"Numeri, quantità, pezzi, carniere"...non per criticare, solo opinione per capire se le discussioni si possono spostare sul termine "qualità". Ognuno, credo, cacciando un tipo di selvatico può trovare gratificazione sulla tecnica adottata ma anche sul modo di sparare, nell'ambiente che lo circonda, su come attira il selvatico e, penso, non ultimo, sugli orari e le fasi di luce che ingenerano maggiori difficoltà per raggiungere le catture. Per le situazioni che ho citato, personalmente, preferisco sei-sette tiri allo spollo (ma a volte di più) o nell'ultima mezz'ora di rientro...tiri di punta o traversoni, luce flebile che diminuisce la percezione della visibilità, occhi che si "arrampicano" tra la semioscurità nel carpire le sagome desiderate, "sbracciate" rapide e istintive per inseguire traiettorie o zirli, "l'accenciarsi" della preda nel "buiotto"...queste sensazioni mi mandano, più che altro, a Caccia.
Non penso che chi sa andare a cercare tra fossi sporchi, macchiette e spinare sia più tordaiolo d'altri o sia più predisposto al sacrificio,o addirittura sia più cacciatore, semplicemente AMA quel tipo di caccia o quel genere di ricerca del selvatico. Guai se lo facesse SOLO per riempire la cacciatora, non sarebbe che un beccaio da "sbertucciare" con l'appellativo di "Attila".
Gianni, tu che vai ad anatre, preferisci pochi tiri di acquatici che curano la "stampata" che hai predisposto o godresti di più nell'andare lungo i canali anche se ci sono molti più uccelli ?