Sono discussioni come questa che mi rincuorano quando sono depresso a causa della presidenza di Biden... Attenti, che la prossima volta che uscite con la mugliera e con i figli vi potrebbero chiedere il certificato di matrimonio ed i certificati di nascita dei bambini. Voi siete forse troppo giovani per ricordarvi cio' che i nostri genitori ci raccontavano dell'Era Fascista e si lamentavano che guardie di tutte le denominazioni chiedevano documenti a tutti nei posti piu' impensati, al cinema, al bar, sui mezzi pubblici, ecc. Non sara' che con tanti anni della Sinistra al potere il Fascismo di marca Marxista (io lo chiamo Marxifascismo) sia tornato al potere mentre non facevate attenzione?
Quando compii 16 anni, con l'agognata licenza di caccia ma ancora senza patente di guida, se Papa' era occupato e non poteva andare a caccia io dovevo prendere i mezzi pubblici per andare da casa a Ciampino, dove cacciavo dal lato dell'Appia Nuova opposto a quello dell'aeroporto, in localita' Santa Fresca. Andavo da casa alla fermata col sovrapposto (montato e a spalla, non nella custodia), la cartuccera intorno ai fianchi, i laccioli, ed un coltello da boy scout alla cintura. Salivo sui mezzi pubblici e nessuno si meravigliava o si spaventava, e al ritorno, se i laccioli erano colmi di lodole e babbussi e magari uno storno o due, nessun animalzista mi linciava, e spesso dei passeggeri si complimentavano con me per il bel carniere. Non mi chiese mai nessuno la licenza, la denuncia del fucile, o nient'altro. Eppure chissa' quante volte vigili o carabinieri mi videro camminare per strada con fucile e cartucce... Era il 1964, e lo stesso il '65, ed il '66, quando finalmente presi la patente e cominciai ad andare nella Cinquecento in Sabina a tordi o ad Artena a lodole. Dal 1964 al 1975, quando lasciai l'Italia, la licenza di caccia mi fu chiesta, se non vado errato, soltanto tre volte--la denuncia mai, che pero' portavo con me. A quei tempi il delitto di "procurato allerme" ancora non esisteva, ne' c'erano tesserini venatori, apps per cacciare in una maniera o nell'altra, le specie vietate erano rondini e rondoni, e se ce ne erano altre non lo sapevo, e non c'erano limiti di carniere, giorni di silenzio venatorio, parchi, parchini e parchetti. Gli unici posti dai quali dovevi star fuori erano le riserve ed i fondi chiusi e le zone di ripopolamento e cattura, ed i pochi parchi nazionali. Uno non doveva andare a caccia col patema d'animo di poter essere arrestato e multato per aver sconfinato in una zona vietata ma non demarcata da tabelle. Potevi persino entrare nelle riserve, se le tabelle non erano piantate alla distanza regolamentare l'una dall'altra e non c'era modo di capire dove fossero i loro confini. Non c'erano ATC. Uno cacciava dove gli pareva. Dal Lazio andavo ogni tanto in Umbria, in Campania, in Abruzzo, ovunque volessi. La Sardegna non era off-limits ai non-sardi. Se sgarravi, di proposito o accidentalmente e violavi una delle poche regole venatorie, non finivi con una sentenza penale.
Ma, soprattutto, i cacciatori erano rispettati da tutti, e i guardiacaccia non si sarebbero mai sognati di trattenerti con un controllo di 45 minuti mentre passavano le allodole o i tordi. Spesso aspettavano che finissi di cacciare (come fanno qui negli U.S. oggi), o controllavano la licenza e se ne andavano in un paio di minuti.
E le leggi e le regole erano chiare, non nebulose come quelle di oggi, forse fatte apposta per prendervi in castagna per averle interpretate male--e i guardiacaccia non erano scherani anticaccia delle varie associazioni animalziste pronnt a dichiarare il falso per inguaiarvi, e in genere le decisioni sulle presunte violazioni non erano affidate a scaldadeschi dei commissariati e caserme, ognuno dei quali ha opinioni differenti su cio' che e' lecito e cio' che e vietato e anche se alla fine riesci a far valere i tuoi diritti, lesi da uno scaldadeschi ignorante, nessuno ti restituisce le spese legali, ne' lo scaldadeschi incompetente e' in alcun modo responsabile e denunciabile.
Poi non parliamo neanche delle leggi sulle armi, sulla detenzione di munizioni, la quantita' di polvere in vostro possesso, e tante altre restrizioni con le quali siete assillati...
Detto cio' devo dire che ho una grande ammirazione per voi cacciatori italiani, che a dispetto di ostacoli e angherie, ingiustizie e persecuzioni, continuate a seguire la vostra passione con una palla al piede di 3 quintali, palla fatta di regole assurde, divieti inconcepibili, e sorveglianza prevenuta contro caccia e cacciatori. Francamente parlando, se io fossi rimasto in Italia non credo che avrei continuato ad andare a caccia. Troppo pericoloso. E non per via delle impallinate, ma a causa delle inkulate...
In Bocca Al Lupo (IBAL) a voi tutti, veramente di cuore.