Roberto benigni !
Pare e dico...pare ....che proprio il modo comico di citare la Carta Costituzionale come una barzelletta sia stata seguita con interesse dai giovanissimi , cosa che , difficilmente accade con un vetusto e palloso prof.
E' tutto vero quello che dici. Infatti da vent'anni a questa parte, la gente si interessa alla politica come non ha mai fatto! Ma c'e' un perché!! ....e' gossip politico. E agli Italiani il gossip e lo s*******mento, e' un condimento che non può mancare.
Riprendo, postando un parere che non e' mio. Mi consola che qualcun altro e' partecipe:
Davanti a milioni di telespettatori, ieri, in prima serata, Benigni ha spiegato la Costituzione: ma prima di tutto, l’immancabile riferimento al suo personaggio politico “preferito”.
“Berlusconi ha diviso l’Italia in due: quelli che lo fischiano e quelli che applaudono quelli che lo fischiano”.
“S’è ripresentato; Signore pietà”.
“Volevo parlare di cose belle, ma questo dicembre ci sono state due notizie, bruttissime, catastrofiche. Una la sapete tutti, il 21 dicembre c’é la fine del mondo, ma non è la più brutta. Un’altra, terrificante, ci ha veramente spappolati tutti: con questa crisi, con tanti italiani che desiderano andare in pensione e non ci possono andare, c’é uno che ci potrebbe andare quando vuole e non c’é verso di mandarcelo. E s’é ripresentato“.
“Bersani ha detto: quando Silvio si presenta rende il mio lavoro più facile… Sapesse il mio!“.
E così è: l’irraggiungibile e pungente ironia di Benigni trova, nella politica, i suoi migliori appigli. Del resto “la satira viene facile quando c’è un intero governo che lavora per noi” diceva Paolo Poli.
Una stonatura, che forse non ci si aspettava da una serata che nasceva come un inno all’unità e all’identità nazionale: l’essersi buttato in una satira che, di fatto, era rivolta unicamente ad un soggetto ha probabilmente macchiato di eccessiva faziosità un discorso che invece nasceva come commemorativo, tra il pedagogico e il patriottico, collocato in una posizione oltre il tempo e le fazioni; un discorso che, in definitiva, era super partes per come è – e deve essere – la nostra costituzione.
E questo, al di là delle proprie idee politiche e del fatto che si condividano o meno le simpatie (o antipatie) di Benigni.
Ma tant’è. All’arte si permette tutto.
Fonte: la legge per tutti