Rapporto Ispra sulla conservazione dei Tordi in Italia

Re: Rapporto Ispra sulla conservazione dei Tordi in Italia

ECCOVELI TIE'


ARCICACCIA

Comitato regionale della Toscana





Comunicato



31 GENNAIO: UNICA MEDIAZIONE TRA SCIENZA, EQUILIBRI SOCIALI E ASPETTATIVE VENATORIE



Nei giorni scorsi, via web, è stato reso pubblico il rapporto dell’Ispra su “I tordi in Italia” e che, prossimamente, sarà oggetto di una presentazione ufficiale. Sul rapporto sono state innescate polemiche strumentali e fuori luogo che non meriterebbero risposta poiché ad attivarle sono quelle parti del mondo venatorio responsabili dell’attuale situazione di caos e di conflitto per la caccia del nostro Paese e che ora cercano, sulle falsità, un barlume di visibilità e di tentare di strappare qualche effimera tessera associativa. Riteniamo però necessario fare alcune considerazioni rivolgendoci direttamente ai cacciatori perché possano maturare il loro libero pensiero sulla base della conoscenza dei fatti:

1) la pubblicazione è stata commissionata dall’Arcicaccia Toscana all'ISPRA già da alcuni anni, anche a seguito di un interessante progetto ideato e voluto dalla nostra Associazione, sulla raccolta di ali di turdidi (i cui risultati sono riassunti anche nel volume) a dimostrazione di quanto possa essere utile il coinvolgimento dei cacciatori migratoristi per monitorare e gestire l'avifauna.

2) Come committente di un rapporto esclusivamente scientifico, abbiamo lasciato all’Ispra totale libertà nello svolgimento del lavoro e tantomeno abbiamo cercato di chiedere omissioni o manipolazioni di dati e di pareri per cercare di trarne qualche vantaggio associativo; l'ISPRA (ex INFS) è l'Ente di ricerca più importante ed autorevole del Paese al quale la legge affida il compito di operare in via esclusiva quale organo scientifico e tecnico di ricerca e consulenza per lo Stato, le Regioni e le Province; peraltro a quanto ci risulta è l'unico in possesso di dati utili alla realizzazione di un lavoro moderno e innovativo di cui come Arcicaccia Toscana sentivamo il bisogno. La produzione di letteratura scientifica sull’avifauna migratrice in Italia, infatti, risulta molto lacunosa a differenza di quella afferente la fauna stanziale e gli ungulati che è davvero significativa.

3) Letto il rapporto l’Arcicaccia Toscana ha deciso, nel rispetto dell’autonomia che occorre sempre garantire all’autorità scientifica anche quando i risultati possono risultare scomodi, di non entrare nel merito dei dati prodotti dall'ISPRA anche in relazione al fatto di non aver a disposizione competenze e conoscenze per esprimere valutazioni tecnico-scientifiche a differenza di quanti lo fanno per sentito dire o perché rispondono ad interessi di parte, anche di natura economica o politico/associativa. Di contro se avessimo avuto quei dati scientifici avremmo deciso di produrre in proprio il rapporto sui tordi e tantomeno ci risulta che altri lo abbiano fatto.

4) l’Arci Caccia Nazionale non è parte in causa della questione, non essendo né committente né in altro modo coinvolta nella pubblicazione. Chi afferma il contrario sa di mentire spudoratamente e sa di farlo con lo scopo furbesco di veicolare l’ipotesi che la proposta di anticipazione della chiusura della caccia ad alcune specie risulterebbe avallata dall’Associazione.

5) A coloro che vogliono soffiare sul fuoco della polemica (ad iniziare dalla Liberacaccia che fa insinuazioni di carattere strumentale) diciamo che non siamo sorpresi di questo modo di fare attività associativa e politica. Ai cacciatori però vogliamo dire che da sempre l’Arcicaccia Toscana ritiene che il calendario venatorio, partendo dalle premesse fondamentali di ordine scientifico, debba essere frutto di una giusta mediazione fra le parti sociali (che non sono solo cacciatori e ambientalisti). Così peraltro era stato scritto l’articolo 18 della Legge 157 fino allo scorso anno allorché è intervenuta la Legge Comunitaria voluta da quegli stessi imbonitori che, con una spallata parlamentare, avrebbero preteso l’ampliamento dei tempi di caccia, mentre poi in realtà hanno favorito una clamorosa mazzata sulla testa dei cacciatori come dimostrano le vicende sui calendari venatori della passata stagione e gli “strepitosi” risultati raggiunti (prima che uscisse il rapporto su i Tordi):

Regione Lazio: dieci giorni in meno di caccia alla beccaccia, dieci giorni in più a febbraio per colombaccio, gazza, cornacchia grigia e ghiandaia compensati però dall'apertura posticipata a queste specie al 2 ottobre. Incertezza sul calendario che è stato modificato il 19 gennaio con apposito decreto (sulla cui legittimità nutriamo anche qualche dubbio che speriamo non sia avvalorato da future sentenze del TAR) per riportare la chiusura a turdidi e acquatici al 31 gennaio!

Regione Puglia: posticipazione di 10 giorni dell'apertura agli acquatici; anticipazione della chiusura a turdidi e beccaccia di 10 giorni risolta anche in questo caso con Delibera di Giunta approvata il 18 gennaio, con grave incertezza del diritto per tutti i cacciatori.

Regione Calabria: sospensione della caccia con sospensiva del TAR sul calendario venatorio il 5 novembre; successiva riapertura della caccia l'11 novembre con un nuovo calendario e successivo atto di prolungamento con cui si sono comunque anticipate di 10 giorni le chiusure a tordo bottaccio, cesena e beccaccia

Regione Sicilia: chiusura della caccia alla beccaccia il 31 dicembre; chiusura della caccia ai turdidi il 15 gennaio 2010.

6) La chiusura della caccia a nostro avviso deve essere fissata alla data del 31 gennaio, perché coinvolge numerose specie con caratteristiche diverse e con diverso sfruttamento venatorio e perché il concetto di caccia per tempi e per specie non sempre risulta adeguato a garantire i giusti equilibri sulla gestione del patrimonio faunistico. Primo, per alcune problematiche legate alla Direttiva Europea e alla sua applicazione che tanti contenziosi ha causato in tutta Europa; secondo perché conoscevamo e conosciamo i Key Concepts relativi all'Italia. C'è poi l'aspetto pratico di evitare il concentrarsi della pressione venatoria su poche specie in un periodo anche difficile dell'anno.

7) Anziché puntare l’indice su quelle tre pagine del volume dell'ISPRA relative ai tempi di caccia di alcune specie sarebbe bene che coloro i quali sollevano strumentalmente polemiche di corto respiro, facessero autocritica - se vi riescono - sul fatto che i loro proclami, perché così alla fine si sono rivelati, hanno prodotto uno scontro sull’applicazione di norme che, allo stato dei fatti, si sono rivelate un vero e proprio boomerang.

In realtà le polemiche nate dopo l'uscita del volume servono solo a far dimenticare in fretta il fallimento di tutti coloro che promettendo febbraio ora hanno fatto perdere numerose decadi di caccia per diverse specie con l'aggiunta della presentazione di una nuova proposta di legge che chiede l'abolizione dell'art. 842, fondamento giuridico della caccia pubblica e sociale in Italia.

8) Segnaliamo che il rapporto non parla esclusivamente di tempi di caccia, tra l'altro sono riportate posizioni NON NUOVE dell'ISPRA, ma di tanti altri aspetti poco conosciuti sui turdidi. In particolare ci permettiamo di segnalare ai lettori alcuni interessanti dati sui carnieri, sul monitoraggio delle ali dei capi abbattuti, sul riconoscimento dell'età, sullo status e sui trend delle varie specie che per fortuna risultano complessivamente buone.

9) I dati scientifici proposti dall'ISPRA nel volume sono di completa responsabilità dell'ISPRA così come le considerazioni che ne derivano. Ricordiamo che sono gli stessi dati che negli ultimi anni l'Istituto ha più volte proposto. Coloro, singoli o Associazioni, che hanno titoli e dati scientifici seri per confutare le tesi dell'ISPRA si facciano presto avanti. Ne saremmo estremamente contenti visto che siamo un’Associazione che da sempre ha molto a cuore la gestione del patrimonio faunistico.

10) Facciamo infine presente che il recente documento redatto dall'ISPRA sulle linee guida per i calendari venatori, a seguito della nefasta approvazione delle modifiche all'art. 18 della 157, si muove già nel solco di una indicazione di carattere generale che va oltre le ipotesi di riduzione ricomprese nel rapporto sui Tordi. Ciò dimostra, anche per queste ragioni, che il calendario venatorio è un momento di mediazione fra esigenze di carattere diverso, e che per tali motivi la nostra Associazione ritiene che esso debba esulare da considerazioni esclusivamente di carattere tecnico-scientifico.

L’Arcicaccia Toscana continuerà a lavorare favorendo il massimo della trasparenza e contrastando qualsiasi strumentalizzazione, soprattutto quando derivano da coloro che certo non possono vantare il raggiungimento di risultati virtuosi per l’interesse dei cacciatori.

11) Concludiamo questa nostra riflessione con un appello rivolto alla ragionevolezza ed al buon senso: TUTTO IL MONDO VENATORIO RESPONSABILE, A PARTIRE DALLA FEDERCACCIA NEL SUO RUOLO DI ASSOCIAZIONE MAGGIORITARIA, CONTRIBUISCA A RIFONDARE UNA NUOVA STRATEGIA E UNA NUOVA ALLEANZA che sappia liberare i cacciatori italiani dall’abbraccio mortale di una cultura associativa velleitaria che da sempre ha contribuito a spingere la caccia nell’isolamento e nell’autoreferenzialità.

Il tempo è ora. E’ arrivato il momento di decidere.





Firenze 1 marzo 2011
 
Re: Rapporto Ispra sulla conservazione dei Tordi in Italia

botahv79 ha scritto:
per contrastare ispra e kc servono gli osservatorii faunistici regionali.
Tutto li.


Su questo son d'accordo,ma tieni presente che lo staff di questi nuovi uffici deve esser composto da personale super partes,che non abbia timore di contrastare quello Nazionale,altrimenti diventa una ulteriore mannaia...
 
Re: Rapporto Ispra sulla conservazione dei Tordi in Italia

Oggi ho mandato le note alla regione Toscana e al ministero dell'agricoltura, tempo fà alla Confavi.
Se è vero che Galan è capo dell'Ispra siamo già un passo avanti.
ciao
 
Re: Rapporto Ispra sulla conservazione dei Tordi in Italia

1957ale ha scritto:
Finchè stiamo a bocca aperta sotto la pianta ad aspettare il fico che casca...
...tutti ci prenderanno per il sedere.

Sapete perchè nessuno ci considera?
Perchè abbiamo sempre dimostrato di essere divisi e prostrati davanti alle decisioni prese da persone che di caccia non capiscono niente e che strizzano l'occhio a chi parla di ambiente,piuttosto,perchè è di moda.

La politica è una questione di numeri e più persone,anche tante persone,senza unità di intenti non fanno gola a nessuno,politicamente parlando.

Chi ci coordina?
Noi stessi,basta volerlo;
oggi i mezzi di comunicazione non mancano di certo.

Nessuno ci toglierà le castagne dal fuoco se non saremo noi stessi a farlo.

CACCIA e AMBIENTE?
Chi sono?
Dove sono?
Cosa stanno facendo?

Ben vengano!
Ma presto perchè è già tardi!

CACCIA AMBIENTE TOSCANA:

Coordinatore regionale: COSTA Giuseppe Cell. 338.6964561 - E-mail: [email protected]

Delegato provinciale Massa e Carrara: ERCOLINI Valerio Cell. 339.1185502 . E-mail: [email protected]

Delegato provinciale Firenze: ARENA Fabrizio Cell. 338.1969338 - E-mail: [email protected]

Delegato Versilia: BONUCCCELLI Fabrizio - E-mail: [email protected]

Delegato provinciale Grosseto: MEMMI Alessandro - E-mail: [email protected]
 
Re: Rapporto Ispra sulla conservazione dei Tordi in Italia

ISPRA o non ISPRA il problema è che ogni anno i tordi sono sempre meno,non si fermano piu a svernare,e per il momento non si vedono neppure di ripasso,qui nelle mie zone il mese di febbraio è sempre stato eccezionale x il ripasso dei tordi,spero solo che siano in ritardo,non aggiungo altro non voglio pensare in negativo
 
Re: Rapporto Ispra sulla conservazione dei Tordi in Italia

Turdus ha scritto:
Diego ha scritto:
SirGordon ha scritto:
ISPRA o non ISPRA il problema è che ogni anno i tordi sono sempre meno

Su che basi fai queste affermazioni?
tutti i rapporti della Birdlife International danno il bottaccio in trend più che positivo, vorrei inoltre ricordare che solo 2 anni fa in Italia è stato raggiunto il record di inanellamenti per il bottaccio durante il passo post-nuziale (record che resisteva dal lontano 1946).


.......appunto
Come ieri, arriva un mio amico a trovarmi e parlando mi dice che alcuni cacciatori dicono che di sasselli non ce ne sono +............le solite storie da bar... lasciate che il meteo sia benevolo nel momento del passo e poi vedrete gli uccelli che passano , tutto dipende da li....in questi casi la memoria è sempre corta.
Se poi mi dite che gli habitat sono cambiati vi do anche ragione e che questo possa cambiare le abitudini o rotte di transito idem, ma dire che di uccelli non ce ne sono + ce ne corre.
Poi avrei altre tesi personali che possono influire sulla presenza dei migratori, ma meglio discuterne in criptato
concordo al 1000%....con Maurizio......e poi nache gli stessi rapporti dell'ispra affermano nn solo da oggi chi i "ns turdidi" sono in buono stato...allora perchè tanta cautela??? semmai ritengo prematuro redigere un rapporto sulla migrazione prenuziale a gennaio prima ancora che inizino il ritorno...verso aprile lo riterrei + consono...x quanto riguarda il nord
 
Re: Rapporto Ispra sulla conservazione dei Tordi in Italia

ciromenotti ha scritto:
botahv79 ha scritto:
per contrastare ispra e kc servono gli osservatorii faunistici regionali.
Tutto li.


Su questo son d'accordo,ma tieni presente che lo staff di questi nuovi uffici deve esser composto da personale super partes,che non abbia timore di contrastare quello Nazionale,altrimenti diventa una ulteriore mannaia...


Sandro, lo davo per scontato...
 
Re: Rapporto Ispra sulla conservazione dei Tordi in Italia

Il materiale a disposizione è tanto, ci vuole solo uno di buona volontà che lo assembli in due-tre pagine in modo da renderlo sintetico, stampabile, oppure copiabile su altri forum. Mi aspetto che qualcuno lo faccia senza timore di sbagliare, poi si può intervenire tutti a correggerlo se pensiamo che qualcosa non vada bene.
 
Re: Rapporto Ispra sulla conservazione dei Tordi in Italia

[/quote]
concordo al 1000%....con Maurizio......e poi nache gli stessi rapporti dell'ispra affermano nn solo da oggi chi i "ns turdidi" sono in buono stato...allora perchè tanta cautela??? semmai ritengo prematuro redigere un rapporto sulla migrazione prenuziale a gennaio prima ancora che inizino il ritorno...verso aprile lo riterrei + consono...x quanto riguarda il nord[/quote]


tutto serve per massacrarci!........L'Ispra è un covo di verdi e basta....
 
Re: Rapporto Ispra sulla conservazione dei Tordi in Italia

giulz ha scritto:
nn lo leggo nemmeno.. per evitare inutili incazzature... tanto per cominciare qui a trento la hanno gia recepita piu che bene sembra chiudano le cesene al 20 di gennaio.. spero si fermano solo a questo...

Tanto fosse per i tuo colleghi "piangina" la cesena la si potrebbe chiudere già a fine novembre [Trilly-77-24.gif] [lol.gif] [badair.gif]
 
Re: Rapporto Ispra sulla conservazione dei Tordi in Italia

Turdus ha scritto:
Diego ha scritto:
SirGordon ha scritto:
ISPRA o non ISPRA il problema è che ogni anno i tordi sono sempre meno

Su che basi fai queste affermazioni?
tutti i rapporti della Birdlife International danno il bottaccio in trend più che positivo, vorrei inoltre ricordare che solo 2 anni fa in Italia è stato raggiunto il record di inanellamenti per il bottaccio durante il passo post-nuziale (record che resisteva dal lontano 1946).


.......appunto
Come ieri, arriva un mio amico a trovarmi e parlando mi dice che alcuni cacciatori dicono che di sasselli non ce ne sono +............le solite storie da bar... lasciate che il meteo sia benevolo nel momento del passo e poi vedrete gli uccelli che passano , tutto dipende da li....in questi casi la memoria è sempre corta.
Maurizio noi non potremmo mai sapere i misteri delle migrazioni.io ti dico che ottobre al tempo di passo dei bottacci al nord il tempo era perfetto,ma di bottacci non e' stato un gran anno,anzi.....quindi e' relativo anche il meteo.discorso diverso per novembre dove ha piovuto 25 giorni su 30.
 
Re: Rapporto Ispra sulla conservazione dei Tordi in Italia

Metto il messaggio pubblicato da Rudi4x4 e oggetto di altro topic omonimo:

Cambia il vertice del Comitato Tecnico faunistico nazionale

giovedì 10 marzo 2011
Il Comitato Tecnico Faunistico Venatorio Nazionale non viene convocato da oltre un anno (sulla questione a novembre scorso il Pd ha presentato un'interrogazione parlamentare al Ministro Galan, invitandolo a rispondere in particolare sulla mancata consultazione del Comitato in ordine all'approvazione da parte della Conferenza Stato Regioni dello stato di applicazione della 157).

L’interrogazione presentata dalla deputata Susanna Cenni, chiedeva conto anche del ruolo svolto dal Comitato ‘Animal Friendly’, costituito dalla ministra Brambilla, di cui fanno parte numerose associazioni che sono anche componenti del Ctfvn, considerato che risulta che si occupi di proposte di modifica alla legge 157. Secondo Cenni la mancata convocazione del tavolo dimostrerebbe che “nessuno di fatto in questo Paese governa sul serio la materia venatoria”.
Galan ha risposto lo scorso 18 gennaio, evidenziando che il Comitato Tecnico Faunistico non è stato convocato negli ultimi tempi “non essendo pervenute negli ultimi mesi particolari segnalazioni di questioni da sottoporre allo stesso" e che il Comitato Animal Friendly “non ha specifiche competenze istituzionali”, pertanto non può interferire con materie attribuite al ministero dell'agricoltura.

Sempre a gennaio, come apprendiamo da un articolo de Il Messaggero Umbria, è stato rivoluzionato il vertice del Comitato Faunistico Venatorio Nazionale. A rappresentare il Governo per conto del Ministero dell'Agricoltura (qualora il Comitato sia nuovamente convocato) ci saranno gli onorevoli Luciano Rossi e Viviana Beccalossi. Cambia anche il vertice dell'Infs a Bologna: “a presiedere le riunioni dell'Istituto Nazionale della Fauna Selvatica – si legge sul quotidiano – andrà il Ministro delle Politiche Agricole Giancarlo Galan o il suo delegato che è l'umbro Luciano Rossi”. "Con la nomina di Rossi, in pratica - conclude Il Messaggero - sarà un cacciatore a controllare l'operato dell'agenzia che di fatto ha tenuto negli ultimi anni regioni e provincie italiane sotto la 'spada di Damocle' dei propri nulla osta per le norme di applicazione delle direttive europee sulla caccia".
 
Re: Rapporto Ispra sulla conservazione dei Tordi in Italia

Purtroppo qui in ItaGLia, nel fare i calendari venatori spesso si tiene più conto dei dati faziosi ISPRA che non dei rapporti onesti Birdlife.
 
Re: Rapporto Ispra sulla conservazione dei Tordi in Italia

ggramoli ha scritto:
Non penso che sull'imparzialità dell'ISPRA ci sia qualcuno disposto ancora a credere. Il problema è che SPINA del WWF è stato inserito all'ISPRA da qualcuno del Min. Ambiente visto che c'è dipendenza diretta.
Vedo all'orozzonte la possibilità di sputtanare l'ISPRA con dati oggettivi raccolti anche da altre nazioni confinanti. Si tratta di studiare il metodo migliore per farlo, purtroppo come il solito le AAVV latitano.
Il secondo passo dovrebbe essere quello di richiedere la rifondazione con la presenza di rappresentanti dei cacciatori, degli ambientalisti, degli agricoltori, ecc. e un Capo super partes.
Si tratta di studiare come fare o se volete di studiare come muoversi.

Un fatto è certo così non possiamo più andare avanti.

Sono d'accordo con te, ma se sputtanarli è abbastanza facile, già abbiamo cominciato noi con i nostri messaggi, cambiare i vertici dell'Ispra la vedo più dura se non con forti pressioni delle nostre associazioni sul ministero dell'ambiente, e ho detto tutto, ora tra l'altro c'è anche la Prestigiacomino che ci è contro.
Oppure potremo fare una azione legale noi cacciatori, ma non vedo come e quando non essendo un avvocato. Forse con un ricorso al Tar impugnando le nomine dei vertici? Sostenendo l'incompatibilità con i dati di cui sopra??
E poi chi paga gli avvocati? Qui su 8000 cacciatori solo 100 abbiamo offerto un caffè, figuriamoci...
 
Re: Rapporto Ispra sulla conservazione dei Tordi in Italia

penso che si riferisce ai dati europei che secondo loro sono sbagliati mentre i loro sono giusti...una cazzata tremenda perchè loro ci vogliono far intendere che in Italia la migrazione inizia 2 mesi prima che negli altri paesi europei.....una caxxata di parte palesemente falsa....è a pagina 32
 
Re: Rapporto Ispra sulla conservazione dei Tordi in Italia

L'Arci caccia è una associazioni di cacciatori e dovrebbe difendere solo gli interessi dei cacciatori.
Fossi un dirigente di arci caccia avrei tolto l'aiuto finanziario al'Ispra solamente per la frase del 15 dicembre chiedendo anche il rimborso del finanziamento. punto.
VERGOGNA.
Poi dicono che l'Ispra è "Autorevole"... [Trilly-77-24.gif] [Trilly-77-24.gif] [Trilly-77-24.gif]
 
Re: Rapporto Ispra sulla conservazione dei Tordi in Italia

EMY 74 ha scritto:
A me è bastato leggere questo:
Sulla base delle informazioni disponibili, tuttavia, si deve ritenere che l’inizio dei movimenti
di ritorno per il Merlo e il Tordo bottaccio siano più precoci rispetto a quanto indicato dalla
Commissione Europea (si vedano i paragrafi “Movimenti migratori in Italia” per le rispettive
specie). Per questo sarebbe auspicabile un’anticipazione della chiusura al 15 dicembre nel caso
del Merlo e al 31 dicembre nel caso delle altre specie.
Solo che secondo me c'è un piccolo probblema ma questi uccelli arrivano e ripartono ?
C'è una fase biologica quella dello svernamento che sembra che i biologi dell'ISPRA non sappiano cosa sia (o fanno finta) e ignorano che la direttiva europea non permette la caccia solo durante la migrazione pre-nunziale non durante lo " svernamento ".
Ci sono poi delle affermazioni e dei dati che si contrastano a vicenda,
dal rapporto ISPRA inviato alle regioni per la stesura dei calendari venatori:
Nel nostro Paese la possibilità di
stabilire stagioni di caccia differenziate a livello regionale per gli uccelli migratori non
risponde a criteri biologici e tecnici accettabili, stante la rapidità con la quale i fronti di
migrazione attraversano l’intero territorio italiano; ciò è particolarmente evidente durante la
migrazione prenuziale, la quale è generalmente assai più veloce di quella post-riproduttiva.
Allora se secondo loro la migrazione pre-nunziale è più veloce di quella post-nunziale e inizia addirittura a fine dicembre (e quindi dovrebbe esauririsi in un mese massimo un mese e mezzo),come mai dai loro stessi dati di ricatture si hanno picchi non indifferenti a fine febbraio inizio marzo ?
E come mai l'analisi dei dati di 40 anni di ricatture guardasi grafici dei dati che provengono dall'allegato (atlante delle migrazioni pubblicazione ISPRA del 2008 ) vanno in direzione opposta ?
http://www.isprambiente.gov.it/site/_fi ... 90-263.pdf
Analizzando i grafici si può notare che le fasi biologiche sono definite chiaramente e per il bottaccio lo svernamento finisce la 1 decade di febbraio e inizia da lì la migrazione post-nunziale, boo misteri..
Poi per non parlare del fatto che tutti i dati delle nazioni mediterranee vanno in direzioni opposte.
allora sorge un dubbio o tutti gli altri sbagliano e noi siamo dei fenomeni oppure qualcuno bara.
Per chi capisce il francese (o lo vuole tradurlo) e togliersi un piccolo ,fizio rapporto dell'istituto della fauna francese sul tordo bottaccio:
http://www.observatoirenationalmigrateu ... cienne.php
oppure:
http://www.impcf.fr/publicat_nouv_2005.htm
Nel secondo studio ci sono dati che riguardano la corsica (vale a dire sardegna) specifici effettuati in 15 anni di studi con stazioni bioacustiche( notare bene e non con qualche tordo inanellato ricatturato a pantelleria o in qualche isola sperduta della sardegna fatto poi passare per l'inizio della migra pre-nunziale in tutta Italia).
Io lo ripeto sempre il giorno che un ricercatore ISPRA mi dimostrerà dati alla mano perchè i tordi sardi inziano la migrazione pre-nunziale un mese e dieci giorni (adesso addirittura 2 mesi)prima di quelli corsi e sbuggiarderà gli studi francesi) io smetterò di andare a tordi a novembre.
Scusate lo sfogo ma tanto era dovuto (mi sono stancato di farmi prendere in giro da questi pseudo ricercatori).
Ciao.

bravo [eusa_clap.gif], veramente bravo ad evidenziare [28] certe cialtronerie!!!
 
Re: Rapporto Ispra sulla conservazione dei Tordi in Italia

Le elucubrazioni fatte sono vere, purtroppo non servono a nulla, perchè l'ISPRA è un covo di verdi e rossi che vogliono limitare al massimo la caccia e tutte le scuse sono buone per abbreviare i calendari venatori.
Mi aspetto già la prossima estate una guida ISPRA per fare i calendari venatori, diretta alle regioni, in cui verranno riportate le nuove date.
Non vedo soluzioni possibili all'orizzonte, andremo verso continue ristrettezze di tutti i tipi.
 
Re: Rapporto Ispra sulla conservazione dei Tordi in Italia

OK ragazzi sembra che la prima parte del nostro scopo lo abbiamo raggiunto (grazie a Ciromenotti che ha utilizzato i canali giusti) e adesso la cosa è di dominio pubblico,qualche associazione sembra essersi svegliata; nessuna notizia invece per ora ne da arcicaccia ne dall'ISPRA (tirate in ballo pesantemente).
Adesso continuiamo a diffondere la cosa tra i politici a noi amici e vediamo cosa succede.
Ciao.
 
Re: Rapporto Ispra sulla conservazione dei Tordi in Italia

Diego ha scritto:
Ho dato una letta veloce, Gianni ti riferisci ai limiti temporali di chiusura suggeriti dall'Ispra?

Si quelli, sono troppo restrittivi e precauzionali per il nostro Paese, noi cacciamo i tordi fino al 31 gennaio con la sovrapposizione di una-due decadi, mentre i Francesi ed altri Stati hanno i Kc più permissivi e cacciano con la sovrapposizione in febbraio, eppure siamo Nazioni mediterranee come loro, cè un' evidente malafede di parte.
Ora non sò quale sia stato il motivo dell'Arcicaccia Toscana di patrocinare lo studio, ma lo posso immaginare, "dare spiegazioni ai mugugni dei propri iscritti".
 
Re: Rapporto Ispra sulla conservazione dei Tordi in Italia

scusate la domanda stupida, leggo che il futuro della nostra passione potrebbe essere messo a rischio, io vi chiedo: ma chi ha dato tutto questo potere all' ISPRA?
 
Re: Rapporto Ispra sulla conservazione dei Tordi in Italia

ggramoli ha scritto:
Il materiale a disposizione è tanto, ci vuole solo uno di buona volontà che lo assembli in due-tre pagine in modo da renderlo sintetico, stampabile, oppure copiabile su altri forum. Mi aspetto che qualcuno lo faccia senza timore di sbagliare, poi si può intervenire tutti a correggerlo se pensiamo che qualcosa non vada bene.



Ci vorrebbe qualcuno che "traduca" il linguaggio scientifico dei documenti Ispra in un modo da renderli fruibili anche a chi non e' molto ferrato su certi contenuti,cosa molto comune tra i cacciatori anziani....
 
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