvocato Antonio Viglione di Mondovì, anche per difendere un sistema che genera un volume di affari di circa 70milioni di euro all’anno.
“Non avremmo voluto arrivare a tanto - commenta Bruno Morena, presidente di Federcaccia Piemonte - ma vista la gravità della situazione era doveroso intervenire. Siamo stufi, dobbiamo difendere l’interesse degli iscritti che non possono soddisfare una loro legittima passione. Abbiamo dato mandato a un nostro legale di tutelarci e affiancare la Regione per raggiungere gli obiettivi prefissati”.
“Interverremo in giudizio a difesa delle tesi della Regione che riteniamo fondate - commenta l’avvocato Antonio Viglione, legale di Federcaccia - e costituiremo un gruppo di lavoro per collaborare con le istituzioni e creare norme utili a impedire che in qualche modo si possa vietare l’esercizio di un attività pienamente legittima”.
Sulla vicenda si attende ora la decisione del Tar che però fino a ieri (27.09) non aveva ricevuto alcun ricorso. In base alla sentenza si decideranno le prossime mosse.
Ma Federcaccia non starà alla finestra e studia le contromisure già prima dell’udienza finale prevista per l’autunno del prossimo anno.