axel69

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[h=1]"Poche prospettive di approvazione"[/h]






[h=2]La commissione europea per il mercato interno e la protezione dei consumatori (Imco) discuterà il 23 febbraio una prima sintesi delle indicazioni finora raccolte sul progetto di direttiva europea 2015/0269 Cod. Fortunatamente, molte delle criticità sembra che comincino a far breccia nell’ottusità dei burocrati europei[/h]


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La commissione del parlamento europeo per il mercato interno e la protezione dei consumatori (Imco) discuterà il prossimo 23 febbraio una prima sintesi delle indicazioni finora raccolte sul progetto di direttiva europea 2015/0269 Cod. Fortunatamente, molte delle criticità esposte non solo dal nostro mondo, ma anche da altri interlocutori sembra che comincino a far breccia nell’ottusità dei burocrati europei. In particolare, nella sintesi si riconosce che la stragrande maggioranza dei possessori legittimi di armi dell’Unione europea non costituisce alcun pericolo per la pubblica incolumità. Ne consegue che le modifiche alla direttiva 91/477 dovranno essere “proporzionate e mirate”. In particolare, tra le proposte di emendamento al progetto di direttiva “disarmista”, si evidenziano le seguenti:
- Escludere dal divieto assoluto di detenzione le armi da guerra (categoria A) disattivate secondo il nuovo regolamento o secondo le norme vigenti anteriormente per quelle già disattivate al momento di entrata in vigore del regolamento.
- Mantenere le armi da fuoco convertite per sparare a salve nella categoria originaria alla quale appartengono (quindi un’arma da guerra resta da guerra anche se “per uso scenico”, come già avviene in Italia).
- Le scacciacani progettate fin dall’inizio solo per sparare a salve, sono escluse dal novero delle armi da fuoco.
Per quanto riguarda lo spinosissimo problema delle B7 (ed è la parte più importante), nella sintesi si legge che la proposta di messa al bando generalizzata “ha ben poche prospettive realistiche di approvazione”. In particolare, tra i problemi connessi a questa proposta c’è il fatto di non essere in grado di identificare un particolare tipo di arma semiautomatica (cioè quella “somigliante” a un’arma automatica) sulla base di caratteristiche tecniche univoche. Pertanto, le opzioni sul tavolo sarebbero le seguenti:
- Restare alla legislazione attualmente vigente.
- Considerare come proibite “le armi semiautomatiche a percussione centrale progettate specificamente per l’impiego militare”.
Tra le ipotesi al vaglio, la possibilità di considerare comunque limitazioni per le armi lunghe semiautomatiche che possano sparare più di sei colpi di seguito senza ricarica (ma, così come avviene in Italia, con deroghe per l’impiego sportivo) e, per contro, la possibilità di escludere le calibro .22 lr da qualsiasi ipotesi di limitazione.
Sembra vi siano ripensamenti anche sul nuovo regolamento per le armi disattivate, nel senso che si sono palesate alcune problematiche di tipo pratico difficilmente risolvibili: per esempio, è molto difficile, se non impossibile, ri-disattivare secondo le norme della direttiva un’arma che sia già stata disattivata secondo norme precedenti. Per questo motivo, anche il regolamento sulla disattivazione, che ancora non è in vigore, potrebbe essere ulteriormente modificato con la direttiva.
Di sicuro in tutto ciò c’è che NON è assolutamente il momento di abbassare la guardia, ma ANZI è il momento di far sentire ancora più forte la propria voce!
 
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